16- Dimmi, non vedevi che la differenza tra noi, è una differenza, abissale

Natalie

Sono Natalie, e ho 18 anni appena compiuti. Il mio colore preferito è il lilla e mi piacciono gli animali.

Provengo da una famiglia lussuosa, con mio padre chirurgo famosissimo e mia madre veterinaria. Fin da quando sono piccola, i miei hanno provato a convincermi a frequentare un liceo scientifico, ma io ero già convinta del lavoro dei miei sogni: diventare una traduttrice.

Sono conosciuta in tutta la nazione, i paparazzi mi seguono ovunque e controllano ogni mio singolo movimento, diffondendo fake news per cercare di abbattere il regno della mia famiglia e di arrivare proprio a loro.

Mio padre nello specifico mi ha sempre raccomandato di non dare peso alle notizie se avevo la coscienza pulita, ma una, forse, non era del tutto falsa.

In seconda superiore, ho capito di essere innamorata delle ragazze. Non mi piacciono le ragazze tranquille che non commettono mai un errore, poiché hanno un carattere troppo simile al mio, bensì donne forti che non si lasciano calpestare, come vorrebbero che io sia i miei genitori.

È per questo, che proprio ad avermi dato quest'ispirazione, è proprio la mia amica di infanzia, Ava.

Quando lo ho raccontato al mio migliore amico, non ne è rimasto per nulla stupito. Dean mi ha detto che lo aveva già capito.

Ma come avrei fatto con i miei genitori? Hanno sempre voluto la figlia modello, brava a scuola e con una carriera davanti, che sposerà un uomo ricco e che accudirà i propri figli, dando un futuro fantastico anche a loro.

Le solite cazzate delle famiglie che possono permettersi un viaggio per l'altro capo del mondo con uno schiocco di dita.

Io, però, non ho mai voluto nulla di tutto ciò. Voglio avere successo nella vita, e quello è il mio primo obbiettivo, ma è naturale e umano che voglia avere figli. Ma non con un uomo.

Ho cominciato a seguire ovunque Ava, come se d'altronde già non lo facessi. Le dedicavo attenzioni che non regalavo a nessun altro, la consideravo più speciale rispetto alle altre persone presenti nel nostro gruppo.

E lei sembrava bearsi di tutte quelle attenzioni.

A marzo della seconda superiore, sono uscita per la prima volta per andare a ballare, ai tempi delle vacanze di primavera. Ho bevuto un analcolico e mi sono svagata tantissimo, sapendo che occasioni del genere le avrei avute poche volte.

Ava mi si è avvicinata.

Ricordo ancora che mentre parlava aveva un gin in mano. Mi ha preso le mani e mi ha fatto fare una giravolta, facendomi arrossire. Quando ha posato il bicchiere, è partita una gara a chi sveniva per prima per il mal di mare.

Poi, con un gesto inaspettato, mi ha avvicinata a sé, facendomi sbattere contro il suo petto. In quel momento mi sono sentita confusa e frastornata dal rumore, ma decisi di lasciarla continuare. Le sentivo il battito cardiaco. Era forte quanto il mio.

Mi ha voltata davanti a sé, in modo che ci guardassimo negli occhi. Ed è a quel punto, che ha sussurrato: "Ti amo".

In un primo momento pensavo scherzasse, ma poi mi resi conto che non balbettava e non sembrava per nulla ubriaca, e lei, leggendomi nel pensiero, continuò, "Non sono ubriaca, Nat. Ho bevuto un sorso di quel gin orribile e te lo sto dicendo con tutto il mio cuore. Ti amo".

Ho pensato che, probabilmente molti paparazzi si aggiravano in quella discoteca, così la trascinai in bagno e chiusi la porta a chiave. È in quel momento che è iniziata la nostra storia.

Le ho baciato dolcemente le labbra, e dopo un primo contatto, già ho capito che era diventata mia.

"Ti amo anche io, Ava" le ho guardato tristemente le guance scarlatte, pensando al fatto che non sono mai stata libera di fare ciò che avrei voluto.
"Ci dobbiamo nascondere, vero?" mi ha chiesto poi guardandomi con occhi dolci. Ho annuito, già aspettandomi un suo rifiuto a causa della mia famiglia. Però, lei ha mormorato come se fosse una cosa normale: "Va bene, Natalie, allora faremo sì che non ci scoprano" mi ha sorriso non permettendomi di non far spuntare le fossette sul mio volto, poi siamo uscite dal cubicolo e fuori ho tolto la mano dalla sua, a malincuore.

Da lì, ogni volta che ne aveva l'occasione, Ava mi rubava dei bacetti. Diciamo che non aveva molto autocontrollo.

Adesso, però, arriva la parte triste.

Circa a luglio dello stesso anno, io ed Ava siamo uscite con il gruppo, per andare a fare un picnic tra amici. Loro sapevano tutti della nostra relazione, infatti davanti a loro non ci nascondevamo.

Sapevo che in un parco pubblico chiunque avrebbe potuto farci una foto e metterla in una rivista, ma in quel momento, probabilmente scordai quel particolare.

Arrivammo al dolce, che era una torta al cioccolato preparata dalla mamma di Jasper, e Ava mi propose di fare a metà. Accettai volentieri, ero così piena.

Lei la divise a metà e cominciò ad imboccarmi, facendomi godere quella delizia. Decisi di ringraziarla con un bacio, sporgendomi verso di lei. Ricordo ancora che ha mormorato: "Sei certa che sia sicuro? Qualcuno potrebbe vederci". Al ché ho replicato: "Non mi importa".

Quanto ingenua che sono stata...

Le nostre labbra sono venute a contatto per un tempo indefinito, mi piaceva quella sensazione.

Quando ci siamo staccate, tutti hanno applaudito e abbiamo continuato il picnic.

Quel giorno, sono andata a dormire eccitata. Il giorno dopo, scesi le scale di casa mia per arrivare alla cucina, dove solitamente facevo colazione con i miei genitori. Non li trovai.

Poi, sentii la voce di mio padre chiamarmi: "Natalie, vieni in sala. Ti devo parlare" presi un paio di biscotti e lo raggiunsi.
Mio padre mi fece vedere una rivista del giorno prima. In prima pagina, la foto del bacio tra me e Ava. Il titolo recitava: "La figlia di Cromwell Martinez ha una relazione con una ragazza segreta? Avvistamento all'omonimo parco della cittadina".

Mi strozzai con un pezzo di biscotto, e mi sedetti, pronta alle domande di mio papà. "È vera questa cosa? Hai una relazione con Ava Bailey?" chiede, e capisco di non potergli mentire.

"Si" sussurro.

"Da quanto va avanti questa cosa?" chiede poi, "Da marzo" rispondo.

"Ah, benissimo allora. Natalie Martinez, da ora non potrai avere più una relazione con Ava Bailey. E se scopro un singolo bacetto fugace, non ti faccio più avere l'istruzione che desideri", alzai le sopracciglia, cacciando un urlo.

"Perché?! Perché non posso stare con le persone che voglio io?! Perché dovete comandare la mia vita?!" esclamo, incapace di contenermi.
Mio padre risponde: "Non puoi rovinare la nostra famiglia per colpa di una ragazza. E no, non mi dispiace per nulla" si alzò e si allontanò.

Ho spiegato la situazione ad Ava, la quale ha compreso la situazione e non mi bacia in pubblico neanche al giorno d'oggi, dopo tre anni. Però, quando prova a baciarmi in luoghi privati la spingo via per il terrore di essere osservata.

Che cosa ne sarebbe di lei sennò?

Ora, il presente è triste, senza il calore che mi infondeva con i suoi continui abbracci. Non significa che non ci diamo le stesse attenzioni di una volta, ma dobbiamo curarci del fatto che nessuno ci veda, neanche i nostri amici.

April Jones, la migliore amica di Jasper, ha notato subito che io e Ava ci scambiamo sguardi d'intesa.
Dice che io e lei abbiamo una connessione speciale, come mi ha raccontato quando la ho incontrata quella sera in pizzeria. È molto simpatica, e penso che tutti meriterebbero una persona così nella loro vita. Io e lei siamo persone simili, evidentemente schiacciate nel dolore ma che cercano di non dimostrarlo a nessuno.

Siamo come delle attrici quando registrano un film: dobbiamo recitare la parte delle ragazze sempre contente della loro vita, ma in realtà siamo quelle che soffrono di più.

È così quando qualcuno a cui vuoi bene ti rovina la vita.

Mi sono molto dispiaciuta per Jas l'altro giorno. Sembrava disperato che la sua compagna lo ignorasse. Però sembrano aver fatto pace, oggi li ho visti nei corridoi insieme, che ridevano e scherzavano assieme.

Credo che siano perfetti l'uno per l'altro, che Jas sia la luce di April e che April sia la luce di Jas. Loro non lo notano, ma una persona che li conosce dall'esterno si. Devono solo capirlo loro, e sono sicura che ci riusciranno.

Anche io vorrei essere libera di frequentare la persona che amo di più al mondo, ma i miei genitori non me lo hanno mai permesso. Io e Ava abbiamo creato un piano: scappare in Italia dopo il diploma. Tecnicamente è fattibile, e a noi è sempre piaciuta la cultura italiana. Inoltre Ava ha origini italiane dalla parte del padre, perciò credo che non farà male una visitina dalla zia.

Sono contenta di come si stanno svolgendo le cose tra noi, anche se vorrei non essere incatenata qui nella villa multimilionaria dei miei.

Anche se so che, prima o poi, anche io e Ava avremmo il nostro finale. Riusciremmo a superare i confini e ad imparare ad usare le ali.

O, per lo meno, è quello che spero.

{spazio autrice: ciao a tutti! benvenuti in questo capitolo speciale di Natalie, che racconta della storia tra lei e Ava. mi è piaciuto molto il finale del capitolo, da delle vibes rassicuranti di cui avevo bisogno persino io. Anche il prossimo capitolo sarà dal POV di un personaggio secondario... *rullo di tamburi* GAVIN! (Elena tu sai). spero che sia piaciuto anche a voi il capitolo, ci sentiamo in bacheca, sperando di riuscire a scrivere al più presto. buona serata💜⭐}

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