33- So let's set the world on fire, We can burn brighter than the sun

April

Il canto degli uccellini odiosi che ho impostato come sveglia comincia a suonare accanto al mio orecchio e mi sveglio di soprassalto.
"Cazzo" impreco, già alterata.

Sono le 6:30 e non è mio solito alzarmi così presto, anzi, fosse per me cancellerei totalmente un orario prestabilito di entrata a scuola.

Oggi però sono costretta ad alzarmi e iniziare a prepararmi, perché oggi è il grande giorno, in cui quattro professori della Juilliard decideranno se ho un futuro da cantante o dovrò studiare a Princeton.

Odio il fatto che la scuola in cui sogno di studiare sia la prima tappa del viaggio organizzato dalla mia scuola, ma avendo poche iscrizioni ma di molto valore è stato ritenuto migliore andare in ordine crescente per numero di candidature.

Mi esibirò con Ms. Jackson degli Outkast e Lover di Taylor Swift, per dimostrare la flessibilità vocale che so di possedere e che mi è stata complimentata da Ashley durante le lezioni di canto private e improvvisate.

Sono grata di aver ricevuto il suo aiuto, altrimenti da sola con i miei strumenti e gli spartiti non ce l'avrei mai fatta.

Io e la mia tutor siamo diventate molto amiche, sebbene abbiamo dieci anni di differenza e le menti siano molto diverse. È veramente simpatica e a lei puoi confidare di tutto, si sta per sposare ed è incinta di quattro mesi.

Infilo un vestito rosa semplice, che delinea alla perfezione le mie forme. Questa volta però non mi vergogno di farmi vedere, e l'abito mi calza a pennello.

Sono estremamente stressata per l'audizione e ho paura di non farcela, ma so di avere delle persone che mi sostengono al mio fianco e che mi supporteranno nel bene e nel male.

E se non ce la farai?
E se Jasper non fosse fiero di te?
E se diventerai la Delusione della Stuyvesant High School? Hai già catturato gli sguardi pieni di finta compassione anni fa, non vorrai ripetere l'esperienza cambiando le emozioni?

Ti prego, Coscienza, non è proprio il momento di farmi ricordare tutte le persone e i professori che mi dicevano che mi capivano, sebbene sapessero meglio di me che non fosse vero. Tutta l'altra gente che invece rideva di me, perché... Perché ero solo triste per la morte dei miei genitori.

È così brutto mostrare le proprie emozioni?

È così orribile e disgustoso dimostrare di non essere un robot che è identico ai suoi gemelli?

È così strano uscire dai propri confini per una volta e andare incontro alle proprie passioni?

È rischioso, lo so, ma penso che per questa volta non mi importi.
Scrivo un messaggio a Jas mentre faccio colazione, e mi risponde dicendomi che in cinque minuti sarà sotto casa mia per venirmi a prendere.

Forza, April! Ce la puoi fare, e sai che io conto su di te!

Grazie, amica mia.

Infilo le sneakers e mio padre mi aiuta a portare sotto casa la mia valigia.
"Che cazzo hai messo in questa valigia, April? Un cadavere?" ridacchia Jackson, e io sorrido divertita.
"Si, mi aiuti a portarlo nel bosco?" scoppia a ridere e io lo imito.

Il venticello di metà aprile mi solletica la pelle e rivolgo lo sguardo al cielo, mentre mio padre mi lascia un bacio sulla guancia e si allontana verso la sua macchina.

Osservo l'albero di ciliegio che si trova proprio di fronte a me e vado a sedermi sotto alla sua ombra calda. Disconnected dei 5 Seconds of Summer mi suona nelle orecchie e fermo la musica solo quando vedo la macchina di Jasper parcheggiare sotto il mio appartamento.

Mi alzo in piedi per raggiungerlo e mi infilo in macchina nel posto del passeggero.
Jasper si volta verso di me e con un sorriso che va da un orecchio all'altro esclama: "Buon Audition Day, Criminale!" si avvicina per lasciarmi un bacio a fior di labbra e quando si ritrae metto il broncio, volendo di più.

"Il bacio di buona fortuna te lo dò dopo, Criminale" arrossisco e poi rispondo: "Non vedo l'ora, mio poliziotto" ridacchia e poi mette in moto.

Ripenso alla giornata di ieri e un sorriso si forma spontaneo sul mio volto. Jasper ieri mi ha assistita durante il mio ennesimo attacco di panico della giornata per il mondo di Eternals.

Quel maledetto sparo alla tempia di Cromwell mi ha fatto rabbrividire e il suono continua a rimbombarmi nella testa. Mi ha sconvolta talmente tanto che non riesco a dormire, e ora tengo un coltello sotto al letto per paura che qualcuno mi possa fare del male.

Jasper questo non lo sa però.

Mi ha coccolata finché non mi sono calmata, e mi ha aiutato a fare la valigia perché non avevo la minima idea di cosa infilarci dentro. Quando mi ha preso le guance e mi ha baciata, dicendomi che sarebbe stato il viaggio migliore delle superiori perché ci sarebbe stato lui, sono scoppiata a ridere, sebbene lo pensassi anche io.

Vi amate davvero tanto, eh?

Si, cazzo. Penso di non aver mai amato nessun altro quanto lui. Neanche quanto Tom Davies, adesso che ci penso.
Jas parcheggia davanti alla scuola e scendiamo dalla macchina, diretti verso il nostri gruppo riunito davanti al pullman. La professoressa di Inglese ci dà il benvenuto e mettiamo i bagagli nella stiva, per poi sederci sul veicolo.

Infilo immediatamente le cuffiette attivando la mia playlist preferita, ma Jasper me le sfila dicendomi: "Criminale, togli quella musica" mi sussurra dolce, e io alzo gli occhi al cielo.

"Dai, Jones, ci divertiremo!" esclama Ava di rimando, allungandomi una bottiglia d'acqua per calmare il bruciore che sento dentro. Lei ha capito.

Annuisco e ne bevo un sorso, per calmarmi leggermente. So che potrei sembrare ridicola agli occhi di qualcuno che non mi conosce, ma nessuno potrà mai comprendere al cento per cento quel senso di ineguatezza che mi fa sprofondare il cuore e romperlo in mille pezzi. La paura costante di non farcela, di fallire o essere una delusione per tutti.

Un'adolescente qualunque penserebbe alle nuove unghie da fare, alla propria cotta del momento o alla prossima storia Instagram da postare per essere notata. Non di certo ad un mondo totalmente sconosciuto chiamato Eternals o ai propri problemi.

Sei giovane, April. E' normale essere diversi e avere più problematiche. Tu sei coraggiosa, e il fatto che sei ancora qua ne è la prova.

*

Il pullman parcheggia e la professoressa di Italiano ci raggiunge e comunica: "Ci siamo fermati alla nostra prima tappa del viaggio: la Juilliard School. Gli studenti che hanno mandato una candidatura seguiranno il proprio consulente verso la sala audizioni, mentre il resto della classe potrà visitare la scuola" annuisco con foga e inizio a scaldarmi la voce, mentre cammino mettendomi uno zaino in spalla. Jasper mi cinge le spalle con un braccio e quell'unico contatto mi riscalda il cuore, sciogliendo per un solo momento le barre di ghiaccio che mi sono creata da sola.

Appena vedo l'imponente università trasalisco, e un sorriso spontaneo si forma sul mio volto.

"Hai capito in che scuola potrebbe entrare la nostra Aprs, mh?" ridacchia Gavin, raggiungendomi e sorridendomi rincuorante.
"Ehi, tu sei entrato a Yale, non scherzare!" gli do' una spallata ed entriamo nell'edificio, che mi fa rimanere incantata con i suoi colori e la vivacità e il caos che regna lì dentro.

Subito mi accoglie Ashley, che mi abbraccia calorosamente: "Come stai, piccola peste? Hai riscaldato la voce? Sei pronta?" mi chiede preoccupata.
"Ciao anche a te, mamma. Si, ho appena riscaldato la voce facendo gli esercizi che mi hai assegnato... Sono molto stressata" ammetto combattuta, ma lei mi carezza il braccio comprensiva.

"Tranquilla, io sarò lì con te" mi fa cenno di seguirla e i miei amici mi si affiancano subito, non volendomi lasciare sola.

Ashley entra in una porta e mi da' due minuti per farmi augurare buona fortuna. Tutti mi abbracciano a turno, e quando è il turno di Jasper quasi mi fiondo tra le sue braccia che mi accolgono amorevolmente.
"So che sei spaventata, Criminale, l'ho percepito subito. Ma sai anche che sei una bravissima cantante che ha un ottimo potenziale, te l'ho ripetuto un milione di volte. Abbiamo provato tanto assieme e sei stata sempre perfetta. Ti meriti questo futuro più di ogni altro" mi sussurra, delle parole che solamente noi potremmo comprendere.

"Ti amo, Jasper" si sporge per baciarmi e le nostre lingue si intrecciano perfettamente, come due pezzi di un puzzle. Quando ci stacchiamo, entro nella stanza e solamente lui si posiziona alle finestre per guardarmi.

"Buongiorno, April Jones. New York" esordisco sicura di me stessa, guardando tutti e quattro i professori senza vacillare. Ho provato per tanto questa frase davanti a diverse persone per far sembrare di non essere terrorizzata da tutto ciò.
"Cosa canta?" chiede un professore abbastanza giovane, con capelli castani e tatuaggi sulle braccia che raccontano la sua storia.
"Lover di Taylor Swift e Ms.Jackson degli Outkast" rispondo prontamente, e quando faccio un cenno d'assenso dalle casse cominciano a suonare le note dolci della prima canzone.

Le parole fluiscono senza alcun timore, canto come non ho mai fatto prima e alla fine di ciò arriva la parte che mi spaventa di più. Quella canzone degli Outkast ha un significato molto importante per me, legato ai miei genitori. La ascoltavamo sempre in macchina durante i viaggi lunghi, ed è stata l'ultima canzone che abbiamo ascoltato insieme prima dell'incidente con la famiglia Davies.

Il ritmo comincia a rimbombarmi nelle orecchie e il cuore comincia a battermi all'impazzata. Solo Ashley e Jasper sanno di questo, e dato che la prima non sa darmi nessun aiuto mi giro istintivamente verso il vetro alla mia destra. Jasper mi fissa con un cipiglio preoccupato, poi però mi sorride e mi basta questo per farmi cantare.

"I'm sorry Ms. Jackon, I am for real
Never meant to make your daughter cry"

Appena i cinque agognanti minuti di canzone finiscono, in tutta la sala si leva un applauso generale e mi fanno accomodare fuori dalla porta. Tutto il gruppo mi si avvicina dicendomi che sono stata bravissima e che di sicuro mi prenderanno, ma io... Io sto pensando solo alla mia mamma. A ciò che mi ha sussurrato quel pomeriggio.

Jasper solo in quel momento si presenta davanti a me con gli occhi lucidi e si inginocchia per arrivare alla mia altezza. Tutti gli altri si fanno da parte, lasciandoci soli per un momento. Scoppio in un pianto liberatorio bagnandogli la felpa anche se sembra non importargli; mi prende la testa portandola contro il suo petto e mi stringe forte a sé.

"Va tutto bene, amore" bisbiglia.

"Mia mamma... Mio papà..." lui mi abbraccia solo, sa che le parole farebbero ancora più male e che in questo caso preferisco di gran lunga il silenzio.
"Ci sono qua io, tesoro, e tutto va bene se restiamo insieme. Io non ti abbandonerò mai" gli lascio un bacio a fior di labbra e gli sorrido debolmente.

A quel punto Ashley apre la porta ed esce dalla stanza con un sorriso raggiante.
"Tesoro, sei stata bravissima e io sono fiera di te. I professori hanno apprezzato il piccolo momento di emozione all'inizio e sai meglio di me che alla Juilliard piacciono le cose vere e sentimentali. C'è una buona probabilità che tu inizi a frequentare la scuola" le sorrido grata e lei mi porta a visitare la scuola e gli appartamenti.

Tutto questo è una figata, cazzo.

E' proprio la scuola adatta a te.

"Tutti questi colori mi ricordano te" mi dice Natalie avvicinandomisi. Sorrido pensando che sia il miglior complimento che una persona potrebbe mai farmi.
Ringrazio lasciandole un bacio sulla guancia e lei si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, leggermente a disagio.

Natalie non è una ragazza che mostra molto affetto in pubblico. E non ama riceverlo, in particolare dalle ragazze. La relazione scandalo con Ava l'ha molto scossa, ma dovrebbe imparare a scavalcare i pregiudizi e amare per vivere e vivere per amare.

Proprio come ti senti tu con Jasper. Avete superato ogni confine insieme.

*

Il pullman si ferma nuovamente verso la seconda università del nostro viaggio-visita. L'autista, che ha sopportato gli schiamazzi immaturi di alcuni nostri compagni di scuola, ci informa del fatto che siamo arrivati alla Columbia University, la futura scuola di Ava, Natalie, Daisy e Cedric. Questi ultimi scendono dal veicolo come delle saette e non si degnano di aspettarci, anzi ci fanno la linguaccia mentre aspettiamo che le altre persone scendano.

Cedric urla qualche insulto scherzoso nei confronti di Dean, l'unico che non sarebbe venuto in viaggio se solo non l'avessimo pregato, e lui borbotta: "Prima o poi gli tiro un ceffone" Gavin ridacchia e seguiamo i nostri amici.

Intanto, mentre Jasper mi trascina tenendomi per mano, adocchio Evelyn, Millie e Charlotte che mi lanciano sguardi di fuoco, che ricambio con altrettanto disprezzo.

Visitiamo i vari dipartimenti soffermandoci soprattutto su quelli di Astronomia, Letteratura, Medicina e Psicologia. I campus sono un po' più smorti rispetto a quelli della Juilliard, ma nelle varie stanze i coinquilini si impegnano per decorare l'appartamento secondo i loro gusti personali con colori e foto di ogni tipo.

I miei amici sembrano estasiati all'idea di poter dividere le stanze con chi vogliono, e Natalie e Ava si lanciano uno sguardo d'intesa. Sorrido al pensiero che possano finalmente essere loro stesse e libere per qualche ora. Insieme.

Dopo due ore di visita usciamo nuovamente all'esterno salendo sul pullman e aspettando gli altri componenti della classe con i docenti, che appena salgono a bordo fanno partire il pullman con destinazione l'hotel nel quale alloggeremo questa notte.

Ci assegnano le camere e fortunatamente mi ritrovo con Daisy, e di fronte a noi ci sono tutti i nostri amici. Facciamo intrusione nella camera di Cedric e Jasper dove troviamo anche gli altri ad aspettarci e iniziamo a chiacchierare animatamente di qualsiasi argomento.

E' questo il bello quando ti trovi in un gruppo di persone che ti vogliono bene: puoi immergerti in tante discussioni diverse senza mai annoiarti, e sono sicura che loro non mi annoieranno mai.
"Scusate un secondo" si intromette Dean con lo schermo del telefono appiccicato agli occhi, "Stasera andiamo alla festa sul tetto? Ci saranno tutti gli altri" io annuisco immediatamente e Daisy mi si affianca, esclamando: "Se ciò implica alcol gratis, io ci sto!" tutti sono d'accordo così cominciamo a prepararci. Indosso un tubino nero e degli stivali, e quando saliamo sul tetto la situazione è già senza controllo: persone ubriache e che pomiciano sulle sdraio, altri sdraiati a terra e altri ancora dietro i banconi a servire i meno sobri.

Io punto ad un hot dog che finisco in quattro morsi e poi inizio a ballare a tempo della musica.

La stessa, però, dopo pochi secondi si abbassa e una ragazza dai capelli biondi che conosco fin troppo bene comincia a parlare al microfono: "Gente! Tutti al centro a giocare ad Obbligo o Verità!" Ci raggruppiamo in un enorme cerchio e le tre vipere si mettono vicine, cominciando a discutere sulla prima vittima da colpire.

Io sbuffo già spazientita.

"Jaspy" esclama Millie, la più cotta delle tre. Lui alza gli occhi al cielo e io ridacchio sottovoce, "Bacia April Jones, se ne hai il coraggio" ridacchia con voce acuta. Lui però non mostra alcuna emozione e invece dice: "Con piacere" mi fa girare verso di lei attirandomi alla sua bocca. Le sue labbra sanno di Bud Light, e mi bacia con passione e desiderio, senza nascondere l'amore che c'è tra di noi.

Si leva un coro generale di "Uh" e le tre rimangono senza parole, passando lo sguardo da me a lui e da lui a me, per poi continuare il gioco finché la gente non comincia a stufarsi e tornare a ballare.
"Finalmente, è finita l'agonia!" esclamo e tutti scoppiamo in una risata fragorosa, "Vado a prendere qualcosa da mangiare" vado verso il banco dei panini salati e faccio per prenderne uno, quando la Trinità mi si avvicina incattivita.

Evelyn, Millie e Charlotte. Padre, Figlio e Spirito Santo.

"Jones, quanto tempo! Ti sei ingraziata Hall, mhm?" indaga la prima, guardandomi come se volesse iniettarmi del veleno in corpo.
"Si è innamorato di me, puoi anche smetterla con questa storia, Evelyn" alzo gli occhi al cielo, infastidita.
"Già, e non so proprio come abbia fatto a scegliere te e non me, per esempio" continua Millie, aspra.

"Così è stato, quindi fatevene una ragione e lasciatemi in pace"
"Mh... Ormai è diventato il mio passatempo preferito infastidirti, quindi perché non continuare?" contrattacca lei.
"E perché, Cox?" chiedo alzando un sopracciglio.

"Perché il tuo punto debole sono i paragoni" spiega guardando le sue amiche e facendo loro un occhiolino, "Non vedi come sei grassa? Vorresti somigliare a me, tesoro? Per farlo, potresti anche risparmiarti quel panino farcito, non pensi?" chiede e io abbasso il capo, colpita nel segno.

"Le tue forme sono un po' troppo calcate. Le tue coscie sono un po' troppo" dice Charlotte, parlando per la prima volta.

Trattieni le lacrime, Jones. Sei più forte di loro, lo sai.

"Quanto pesi, April?" chiede Evelyn.
"Sessanta chili" rispondo balbettando, a disagio.
"È troppo, Apriluccia. Lo sai meglio di noi che non mangiare per qualche giorno farebbe la differenza. Evita i dolci, evita le bibite gassate, evita i pasti completi. Evita i pasti e basta" continua Millie, con un ghigno malefico che mi dice che vuole solo farmi del male.

Non sento neanche il dolore quando la stessa mi tira uno schiaffo sulla guancia, che comincia ad essere rossa.

"Tu sei un po' troppo, Jones. Vedi di diminuire, o il tuo corpo e tutti i potenziali che ha possono andare a puttane" sghignazza Charlotte Carter, che penso che sia l'unica a dire ciò che dice per ordine delle altre due.

Si allontanano senza dirmi più nulla e lascio perdere il tovagliolo con il panino che avevo messo dentro.

Anzi, mi fiondo nel banco dell'alcol, e all'improvviso lascio il controllo al mio istinto.

È l'unica soluzione, adesso. C'è solo quello che può darmi sollievo da tutti i pensieri.
"Tu sei un po' troppo, Jones".

Non ci pensare, ora. Piuttosto pensa ad accaparrarti quella bottiglia di tequila prima che te la fottano.

*

Non so quanto tempo passa. Non so nemmeno quanti shot bevo. O forse erano bottiglie. Non mi ricordo.

So solo che la vista è offuscata e che gruppi di persone mi passano davanti e mi travolgono.
"Per-permesso" dico con voce flebile, ma nessuno mi sente.
Vengo spintonata di qua e di là, e perdo la sensibilità del dolore che provo.

Una spallata ancora più forte mi fa traballare e cado a terra, riuscendo a reggermi con le mani per non sbattere la testa.

Poi mi lascio cadere a terra, ma l'alcol che ho ingerito comincia a salire tutto in una volta.

Trovo un secchio accanto a me e comincio a rimettere tutta la tequila, tutta la vodka alla fragola, tutta la birra, tutto... E mi sento proprio uno schifo. Del tutto prosciugata.

Le persone mi pestano e io non trovo la forza né di alzarmi da terra né di ritrarre le gambe. Vorrei solo stare sul mio letto in questo momento.

Qualcuno si sporge verso di me accarezzandomi i capelli. Nonostante la vista sfocata, riconosco i riccioli color pece di Daisy.
"April? Stai bene?" mi chiede con voce dolce.
"Che cazzo succede?" dice una voce che non riesco a riconoscere. Forse Ava, o forse Dean... Non lo so...

"April ha bevuto troppo..." dice dubbiosa.

"E dov'è quel coglione di Hall?" risponde la ragazza o il ragazzo, di cui riconosco solo i brillanti occhi verdi.
"Penso che sia con gli altri, dietro a quella parete" replica Daisy, alzandosi e sussurrandomi: "Tra poco arriva Jasper, non ti preoccupare. Non sei sola, ho capito tutto".

Tutto cosa? Vorrei chiederle, ma la voce non riesce ad uscire.

Poco dopo si sentono delle urla e una persona che corre.
O forse me lo sto solo immaginando.

Però riconosco il suo profumo, i suoi capelli e la sua voce.
"Tesoro, ora ci sono io. Lascia che ti aiuti, e non cercare di risolvere i tuoi problemi con l'alcol" mi prende in braccio e mi circonda con le sue braccia possenti, dandomi un bacio sulla guancia.

Mi porta all'interno e comincio ad avere meno freddo, poi va verso quella che suppongo sia la mia stanza e sbatte la porta. Mi appoggia sul letto e mi dice: "Vuoi che ti metta il pigiama, Criminale?" mugugno in risposta e capisce che è un si.

Ma vedrà tutte le tue forme...
"Tu sei un po' troppo, Jones"

Non penso che mi importi ora.
D'improvviso sento la seta del mio pigiama addosso, e Jasper mi mette le coperte per coprirmi.
Mi accarezza la fronte e io mi sforzo di aprire leggermente gli occhi per osservare il suo bel viso, fallendo.

"Perché ti sei ridotta in questo stato, Criminale? Chi ti ha indotto a fare tutto ciò?" mi sussurra, una lacrima gli cade dal volto e finisce all'angolo della mia bocca.
"E...Evelyn... Millie... Loro..." balbetto incapace di dire altro, ma lui capisce e conclude: "Quelle stronze la pagheranno. Nessuno colpisce la mia Criminale a mia insaputa" mi lascia un bacio a fior di labbra e cado in un sonno profondo.

{spazio autrice: ciao a tutti! benvenuti nel capitolo 33 di eternals (-7) ((devo smetterla di fare il countdown)). spero che vi sia piaciuto, anche questo capitolo è molto intenso quindi se avete bisogno di sfogarvi fatelo qua🔥. il prossimo capitolo sarà dal pov di Bill (per suggerimento di BookslifeofElena). hope you liked, Darcey💜}

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