Capitolo 6
Song Mingi.
Da quando aveva capito che quel ragazzino assolutamente adorabile si chiamava così, quelle due parole non avevano smesso un secondo di rimbalzargli da una parte all'altra della scatola cranica come una pallina rimbalzina impazzita.
Song Mingi.
Di sicuro su Instagram ce ne erano decine e decine, e per trovare quello giusto ci aveva impiegato ore.
In verità non ci era neppure riuscito. Non da solo, almeno.
Il giorno dopo aver scoperto il nome del ragazzo, visto che non era ancora riuscito a cavare un ragno dal buco, sull'orlo di una crisi di nervi, aveva chiesto aiuto a San, il quale, dopo avergli letteralmente riso in faccia, gli aveva fatto notare che se avesse cercato il profilo Instagram di Choi Jongho, molto più facile da trovare dal momento che, avendo appena cambiato istituto, lo seguiva mezza scuola, poi, ovviamente, gli sarebbe stato molto più facile trovare il profilo del suo "principe azzurro".
Yunho si era ovviamente sentito un emerito cretino per non esserci arrivato da solo, che una ricerca incrociata era la cosa più intelligente da fare.
Anche se poi Hongjoong gli aveva fatto cortesemente notare che la cosa più intelligente da fare, ovviamente parlando a livello di cretino, sarebbe stato andare da Mingi e chiedergli il suo Instagram. Parlando a livello intelligente, invece, avrebbe potuto andare da quel ragazzino e parlargli direttamente e, sopratutto, smetterla di farsi tutte quelle inutili pippe mentali.
Entrambe idee che gli facevano accapponare la pelle anche solo a guardarle da lontano.
Quindi si decise a cercare Choi Jongho su instagram.
Ovviamente ce ne erano tanti, ma quel Choi Jongho era decisamente difficile da confondere.
Per quanti Choi Jongho ci potessero essere al mondo, solo uno poteva avere una ciotola di caramelle rosa e gommose come foto profilo e in più seguire un tale che si chiamava Song Mingi.
Prima che la professoressa della prima ora entrasse in aula e quindi gli toccasse mettere via il cellulare, diede un'occhiata ad entrambi i profili, notando che non c'era granché se no qualche foto dei due ragazzi, di solito assieme e quasi sempre con delle caramelle rigorosamente rosa e gommose.
Stava per chiudere il telefono quando San, che a quanto pareva era stato dietro di lui a sbirciare fino a quel momento, gli mollò uno scappellotto sulla nuca.
-Seguilo, scemo!- lo sgridò.
Seguirlo? Robe dell'altro mondo.
-Ma sei matto?!-
-No, tu sei matto! Che cosa ti salta in mente di non seguirlo?!-
-Ma potrebbe notarmi!-
-Appunto!-
-Appunto?!- chiese sgranando gli occhi.
-Te l'ho detto: non puoi continuare a guardarlo da lontano come un maniaco. Non è sano.- sbuffò l'altro facendo un gesto esasperato con la mano.
-Ma...-
-Niente ma! Seguilo. Ora. Oppure troverò qualcosa di spiacevole da farti. Molto spiacevole. Potrei addirittura chiedere a Wooyoung di aiutarmi ad architettarlo.-
Yunho deglutì, estremamente a disagio. Qualunque cosa quei due avrebbero potuto pensare,, era sicuro che non gli sarebbe piaciuta.
Sicuro che se ne sarebbe pentito, premette sul segno "segui".
-Mi chiedo perché ve ne ho parlato.- mugugnò imbronciato.
-Perché tanto era palese. Probabilmente se ne sono accorti anche i marziani, ormai.- gli fece notare l'altro.
-Così non mi aiuti.- brontolò ancora il ragazzo guardando sconsolato lo schermo nero del suo cellulare prima di lasciarlo scivolare nello zaino.
-Spero solo di non farci una figura di merda.- concluse appoggiandosi sul banco.
-Ma non dire cazzate, per carità. Non vedo che figura di merda potresti fare seguendo qualcuno su Instagram.-
-Non lo so ancora, e spero anche di non scoprirlo.-
-Ecco, bravo.
-E ora, come ti ho già detto, smettila di farti pippe mentali o ti butto il telefono nel cesso.- concluse San scompigliandogli allegramente i capelli prima di tornare al suo posto.
Imbronciato, Yunho si rassegnò a seguire la lezione, o almeno a provarci; cosa decisamente difficile, dal momento che in testa aveva solo quel Song Mingi, che fosse maledetto.
Poteva almeno lasciarlo concentrare, dopo essersi introdotto, decisamente senza alcun permesso, nella sua mente?
Gli tornò in mente una canzone che aveva sentito da qualche parte, probabilmente in uno di quei dannati fast food in cui yeosang regolarmente li trascinava.
Straight into my heart and stole it
Through the doors and past the guards
Ecco, si era distratto di nuovo.
A malapena si rese conto che erano passate delle ore e sobbalzò quando San gli tirò l'ennesimo scappellotto sulla nuca.
-Sveglia, Mister Delulu.
-Andiamo a prendere qualcosa alle macchinette? Stamattina non ho fatto in tempo a fare colazione e sto morendo di fame.- propose.
-Va bene.
-Però basta tirarmi scappellotti. Sono già abbastanza rimbambito così.- brontolò il ragazzo distendendo le gambe per alzarsi.
-Non ti preoccupare che tanto più scemo non lo diventi di sicuro. È fisicamente assolutamente impossibile.-
-Io ti...
-Andiamo a recuperare gli altri quattro?- chiese, rinunciando a ribattere, sapendo che avrebbe comunque perso.
Visto che i loro amici non si vedevano nel corridoio, si avviarono verso le loro classi, per poi trovarli bloccati davanti alla porta di quella di Hongjoong e Yeosang.
-ma che cavolo sta succedendo?- brontolò San guardando il capannello di studenti che si era riunito intorno ad Hongjoong, mentre Wooyoung, yeosang e Seonghwa stavano leggermente in disparte, palesemente innervositi.
-Non mi piace...- mormorò Yunho, a sua volta preoccupato.
-Sì, perché fai schifo, solo schifo!- sbraitò in quel momento un ragazzo, avvicinandosi ad Hongjoong in maniera decisamente minacciosa.
-Ma schifo la tua...- iniziò Seonghwa, facendo a sua volta per avvicinarsi.
-No, Hwa, lascia stare; è meglio se non ti immischi.- lo fermò il suo ragazzo, per poi rivolgersi all'altro con un sorrisetto quasi strafottente sulle labbra.
-Dicevi?- chiese.
L'altro parve gonfiarsi, spalleggiato dai suoi amici.
-Tu, schifoso frocetto...-
Prima che qualcuno potesse dire o fare alcunché, San sentì una mano posarglisi su una spalla e l'istante dopo qualcosa di una dimensione consistente volò al di sopra della sua testa, atterrando parecchi passi avanti.
Nessuno fece in tempo a capire che cosa fosse successo prima che Deiji si avventasse contro il ragazzo e lo sollevasse in aria per poi lanciarlo addosso ai suoi amici, con il risultato che tutto il gruppo finì spiaccicato sulle piastrelle del pavimento del corridoio.
-Veramente non avete nulla di meglio da fare che rompere le palle?- chiese la ragazza guardandoli con le mani piantate sui fianchi, mentre gli altri la guardavano a loro volta, più scioccati per quello che lei aveva fatto più che per quello che il ragazzo aveva detto.
C'erano delle priorità, nella vita.
-Deiji, ti avevo detto che non devi...- iniziò Hongjoong, riprendendosi per primo.
-Zitto, tu!- lo zittì l'amica tirandogli un leggero scappellotto sulla nuca e facendolo sorridere.
-Sì, però, veramente, non ce n'era bisogno, sai, non era una granché di cosa.- insistette mentre si allontanavano, lasciando gli altri ancora ammucchiati sul pavimento.
-Nessuno dice ai miei amici che fanno schifo senza poi subirne le conseguenze.- insistette a sua volta la ragazza.
-E in più tu avevi detto che avevi smesso di fare queste cose!- si intromise Seonghwa, palesemente contrariato.
-Ho smesso di farle a te, semmai.- grugnì Deiji frugandosi nelle tasche dei jeans alla ricerca del cellulare.
Yunho aprì la bocca per chiedere spiegazioni, anche perché non aveva idea del fatto che Deiji sapesse picchiare le persone in perfetto stile film, ma qualunque cosa stesse per dire gli passò completamente di testa non appena lo schermo del suo cellulare si illuminò per una notifica di Instagram.
Ma ciao! Sei Yunho, vero?
Comunque la canzone che è venuta in mente a Yunho è "Best Song Ever" degli One Direction.
E ve l'avevo detto che Deiji è pericolosa (questa sua performance non mi soddisfa ma vabbè).
Comunque. Forse dovrei dire qualcosa d'altro, ma nel momento in cui ho scritto questo capitolo avevo quattro giorni di sonno arretrato ed era il caso che andassi a dormire. Mentre ora che ho finito di trascriverlo ne ho solo tre e devo andare a studiare.
Quindi.
:D
Grazie per leggere.
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