How did I got kicked out of heaven

Aprii gli occhi e la mia visuale fu completamente riempita da una luce bianca e accecante: ero sicura che a momenti mi sarei risvegliatx nella casa della signora Porter, di fronte al suo quadro elettrico con l'interruttore magnetotermico permanentemente scassato, ma sfortunatamente non fu così: mi trovavo in un posto pieno di nuvole colorate, con un cielo azzurro e che sembrava molto tranquillo.

No... che posto è questo?

Proprio dietro di me, osservai un cancello dorato, e solo allora compresi che cos'era appena successo: ero morta, sì, certamente, però non ero finita all'inferno, bensì in paradiso.

Mi passò davanti una donna: aveva la pelle di un giallo molto pallido, che emanava luce, i suoi capelli erano lunghi fin sotto le ginocchia e erano bianchi, dalla schiena spuntava un paio di ali da angelo, sopra la sua testa c'era un'aureola e indossava una tunica bianca lunga fino ai piedi con una cintura dorata in vita.

<<Ciao, uhm, scusa, posso farti una domanda?>> chiesi.

Si abbassò (?) verso di me e mi sorrise. <<Dimmi tutto!>>

<<Dove... dove mi trovo?>> 

<<Non lo sai? Uhm, mi domando come mai. Devi essere una nuova arrivata, allora... be', lascia che ti spieghi: sei appena morta, cara, e qui ci troviamo in paradiso, più precisamente nel girone dell'Umiltà! Dimmi, chi sei?>> chiese, ancora.

<<Il mio nome è... Leah Clawthorn. Sono morta a ventidue anni, vivevo a New Orleans, in Louisiana, dove ero un'elettricista molto brava, e ci mettevo tutta la passione che avevo nel mio lavoro. Poi, purtroppo, aggiustando un componente di un quadro elettrico, sono stata distratta dalla mia cliente e ho preso la scossa... dev'essere stata molto forte, a tal punto da fulminarmi ed uccidermi>> raccontai.

La donna non smise di sorridermi. <<Ho capito, effettivamente non è una buona ragione per morire, ma... ehi, almeno ti trovi qui adesso! Ciò di cui devo avvisarti, però, è questo: siamo in paradiso, come già sai, di conseguenza ci sono dei comportamenti che per noi angeli sono intollerabili: niente parolacce, niente alcol, niente bestemmie, niente blasfemie, niente NSFW e niente violenza! Questo dev'essere un luogo pacifico, deve rimanere così e dobbiamo impegnarci a mantenere il suo stato. In particolar modo è compito di noi angeli. E se infrangi le regole ti cacceranno lì sotto, vedi?>>

L'angelo indicò un punto sotto di noi.

<<Cos'è quel posto?>> domandai, sempre più curiosa di capire come le cose funzionavano lì.

<<Quella? Quella è Pentagram City, che si trova nel girone dell'Orgoglio, in un posto poco raccomandabile chiamato inferno. Non hai idea di che razza di individui vivono lì sotto: spacciatori, criminali, assassini, serial killer, attori... insomma, un branco di mentecatti che hanno sprecato la loro vita a peccare e hanno perso l'occasione di vivere in un posto così. Ma tu non l'hai fatto, vero, Leah?>> spiegò l'angelo.

La osservai per un momento: quel suo costante parlare di religione, di peccato e di peccatori mi ricordò molto bene la signora Porter, solo che era impossibile che lei fosse già morta, e poi non aveva né quella voce né tantomeno quell'aspetto, la conoscevo da una vita e avrei giurato che non fosse lei.

Però avrebbe potuto, se solo le fosse passato per la testa il pensiero di avermi uccisa, convocandomi nella sua umile dimora per riparare quel dannatissimo interruttore magnetotermico...

<<No, non ho mai peccato e non ho intenzione di farlo...>> risposi, un po' incerta.

<<Perfetto, allora! Vuoi fare un giro per la città assieme a me? In questo modo ti farò incontrare dei nuovi angeli e potrai stringere nuove amicizie, inoltre avrai l'occasione di vedere molti posti famosi di questa città! Ci stai?>> propose.

<<Assolutamente sì, ne sarei felicissima!>> esclamai, tutta contenta.

Mi resi conto solo in quel momento che ero stata sdraiata tutto quel tempo, quindi indietreggiai un attimo e mi misi in piedi, colpendo con le mani la tunica bianca che stavo indossando anche io e dandomi una sistemata ai capelli.

<<Possiamo andare!>> dissi, sorridendo alla donna, che ricambiò.

Certo che il suo modo di fare era un po'inquietante, non smetteva mai di sorridere...

<<A proposito, tu come ti chiami?>> le chiesi, mentre camminavamo e mentre mi illustrava quali fossero le principali aree della città.

<<Mi chiamo Cassidy Rotting>> rispose la donna.

Il nome Cassidy mi era sempre piaciuto moltissimo, così le dissi esplicitamente che approvavo totalmente la scelta di quel nome da parte dei suoi genitori o di chiunque gliel'avesse affibbiato... un momento, non sembra che così ci stia provando con lei spudoratamente?

<<Senti, ma...>> iniziai. <<Se io inizio a farmi delle amicizie, e a un certo punto decido che vorrei radunare tutto il gruppo per poi andarci a bere una birra o qualcosa del genere, che contenga giusto una puntina di alcol... non è un problema, vero? Giusto?>>

Cassidy mi guardò, schifata. <<Siamo in paradiso, tesoro! L'alcol non si trova da queste parti, te l'ho detto due secondi fa!>>

Mi innervosii.

<<Ma?! Che razza di posto è questo?! What the actual fuck?!>> sbottai.

L'angelo e tutti coloro che erano attorno a me spalancarono gli occhi: mai si sarebbero aspettati di sentire un angelo appena arrivato in paradiso dire una parolaccia e di insultare lo stesso luogo in cui era appena arrivata a quel modo... sentii che per me era finita, e che mi avrebbero scagliata immediatamente a Pentagram City.

<<BANDIAMO LA TRADITRICE! NON MERITA DI STARE QUI!>> esclamò uno di loro, e poi tutti gli altri gli andarono dietro.

Non sapendo cosa fare, iniziai ad ansimare talmente veloce che avrei potuto cadere in uno stato di iperventilazione, fino a quando tutto ciò che avevo attorno non diventò nero un'altra volta: Cassidy, gli angeli che si ribellavano, la città in paradiso, le urla... tutto quando scomparve, lasciando il vuoto dietro di sé.

Che cosa mi sarebbe toccato quella volta?


E così, sapete anche come sono stata scacciata dal paradiso.

Per capire come sono arrivata all'Inferno e cosa mi è successo dopo, dovrete aspettare un po'...



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E questo era il secondo! Alla prossima!

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