𝓢𝓮𝓬𝓸𝓷𝓭𝓸 𝓬𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸

ℭ𝔞𝔫𝔷𝔬𝔫𝔢 𝔡𝔢𝔩𝔩𝔞 𝔰𝔱𝔬𝔯𝔦𝔞: 𝖣𝖺𝗇𝖽𝖾𝗅𝗂𝗈𝗇𝗌, 𝖻𝗒 𝖱𝗎𝗍𝗁 𝖡

https://youtu.be/5gg17XXXiNo

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*Jun-hee's POV*

Era già da molto tempo che mi sentivo male: non riuscivo a mangiare, e se per caso ingerivo qualcosa, finivo per vomitarlo tutto. Avevo anche mal di testa e mal di pancia atroci, la notte non dormivo per più di due ore...

"Non trattenerti, peggiori solo le cose" mi sussurrava Arlo, tenendomi i capelli indietro, durante l'ennesima vomitata del giorno. Erano solo le 14:00, e stavo vomitando ogni mezz'ora.

"Mi fa male tutto, non riesco a muovermi per il dolore atroce allo stomaco... E' insopportabile..." balbettai, scoppiando in lacrime. Arlo mi asciugò le lacrime con il pollice, per poi darmi un tenero bacio sulla punta del naso.

"Magari hai preso, che ne so, un'intossicazione alimentare. Penso sia normale, e lo spero..." ipotizzò il mio ragazzo, prendendomi per mano e portandomi sul candido letto bianco. Mi ci sdraiai sopra, e una delle tante cameriere entrò nella stanza, con in mano una tazza di té nero fumante, proprio come piace a me.

"Signorina Enoch, ecco a lei il suo té nero, come piace a lei" sorrise la donna, per poi passarmi la tazza, che accettai con piacere. Iniziai a bere, mentre Arlo confabulava qualcosa con il signor Hawke, il nostro miglior maggiordomo.

Poco dopo, qualcuno bussò alla porta. Stavo per alzarmi, ma il signor Hawke mi precedette sul tempo. Era il medico di famiglia, il dottor Dawson, un uomo sulla quarantina con un'aria minacciosa ma gentile.

"Salve signorina Enoch, ho sentito che sta male da un po' di tempo, mi permette di darle una breve controllata?" disse, con fare gentile. Annuii, e lui cominciò la visita.

Dopo circa 10 minuti, aveva già finito. Ci aveva messo poco, considerando il fatto che stavo male da quasi un mese e poco più. "Allora, qua sembra che la signorina non abbia nessun problema, però vi consiglio calorosamente di provare a fare un test di gravidanza, per essere sicuri" annunciò. 

Nel pomeriggio, stavo già seduta sul wc, con il test in mano. 𝑵𝒆𝒈𝒂𝒕𝒊𝒗𝒐... Non ero incinta. Arlo era visibilmente deluso. Sperava in un piccolino o una piccolina da accudire. "Però possono sempre essere falsi negativi! Succede spesso!" esclamò, facendomi sobbalzare da dove ero seduta, scusandosi in fretta.

Mi ero rifiutata categoricamente di andare in una clinica pubblica, quindi prendemmo un appuntamento in una prestigiosa clinica privata, per il mese dopo. Nel frattempo, ogni weekend provavamo a fare un test di gravidanza, risultanti sempre negativi.

Stavamo perdendo le speranze, quando un giorno...

"ARLO, CORRI SUBITO QUI!" urlai, piena di gioia e lacrime represse. La casa era molto grande, perciò Arlo passò una buona mezz'ora per cercare la stanza in cui mi trovavo. Appena arrivato, gli mostrai un piccolo stick, con due linee rosa. 𝑷𝒐𝒔𝒊𝒕𝒊𝒗𝒐...

"N-non ci credo... Mi stai prendendo per il culo...? D-dimmi la verità..." balbettò Arlo, incredulo a ciò che vedeva con i suoi occhi. "E' tutto vero... Preparati a diventare papà" sussurrai, trattenendo a stento le lacrime.

Mi prese in braccio, stringendomi a sé. "Mi fai diventare l'uomo più felice al mondo, amore... Prima il matrimonio, poi un bambino o una bambina in arrivo... Non so cosa dire, davvero..." disse, affondando il suo naso nei miei soffici capelli, stavolta legati in una crocchia disordinata.

Il mese dopo il medico privato con cui avevamo l'appuntamento prefissato ci diede la notizia più bella in assoluto: 𝐞𝐫𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐯𝐞𝐫𝐨, 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚𝐯𝐨 𝐯𝐞𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐮𝐧 𝐛𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐨, 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐭𝐚𝐯𝐚 𝐜𝐫𝐞𝐬𝐜𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐦𝐞.

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