Capitolo 5

Finalmente, la sera della vigilia di Natale, il signor... poté chiudere felicemente la sua cartoleria e congedare con un lauto stipendio i suoi due commessi part-time.

Se ne andò a casa, accese il camino e si bevve una bella tazza di cioccolata fumante.

Poi se ne andò a dormire e il giorno dopo si preparò per andare al gran ricevimento del sindaco, visto che quest'ultimo ci teneva tanto.

E il signor... si sentiva troppo al settimo cielo per rendere scontento qualcuno.

Quindi alle quattro del pomeriggio si avviò lemme lemme verso casa del sindaco, infagottato nel suo solito giaccone, perché dopo tutta questa bellezza non gli sarebbe piaciuto ammalarsi.

Camminò di buona lena per non arrivare in ritardo. Solo che con il suo magnifico passo cadenzato riuscì a trovare tutti i semafori rossi, uno dopo l'altro.

E arrivò con ben sei minuti di ritardo.

Il sindaco in persona andò a riceverlo alla porta.

-Vostra Eccellenza, sono mortificato per il ritardo...-iniziò subito il signor...

Non era una persona a cui piaceva essere rimproverato. Proprio no. Si rimproverava già abbastanza da solo senza che ci si mettessero pure gli altri.

Non che servisse a qualcosa, poi.

Ma il sindaco non ci stava proprio pensando.

-Mio caro! Eccoti finalmente! Iniziavamo a temere che ti fosse successo qualcosa!- esclamò andandogli incontro a braccia aperte, il suo gran pancione in bella mostra nonostante la fasciatura dei pantaloni.

-Oh no. Assolutamente, non mi è successo niente. Sono solo stato prigioniero dei semafori.- rispose cordiale il signor... adocchiando il tavolo del buffet.

-Ah, quei semafori! Bisognerà fare assolutamente qualcosa!- annuì vistosamente il sindaco.

-Assolutamente!- concordò il signor...

Non gli andava proprio a genio il sindaco. Gli sembrava un pochino una persona falsa. E di corporatura gli ricordava le immagini di Babbo Natale.

Ma era Natale, appunto.

Non si poteva essere così pignoli.

Comunque il fatto che si chiamasse Natalino non aiutava particolarmente.

Ma il buffet sembrava così appetitoso...

-Ma prego, mio caro amico! Lasci qui la sua giacca evada a godersi la festa! Su su!-

Il signor... ringraziò e non se lo fece ripetere.

Non c'era che dire: in quanto a cibo il sindaco aveva fatto degli ottimi ordini.

Quanto agli invitati...

Il signor... li trovava un po' noiosi. Tutti che si complimentavano con lui per il successo ottenuto ma nessuno che ne capisse qualcosa di arte.

Ma era Natale.

E il buffet era buono. Magnifico, anzi.

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