5.
''Giuro su dio, non metterò mai più piede in quel posto.'' sbottò Blitzo , sbattendo la portiera dell'auto e mettendo in modo con un broncio stampato sul viso.
Verosika rise di gusto, mentre abbassava il finestrino. ''E dai, che melodrammatico. Cosa ti hanno fatto di così ingiusto?''
''La prossima vecchia con la frangetta che osa chiedermi 'quanti anni hai, giovanotto', ti giuro che la affogo. Mi hanno pure dato una caramella. Una cazzo di caramella gommosa. A me. A ME.''
''Eh vabbe dai, l'hai accettata?'' chiese Verosika, con un sorriso divertito.
''NO. CERTO CHE NO.'' replicò lui, gettando fuori dal finestrino la cartaccia vuota della caramella che ovviamente non aveva accettato.
''Quanto ti lamenti mamma mia. Ti hanno solo chiesto l'età e offerto una caramella, mica ti hanno dato fuoco.''
''Mi hanno chiesto se la mia mamma mi ha dato il permesso per accompagnarti.''
''Beh... Te lo ha dato, giusto?''
Blitzo frenò di colpo, guardandola come se avesse appena bestemmiato. ''SCUSAMI?''
Verosika scoppiò a ridere, prendendolo ulteriormente in giro. ''Dai, sei così piccolo e carino, sembravi un appendiabiti con le gambe.''
Blitzo sbuffò. ''Quando morirai, riderò al tuo funerale. E mi vestirò di rosa.''
Inutile specificarlo, ma ovviamente continuò a lamentarsene per tutto il tragitto fino allo studio fotografico.
Appena giunsero a destinazione, Blitzo si raddrizzò, indossando subito l'espressione seria da ''sto lavorando, sono professionale'' al meglio che poteva insomma.
Aprì la porta a Verosika con un gesto super teatrale. ''Prego signora. Dopo di lei.''
Verosika gli passò davanti ridendo. ''Vuoi solo guardarmi il culo mentre cammino. Ammettilo.''
Blitzo la seguì a ruota. ''Non mi permetterei mai....'' disse, togliendosi gli occhiali da sole per apprezzare meglio la vista con la più assoluta mancanza di discrezione. E con tanto di espressione di apprezzamento.
Verosika entrò come se stesse sfilando e raggiunse subito il camerino. Dopo cinque minuti, tornò in scena. In intimo. Lingerie nera, trasparenze tattiche e autoreggenti. Tragedia.
Blitzo la vide. Poi non la vide più. Cioè, decise di non vederla. Si voltò con la velocità di un ninja verso il muro, imprecando. ''Ma che cazz- Ti sei dimenticata di vestirti?!''
Verosika si mise in posa su uno sgabello con nonchalance. ''Idiota, è uno shooting in intimo. Goditi lo spettacolo.''
''No grazie, guarda, questo angolo di muro ha catturato tutta la mia attenzione... E' proprio.. perfetto.. Guarda che texture.''
''Blitzo.. Non mi offendo se mi guardi.''
''Fottiti, sono la tua guardia del corpo, non un guardone del tuo corpo.''
(questa era pessima scusate, ho sentito un brivido di freddo💀)
Il fotografo ignorava la scena, restando professionale mentre continuava a dare indicazione su pose e luci.
Blitzo ,invece , se ne stava in un angolo a guardare un vaso decorativo come se gli stesse rivelando i segreti dell'esistenza. Cercando disperatamente di non guardarla, anche se la tentazione di girarsi a dare un'occhiata era fin troppa.
Dopo la prima mezz'ora di foto in qualsiasi posa, il fotografo sparì nel suo studio per rivedere gli scatti, lasciando Verosika e Blitzo da soli.
Verosika si stiracchiò.
''Hai finito di parlare con il muro, o ti ha chiesto di uscire?''
''No. E comunque, è molto più simpatico di te.''
Verosika sospirò. ''Mi porti un bicchiere d'acqua?'' chiese poi, con aria innocente.
Blitzo strinse i denti, ma obbedì.
Camminò verso di lei, tenendo lo sguardo fisso sul soffitto, rischiando di inciampare due volte. Per fortuna il bicchiere rimase in piedi. Lui,un pó meno.
Verorika si alzò per prenderlo e lui si ritrovo faccia a faccia col suo seno. Sgranó gli occhi e sparó di nuovo lo sguardo al soffitto.
''Non ti facevo così pudico..'' commentò lei, divertita dalla situazione.
''Non sono pudico. Sto.. contando le ragnatele sul soffitto. C'è ne una che sembra Gesù.''
''Dai, smettila. Che ne pensi di questa posa?'' chiese, appoggiandosi al muro in modo molto poco casto. ''Mette bene in mostra lo slip?''
Blitzo abbassò lentamente lo sguardo,deglutendo a fatica. ''Slip?Dove sono le mutande? Il culo si vede benissimo, grazie. Le mutande... boh, non ho idea di dove siano."
''Idiota.'' Si tiró l'elastico dello slip con un dito. "Sono qui."
Blitzo rimase impassibile. Ma pallido come un fantasma. ''Lo fai apposta?''
''Uh? Fare cosa?''
''Lo sai benissimo di cosa parlo.'' rispose lui, serio e con un tono accusatorio.
''Non sto facendo proprio nulla, è il mio lavoro.''
''Pensavo che il tuo lavoro fosse cantare su un palco, non far arrapare la gente.''
''Beh le due cose sono strettamente collegate... almeno secondo il mio manager.''
"Eh beh, chiaro. Perché evidentemente canti col culo. Altrimenti non me lo spiego."
Verosika rimase in silenzio per un attimo. Blitzo aveva toccato un nervo scoperto. Ma ovviamente non avrebbe mai contraddetto nè Valentino nè Vox. Dunque era meglio troncare la conversazione sul nascere.
''Quindi, mi hai indirettamente detto che ti ho arrapato?'' chiese, con un ghigno malizioso pieno di ego e vanità.
''No."
''Allora perchè non riesci a guardarmi?''
''Non è professionale.''
''Lo è se ti chiedo di darmi un'opinione.''
Blitzo sbuffò. ''Mi stai proprio sul cazzo.''
''Oh, ti piacerebbe.''
''Forse si. Ma non è questo il punto. INSOMMA VUOI RIVESTIRTI?''
''Quanti drammi, non hai mai visto una donna in intimo?"
''Più di quante ne puoi immaginare.''
''E allora? Qual è il problema? Hai paura che ti venga un'erezione sul lavoro?''
''No. Sei l'ultimo dei motivi per cui mi verrebbe un'erezione.'' Disse sistemandosi i pantaloni con disinvoltura, per nascondere l'erezione che non aveva. Che assolutamente non aveva.
''E allora?'' replicò lei, incrociando le braccia.
Blitzo sospiró. ''Senti.. Non mi va di guardarti mentre sei mezza nuda, okay? Forse per te è normale farti vedere così da tutti. Ma a me mette a disagio. Mi sembra di.. non lo so, essere entrato in camera tua senza bussare. È come violare qualcosa di ...tuo. E non mi piace."
Verosika, che fino a quel momento aveva sfoggiato un sorrisetto tattico sulle labbra, si ammutolì. Quelle parole l'avevano colpita più di quanto volesse ammettere. Non ricordava nemmeno l'ultima volta che qualcuno si era fatto scrupoli nell'invadere la sua privacy. Anzi, non ricordava nemmeno di averne ancora una.
''Oh.. capisco.'' Mormorò guardandolo. Lui si era giá girato di nuovo verso il muro.
Il fotografo rientró in quel momento, borbottando qualcosa sugli scatti troppo sfocati che andavano rifatti.
Verosika lo guardó un attimo mentre era voltato, poi gli toccó una spalla. "Se vuoi, puoi aspettarmi fuori."
''Grazie.'' rispose Blitzo, andandosene senza aggiungere altro.
Poco dopo, Verosika uscì dallo studio a passo lento, con ancora il trucco perfetto e l'aria da copertina di una rivista.
Blitzo la stava aspettando, appoggiato a una macchina a fumare la fine di una sigaretta già spenta da tempo , giusto per gusto di avere qualcosa da fare con le mani mentre aspettava.
"Finito lo spogliarello?" chiese, lanciandole un'occhiata di traverso, mentre le apriva la portiera.
"Si, e non sai che ti sei perso." ribattè lei con un mezzo sorriso, ma un aria decisamente più stanca e meno tagliente.
Salì in auto anche Blitzo e mise in moto senza parlare. Ci fu qualche minuto di silenzio teso. Poi parló lui.
"Sai cosa non capisco?"
"Non mi interessa, ma scommetto che me lo dirai lo stesso."
"Non capisco perché cazzo fai così." disse, girandosi un attimo verso di lei mentre aspettavano che il semaforo diventasse verde. "Insomma, guardati. Anche adesso sei vestita come una troia."
Verosika alzó un sopracciglio. "Ma grazie, che gentile."
"No, senti , non fraintendermi. Se ti piace vestirti così di tuo, va benissimo. Davvero, è sexy. Ma non mi sembra che ti piaccia poi così tanto. Penso di averti sentita lamentare di quei tacchi almeno una ventina di volte."
Lei tacque, fissando fuori dal finestrino.
Ma Blitzo continuó. "È come se stessi costantemente recitando una parte. Come se fossi sul palco pure mentre vai a fare la spesa. Che cazzo, chi ti ha detto che devi sempre essere così?"
"È il mio lavoro."
"No, il tuo lavoro è cantare. Non fare la pornostar h24. Almeno le canzoni te le scegli tu?"
Silenzio.
Poi, a bassa voce, lei rispose: "Non ho tutta sta gran scelta di fare come mi pare. I miei manager decidono per me."
"E i tuoi manager ti stanno forse guardando? Ti seguono pure mentre vai a cagare?"
Verosika sospiró, massaggiandosi le tempie. "Non li conosci."
"Beh, non li conosco, ma sono sicuro che siano dei pezzi di merda. Che gusto c'è nell'essere ricca e famosa, se poi non puoi decidere un cazzo per te stessa?"
"Senti... Psicanalizzarmi non fa parte del tuo lavoro. Vedi di fare solo quello per cui ti pago."
"Come ti pare. Ma secondo me dovresti farti un esame di coscienza."
Verosika non rispose. Continuó a guardare il finestrino. Pietrificata. Guardó il suo riflesso sullo specchietto e ,per un attimo, vide anche l'invadente ombra di Valentino e Vox dietro di lei.
intanto altrove... (allerta spicy super toxic)
Luci soffuse. Aria carica di profumi costosi e vanità. Moquette di velluto rossa sul pavimento. Acquario illuminato da un neon blu in una parete.
Vox era in piedi, completamente svestito, davanti al grande specchio che ricopriva metà parete. Alto e incorniciato dalle luci soffuse che scolpivano ogni sua forma come se fosse una statua greca.
Fece scorrere le sue stesse dita lungo il suo petto, lungo l'addome fino ad arrivare ancora più in basso, dove iniziarono a muoversi con un ritmo pacato. Nè veloce, ne animalesco. Quasi come se stesse maneggiando uno strumento costoso.
Lo sguardo ipnotizzato dal suo stesso riflesso. Ogni tanto un sospiro, o un sorriso che sembrava rivolto ad un amante, ma in realtà era solo per se stesso.
Rilasció un gemito roco, mentre inarcava leggermente il bacino verso lo specchio, imitato dal suo riflesso.
Poi, una voce alle sue spalle.
"Ti stai davvero masturbando mentre ti guardi allo specchio?"
La porta si era aperta, e Valentino era lì, appoggiato allo stipite della porta con una sigaretta mezza spenta tra le dita. Con sguardo a metà tra la lussuria e il gioco.
Vox non si scompose. Nè si fermó. Anzi , sorrise.
"Sei invidioso del mio riflesso?"
Si voltó appena con il capo verso di lui, il corpo ancora esposto e la mano ancora occupata.
Valentino rise piano, avvicinandosi.
"Si. Vorrei essere io quello che guardi mentre vieni."
Vox gli concesse il lusso di uno sguardo.
"Allora vedi di darmi un motivo per distogliere lo sguardo."
E Valentino lo raggiunse, mettendosi dietro di lui e poggiandogli le mani sui fianchi, le labbra sul collo.
E in men che non si dica, si spostarono sul letto disfatto.
Valentino stava sotto, con le gambe avvolte attorno la vita di Vox, con i lividi a forma di bocca sul collo e un sorriso estasiato, perso.
E si contorceva, rideva, portava le mani dappertutto.
"Dio Vox.. sei perfetto."
"Lo so."
"Ti amo." mormoró tra un gemito ed un altro. E ci credeva. Mentre lo diceva, ci credeva sul serio. Con le pupille dilatate e le mani tremanti che si aggrappavano ovunque.
Ma Vox non rispose.
Stava sopra di lui. Si muoveva, e si guardava.
Nello stesso specchio di prima.
E si morse le labbra, non perché Valentino fosse bello, ma perché lui lo era. Con il controllo assoluto su qualcuno di incontrollabile.
E Valentino era troppo euforico, drogato di lui, per notare che le sue parole, i suoi sguardi, i suoi gemiti, non erano rivolti a lui. Amava il modo in cui lo scopava, come se non gliene fregasse niente, ma lo facesse comunque meglio di chiunque altro.
Lo bació, e Vox lo lasció fare, ricambiando, con gli occhi ancora aperti che cercavano il suo riflesso.
E neppure quando arrivarono alla fine Vox chiuse gli occhi. Li tenne fissi su se stesso, lasciandosi andare con un sospiro pesante.
"Non hai idea di quanto sei fortunato." sussurró poi, guardando finalmente Valentino sotto di lui.
Aveva lo sguardo totalmente perso, e la bocca semi aperta, con aria quasi adorante.
"Lo so.." mormoró, portandogli le braccia dietro la nuca per avvicinarlo al suo volto, bisognoso di baciarlo.
E Vox glielo concesse. Ma anche quel bacio lo dedicó al suo riflesso.
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chiedo umilmente scusa, ma sono entrata troppo nel mood Ryan Murphy per sta scena finale, e se lo conoscete.. sapete di che parlo💀
Si comunque, se non si fosse capito , mi sono fatta un quadro psicologico di tutti i personaggi e Vox è un narcisista a livelli impressionanti. Mentre Valentino è molto simile, ma tende più all'essere istrionico. Si, la differenza è DECISAMENTE sottile peró penso si noti. Vox è malato di se stesso e Valentino ne dipende perché , come è palese che sia, hanno una relazione tossica ma in qualche modo si amano lo stesso... amo scrivere cose sulla staticmoth proprio per questo 💀 (e ci tengo a specificare che non sto romanticizzando le relazioni tossiche, sto romanticizzando ed estremizzando Valentino e Vox, fine, CHE NON MI SI VENGA A DIRE CHE ROMANTICIZZO LE COSE TOSSIXHE👺)
vi giuro spenderei troppe parole per loro ma mi fermo qui- forse dovrei fare proprio un libro in cui parlo del cazzo che mi pare senza riempire l'angolo autrice con le mie cazzate-
e niente, spero che non sembrino troppo superflue queste scene filler, perché per me servono a fare un quadro più completo del personaggio e non solo a mettere una scopata a random (anche, ma dettagli) . Poi danno più senso nel momento in cui personaggio x arriva a un punto di rottura.. spero di essere chiara sennó mi sparo✨
Ma tornando a Blitzy.. che green flag travestita da red flag è?😔✨
preparatevi che tra qualche capitolo vedrete 👀✨ 🔥
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