Capitolo 5
Ehi, ciao.
Sono Soobin.
Ho preso il tuo numero dal gruppo di classe; spero che non sia un problema.
Tutto bene? Oggi non sei venuto a scuola.
Yeonjun rimase a fissare i messaggi sorridendo, mentre il suo cervello cercava di scindere le informazioni e analizzarle una per volta per non andare in cortocircuito.
Aveva cercato il suo numero sul gruppo di classe...
Anzi, no.
Prima di tutto aveva notato che non c'era a scuola.
Poi aveva cercato il suo numero sul gruppo di classe.
Gli aveva scritto.
Gli aveva scritto chiedendogli se andava tutto bene!
-Lo sai che stai sorridendo come un idiota, vero?-
Rischiando di far cadere a terra il telefono per la sorpresa, si volto di scatto verso l'amica, indirizzandole un'occhiataccia.
Lei ridacchiò, faticando per mettersi seduta sul letto, anche se le era stato ordinato di stare sdraiata, pena quattro brioche in meno quando si fosse ripresa. Quattro in meno del solito.
-Lo sai che sei arrossito, vero?- lo stuzzicò.
Yeonjun posò il telefono sul telefono sul tavolo e si portò le mani al viso, cercando di coprirlo, imbarazzatissimo.
-Non è vero.- borbottò sapendo benissimo che in vero era verissimo.
-Certo, come no.- Misun liquidò la sua bugia con un gesto della mano.
-E' Soobin, vero?- chiese.
-E tu come lo sai?! Mi stalkeri?!-
La ragazza lo guardò per un momento con gli occhi sgranati, poi scoppiò a ridere finendo per soffocarsi.
Si soffiò il naso e tornò a guardare l'amico, che a sua volta la fissava impalato.
-Chiedo scusa.
-E' che certe volte sei così stupido...
-Insomma, non credo che avresti avuto una reazione del genere se ti avesse scritto la professoressa Kim di arte, per quanto bella e simpatica possa essere.- commentò sorridendo.
Il ragazzo si mise le mani fra i capelli, scuotendo incredulo la testa.
-Non credo proprio.
-E poi dove la vedi simpatica? E' così esuberante... E poi pretende che noi impariamo a disegnare. Cioè, ti rendi conto? Disegnare! E poi potrei anche capire se mi dicesse di disegnare un qualche ragazzo figo di un manga o un anime....
-Invece no.lei vuole paesaggi, nature morte, ritratti, interni...
-Che rottura di palle, cioè.-
Misun scosse le spalle.
-A me piace disegnare quelle cose.
-E poi la prof non mi guarda come se fossi uno scherzo della natura solo perché sono come sono e perché mi vesto come mi vesto.-
-E com'è che sei, scusa?-
-Fantastica.
-E in più l'altro giorno mi ha chiamata cara.-
-E con ciò?! Io ti chiamo bimba tutti i giorni e non mi hai mai detto che sono simpatico!-
-Perché non lo sei.
-Comunque smettila di perdere tempo e rispondi a Soobin, prima che si convinca che sei caduto nel cesso.- ordinò la ragazza rimettendosi sdraiata, dal momento che era completamente a pezzi.
Yeonjun prese in mano il telefono ed evitò di rileggere i messaggi per non andare di nuovo in tilt. Fece per iniziare a scrivere e...
-Che cosa gli scrivo?- chiese voltandosi di nuovo verso la sua amica, già nel panico.
Lei sbuffò.
-E' il tuo ragazzo, non il mio.
-Se non lo sai te, allora...-
-NON E' IL MIO RAGAZZO!"-
-Sì, sì, certo, credici.
-Ho appena visto un elefante fuori dalla finestra.-
-Dove?!- esclamò il ragazzo precipitandosi alla finestra e guardando di sotto.
Misun lo guardò incredula per un momento, poi decise che era una battaglia persa in partenza, si girò su un fianco e chiuse gli cocchi.
-Digli quello che vuoi.
-Però ti sconsiglio di parlagli di me. Non gli sto molto simpatica.-
-Ma va' là. A chi mai potresti stare antipatica? Sei adorabile.- protestò l'altro, il telefono ancora stretto in mano e la mente completamente vuota.
-Tipo... a tutti tranne che a te e alla professoressa di arte?
-Però, veramente, rispondigli prima che inizi a pensare che tu lo stia ignorando.-
-Uhm... va bene.
-Tu intanto dormi, che sennò ti risale la febbre.-
Misun evitò di dirgli che le era già risalita, altrimenti lui, come al solito, si sarebbe preoccupato e avrebbe chiamato il dottore.
Quindi annuì in silenzio mentre l'amico iniziava a rispondere al telefono.
Ma ciao!
Non vedo assolutamente perché dovrebbe essere un problema, anzi.
Tranquillo, io sto bene, grazie.
È solo che c'è stato un... diciamo un problema, quindi ho preferito non venire.
Tu tutto okay?
Una volta iniziato a scrivere, si stupì di quanto gli riuscisse scorrevole.
Veramente comunicare era così facile?
O la persona dall'altra parte avrebbe riso pensando a quanto doveva essere stupido?
O sarebbe rimasto indifferente?
Dubitava che Soobin si sarebbe impaniato ed emozionato in una maniera anche solo lontanamente simile alla sua.
O sì?
Be', al momento non importava, visto che gli stava già rispondendo.
Io a postissimo.
A parte che mi sa che una verifica non m è andata molto bene.
E che mi sei mancato.
Cosa accidenti aveva appena letto?
Lo stava prendendo in giro o cosa?
Si voltò un momento verso il letto, desiderando che Misun fosse sveglia e sana, per poterne parlare con lei.
O forse...
Mi stai prendendo in giro?
Dopotutto, nessuno meglio di lui stesso avrebbe potuto saperlo.
Per niente.
Perché mai dovrei?
Istintivamente, sorrise.
Ah, bho.
Non sono abituato a mancare alle persone.
Ci pensò su un momento.
E se...?
Anche tu mi sei mancato.
Ah, davvero?
Ma se ci siamo visti solo ieri mattina.
Avrei potuto dirti esattamente la stessa cosa, genio.
...
Effettivamente.
Ridacchiò.
Era veramente così facile comunicare.
Certo, con le altre persone era più difficile che con Misun, ma era pur sempre più facile di quanto avesse immaginato.
Ahahahahaha.
Comunque.
Lasciando perdere le mie figuracce da novellino.
Hai detto che c'è stato un problema.
Stanno tutti bene?
Si voltò di nuovo a guardare l'amica, che dormiva rannicchiata su sé stessa.
Il pomeriggio prima, dopo aver salutato Soobin davanti a casa sua, era entrato utilizzando le chiavi di scorta, e l'aveva trovata sdraiata sul letto con la testa appoggiata su un libro di genetica. A tratti tremava e quando l'aveva toccata per svegliarla l'aveva trovata bollente.
Quel giorno però sembrava stare meglio, e aveva anche mangiato, oltre ad aver insistito per fargli i compiti, anche se lui le aveva detto che era capacissimo di arrangiarsi (cosa assolutamente falsa).
Più o meno.
Sicuro?
Non si è fatto male nessuno?
No, no, non ti preoccupare.
Avrebbe potuto direttamente chiedergli se Misun stava bene, visto quello che era successo il giorno prima.
Non se l'era dimenticato, vero?
Be', comunque, non poteva certo chiedergli perché non gli chiedeva una data cosa. Sarebbe risultato veramente strano.
...
Ok
Se lo dici tu.
Senti.
Come cavolo si fa a mandare avanti una conversazione?
Eh?
Che accidenti stava dicendo?
???
Cioè.
Fai finta che ci sono due persone.
Che parlano.
Come adesso io e te, per esempio.
E fai finta che uno dei due voglia dire una cosa ma non abbia idea di come dirla.
O si vergogni a dirla.
Mi stai dicendo che devi chiedermi o dirmi qualcosa ma non ne hai coraggio?
Forse.
Sei perspicace, eh?
No.
Sei tu che sei da sgamo.
Che cosa stai facendo?
Ma che domanda stupida.
Sto rispondendo alle tue domande idiote.
Rilesse il messaggio.
Era un po' nello stile di Misun. Forse un po' troppo. Un po' tanto troppo per uno che non era né lui né Misun.
Scherzo, dai.
Però, veramente, sto parlando con te.
Te ne puoi accorgere anche tu :).
...
Così non mi sei di molto aiuto, eh.
Cosa stavi facendo prima che io ti scrivessi?
Ci pensò un momento. L'emozione per il fatto che Soobin gli avesse scritto gli aveva fatto dimenticare praticamente tutto il resto.
Accarezzando i capelli di Misun.
Okay, e poi, quando avrai finito di parlare con me, che cosa farai? Tornerai ad accarezzarle i capelli?
Quasi quasi. I capelli della sua migliore amica gli erano sempre piaciuti in maniera particolare. Probabilmente proprio perché lei glieli lasciava accarezzare senza spedirlo fuori di casa a calci. Senza ovviamente specificare che non lo aveva mai spedito fuori di casa a calaci, per quanto potesse averle dato fastidio.
A parte che non vorrei mai finire di scriverti.
Credo che leggerò un manga.
Ma che cavolo di conversazione stava tenendo? Non aveva un minimo di senso.
Ti va di uscire?
Sgranò gli occhi e incespicò nelle sue stesse dita mentre scriveva la risposta.
In che senso uscire?
Non poteva star veramente intendendo...
O sì?
Si lasciò cadere su una sedia che Misun teneva lì da dargli in testa quando la infastidiva troppo, appoggiò il telefono sul tavolo per evitare che cadesse a terra da tanto tremava e si portò le mani al cuore, sperando vivamente che non gli uscisse dal petto.
Nel caso non fosse capito, sto proiettando tutta la mia ansia sociale su Yeonjun.
Poi ceh lasciamo perdere io che scrivo questo capitolo ascoltando Giant e poi lo trascrivo ascoltando "Baila Morena" e "Andiamo a Comandare". Non sono normale. Ho un problema nella testa, funziona a metà... Okay, la smetto. *scappa*
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