19- The time it took to look inside and realize,That real guys go for real down
Jasper
Mi alzo dal letto alle sette di mattina, stanco come non mai. Oggi è venerdì, e domani sarà il compleanno di April.
Mi ha già fatto il programma di cosa faremo durante la festa.
Mi vesto mettendo una felpa nera e dei jeans chiari, assieme alle mie amate Air Force e con un giubbotto di pelle.
Mentre mi lavo i denti, osservandomi allo specchio, capisco di non essere più lo stesso di prima. Ora, le occhiaie contornano i miei occhi, creando delle borse violacee che sembrano indelebili.
Anche se sono stanco di tutto ciò che mi circonda, quando arrivo a scuola indosso la maschera che impedisce a tutti i miei amici di guardarmi dentro.
Anche ad April.
Non sembra aver capito il mio umore, e a me va bene così. Non vorrei che si preoccupasse troppo, mi sentirei talmente in colpa...
Saluto tutti, chiedendo se hanno visto April.
"Mi ha detto che arriva tra poco, ho iniziato a tormentarla con i numerosi Reel che le mando ogni giorno" mi risponde Gavin, il quale continua a stare sul telefono, scrivendo a qualcuno sorridendo come un'ebete.
E se fosse April?
Mi avvicino a Gavin, toccandogli una spalla. Spaventato, si gira, imprecando a bassa voce.
"Cazzo, mi hai spaventato, Jas" dice ad alzando il tono e tutti i nostri amici ci guardano, ridacchiando.
"Con chi parli?" gli chiedo, leggermente geloso.
"Con Penny" risponde lui, con una scrollata di spalle.
Chi è Penny?
Ava, pronta al prossimo pettegolezzo tra amici, drizza le orecchie: "Chi è Penny?" chiede curiosa, incrociando le braccia al petto.
Gavin capisce che è fottuto e comincia a spiegare: "Ho conosciuto Penelope nel nostro viaggio a Berlino dell'anno scorso. Ricordate?" tutti annuiscono e continua: "Abbiamo cominciato a frequentarci nonostante la distanza. E ora lei ha chiesto un trasferimento in un istituto professionale qua vicino, che è stato accettato. Quindi, adesso vive da me" Ava caccia un urletto.
"Oddio, qui c'è da festeggiare!" lei e Natalie si scambiano uno sguardo d'intesa, e prende dallo zaino una fiaschetta di metallo e dei bicchierini dall'armadietto.
"Io...Tu... Perché hai una fiaschetta nello zaino, Ava?" chiede Cedric confuso, facendo la sua entrata in scena.
Scoppio a ridere.
"Sono sempre pronta per l'evenienza" ridacchia lei, cominciando a riempire i bicchierini.
In quel momento, sento il rumore dei suoi passi avvicinarsi. Mi giro prima che mi raggiunga ed April va a sbattere contro il mio petto, arrossendo.
"Eddai, Jas, volevo farti uno scherzo! Potevi almeno far finta di non avermi sentito" mette su il broncio.
Veramente hai imparato a riconoscere il suono dei suoi passi?
"Mi dispiace, Criminale, sarà per la prossima volta" le scompiglio i capelli giocosamente, e lei mi fa il dito medio. Poi si calma, vedendo la fiaschetta di Ava.
"Ehi! Cosa state facendo?" chiede subito curiosamente.
"Festeggiamo" risponde Daisy, avvicinandosi per abbracciarla goffamente. April risponde all'abbraccio calorosamente, facendo un cenno ad Ava indicandole l'alcool.
Mentre April sorseggia la vodka, parlotta con Daisy.
"Dove hai preso quella fiaschetta, Avs?" chiede April, pare piacerle.
Successivamente ne ordina un fac simile su Amazon, e contenta del suo acquisto, continua a vantarsene con me.
Gavin si avvicina a me e ad April, che stiamo discutendo su alcuni compiti di Italiano per oggi. Continua a non capire un esercizio che le ho spiegato almeno centinaia di volte.
"Ehi, ragazzi" si intromette nella conversazione animata. Gli faccio un cenno d'assenso, come ad indicargli di continuare. "Stasera vi va di venire nella stessa pizzeria dell'altra volta con me e Penny? Vorrei farle conoscere qualcuno" chiede lui, come se ce ne fosse bisogno.
April annuisce immediatamente.
"Non c'era bisogno che lo chiedessi" scherza lei, come se mi leggesse nella mente. "Ti scrivo oggi pomeriggio" comincia a trascinarmi su per le scale, per andare alla lezione di Italiano.
"Oggi pomeriggio andiamo un po' in centro?" mi chiede supplicandomi.
"No" ironizzo, e lei subito mette il broncio, "Scherzo, bimba permalosa" ridacchio e ci troviamo nell'aula di Italiano. Entriamo e ci posizioniamo ai nostri posti.
"Perfetto, allora ti porto in un posto" dice eccitata, mettendomi curiosità.
Mentre la lezione si svolge, continuo a torturare April nella richiesta di darmi un indizio, ma lei non si lascia scalfire neppure dai miei occhi da cagnolino bastonato e non osa darmi anticipazioni.
Successivamente, ci troviamo in corridoio con gli altri e ridiamo per qualche minuto pensando a tutte le cazzate compiute in quel mese insieme.
Penso che siano i migliori amici che mi sarebbero potuti mai capitare durante il mio cammino, ormai siamo una squadra, e le squadre non si separano mai.
*
Appena l'ultima campanella suona, mi fermo nell'atrio, in attesa dell'arrivo di April, che mi raggiunge poco dopo con una pila di libri in mano.
Indossa una gonna di pelle nera lunga fino alla coscia, e delle calze a rete trasparenti. Un maglioncino bianco le copre il busto.
È veramente bellissima.
Jasper, che cazzate dici?
Quando April arriva, mi chiede dov'è la mia macchina, ma sono troppo impegnato a fissarla per risponderle. La guardo negli occhi verdognoli e da cerbiatto, che mi osservano confusi.
Ha i capelli color cioccolato raccolti in una crocchia bassa, ed è truccata con una leggera base sui toni dell'oro.
"Jas, ci sei?" chiede per l'ennesima volta, e mi risveglio dal mio stato si trance.
"Scusa. Cosa mi hai chiesto?" domando, come se non avessi sentito la domanda.
"Dov'è la tua auto? Voglio guidarla io" controbatte lei, determinata.
Oh. Mi ero perso l'ultima parte.
"Ti ci accompagno io, e si, te la farò guidare. Ma sappi che se trovo un solo danno la pagherai cara" dico con un po' di sarcasmo, accompagnandola alla macchina. Sale sul posto del guidatore e io entro nel posto del passeggero.
Inizia a guidare verso le strade periferiche, e forse so dove mi sta portando.
Ci fermiamo al parcheggio del centro commerciale.
April mi dice di attendere in macchina, e dopo una decina di minuti torna con due panini del McDonald's e due bibite gassate.
"Mangiamo qua. Dopo finalmente ti svelerò la sorpresa" ridacchia lei, contenta di mettermi ancor più curiosità.
Ci vuole mezz'ora finché finiamo di mangiare.
April ricomincia a guidare, svoltando verso le strade principali, in cerca di un parcheggio. Quando finalmente lo trova, usciamo dal veicolo che chiudo con le chiavi.
La ragazza davanti ai miei occhi mi prende per mano, facendomi arrossire, e mi trascina verso un negozio di dischi.
"Qua ho preso i dischi per il tuo compleanno" dice, contenta, "È uno dei miei posti preferiti da quando..." sussurra, tremando come una foglia.
La abbraccio, calmandola.
"Separiamoci qui, ho bisogno di sbrigare una commissione in questo negozio" a quanto leggo dall'insegna, si chiama Rough Trade.
"Va bene..." annuisce lei sospettosa, andando verso H&M.
Entro nel negozietto, venendo accolto da una ragazza sui diciassette anni, dai capelli biondi ricci e dagli occhi a mandorla.
"Ciao, ti posso aiutare?" chiede gentilmente, e mi fermo ad osservarla. Indossa una maglietta con il logo del negozio infilata dentro a dei jeans blu scuri, e degli stivaletti di camoscio.
"Si, devo fare un regalo per una mia amica, vorrei farle qualcosa di grosso per il suo diciottesimo" rispondo, rimuginando sulla parola amica.
"È solo una amica?" chiede la ragazza, con un sorriso innocente.
"Beh, si... Anche se molti dei nostri amici dicono che staremmo bene insieme. Ad ogni modo, non è questo il punto" replico, ridendo.
Anche lei ride e poi mi domanda: "Avevi già qualcosa in mente?" annuisco, "Volevo regalarle un lettore di musicassette, un giradischi e Happier than Ever di Billie Eilish" dico, e lei annuisce, andando a prendere l'album richiesto.
Va nella sezione degli usati, prendendo un giradischi economico e un lettore di musicassette in ottimo stato.
Pago il conto, ringraziandola, e lei impacchetta il tutto dentro ad una busta.
Esco dal locale, contento, e mi avvicino ad April, la quale esce da un negozio di abbigliamento con una busta in mano.
Le sventolo il regalo davanti alla faccia e lei spalanca la bocca in una piccola "O", vedendo la grandezza del pacco.
"Quanto hai speso?" chiede immediatamente.
"Un centinaio di dollari" lei mi da un pugnetto sul braccio, "Jas!" esclama, in tono d'avvertimento.
Successivamente, sentiamo qualcuno fischiare verso April. Lei si gira.
"Bella! Perché non esci con me che con quel coglione del tuo fidanzato?" chiede minatorio, guardandola con sguardo malizioso.
A pochi metri da noi, è presente un gruppetto di ragazzi, molti dei quali fissano April in uno strano modo.
Lei si avvicina al ragazzo che ha fatto un commento su di noi e chiede, sussurrando minacciosa: "Perché non pensi al tuo carattere da ragazzino di dieci anni invece che a quello del mio ragazzo?" chiede lei puntandogli un dito al petto, e mi scompiglio i capelli per evitare di far notare che sono arrossito, "Mi dispiace, ma sono troppo matura per un coglione come te. Vai a cercare le puttanelle, vedrai come ti cadranno ai piedi" gli tira un sonoro schiaffo, "Stronzo" borbotta poi allontanandosi.
La seguo come un cagnolino, abbagliato dal suo coraggio.
"Scusa? Da quando sei diventata April faccio-quello-che-mi-pare Jones? Questa versione di te mi è nuova" increspo il labbro.
April scoppia in una risata fragorosa e annuisce: "Diciamo che mi ha dato fastidio come ti ha chiamato quel coglione" sussurra, più a sé stessa che a me.
Oh, April, così lo farai arrossire, eh Jas?
Stai zitta, coscienza.
Mai.
Io ed April continuiamo a fare i nostri giri, e torniamo a casa sua con qualche busta in mano.
"Gavin mi ha scritto" annuncia April mentre va verso il suo palazzo.
Sbircio il suo telefono: Ehi, Aprs, facciamo verso le 20 direttamente in pizzeria? Xo.
April comincia a digitare e successivamente leggo il messaggio: Va bene, a dopo. Xo.
"Ti passo a prendere alle 19 e 45?" le chiedo, già impaziente di rivederla.
Lei annuisce, e quando sua madre le apre il portoncino dopo aver risposto al campanello, mi lancia un bacio volante, che contraccambio.
Aspetta, cosa?
Guido verso casa mia arrivando in meno di cinque minuti, entro dal portoncino e trovo mia madre intenta a leggere un libro.
"Cosa leggi?" le chiedo curioso.
"Crime e Punishment di Dostoevskij" risponde, girando pagina.
"Stasera esco con April, Gavin e la sua nuova ragazza" lei annuisce e guardo l'orologio.
Mi metto a studiare e successivamente faccio una lettera ad April per il suo compleanno.
*
Alle 19 e 15 in punto comincio a prepararmi. Indosso una semplice maglietta e dei jeans che mi fasciano le gambe snelle. Indosso inoltre una felpa nera e una giacca di pelle.
Mi scompiglio i capelli ad arte e mi metto un po' di profumo, che come ho potuto osservare, April adora.
Mi metto le scarpe ed esco dalla porta, prendendo la macchina e vado a casa di April.
Le mando un messaggio e lei scende, facendomi rimanere incantato dalla sua visione.
Indossa un tubino nero stretto sui fianchi, i capelli sono sciolti e lisci al naturale, indossa un filo di trucco e tutto ciò la rende estremamente...attraente.
Jasper, che cazzo stai dicendo? Smettila di guardarla, merda.
Lei sale in macchina e mi fissa per qualche momento, poi mi dirigo alla pizzeria indicata da Gavin per l'appuntamento.
Quando scendiamo, suono il campanello del luogo, e la porta viene aperta dopo poco.
April si sente subito a suo agio.
Individuiamo il tavolo dove è seduto il nostro amico e poi guardo la sua ragazza accanto a lui.
Passiamo alle presentazioni, Penelope ha un forte accento tedesco.
La cena passa tranquilla, Penny è una ragazza davvero simpatica che solleva il morale di Gavin con un solo sguardo. Sono davvero innamorati, si capisce da come si guardano.
Io ed April, con un'occhiata d'intesa, capiamo che è il momento di lasciarli da soli.
"Direi che è ora di andare, ci dobbiamo preparare per domani" faccio l'occhiolino ad April, e lei sorride, "Penny, se vuoi puoi venire anche tu. Mi farebbe piacere" chiede indirettamente la mia migliore amica, felice.
La ragazza sorride, probabilmente felice che abbia già fatto amicizia con qualcuno, "Grazie, mi piacerebbe" dice lei in risposta.
Pago il conto per entrambi e usciamo dalla pizzeria.
Ormai è buio e comincia a far freddo, ma nessuno dei due ha voglia di tornare a casa.
Cominciamo a passeggiare in alcune zone vicine alla macchina.
April viene scossa da un brivido per il gelo, e senza pensarci due volte mi levo la giacca appoggiandogliela nel corpicino minuto.
La criminale arrossisce.
"Sei una criminale, lo sapevo" le circondo le spalle con un braccio attirandola a me.
Ora siamo così vicini che basterebbe girarla di fronte a me e abbassarmi un po' per...
Jasper, stai superando il limite. Basta.
Scuoto la testa violentemente, e comincio a camminare velocemente verso la macchina. April mi segue confusa.
Poi sale nell'auto senza dire una parola. Sembra stupita dal mio comportamento, ma decide di non chiedermi nulla, probabilmente perché anche lei sta combattendo contro gli stessi dubbi che mi riempiono la testa.
Arriviamo a casa sua in silenzio.
La accompagno fino al portoncino.
Non so cosa mi prende.
Sono per caso impazzito?
Si, mi risponde la mia coscienza, mentre attiro April a me prima di lasciarla andare, dandole un bacio tra i capelli.
"Buonanotte, Criminale" la saluto.
"Notte, Jas" mi saluta lei.
{spazio autrice: eccomi al mio spazio preferito del capitolo! vi è piaciuto? spero con tutto il cuore di si. Il prossimo capitolo sarà dal pov di Dean (su richiesta di Elena)😉. lasciate una stellina e ci sentiamo in bacheca💜⭐}
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