Capitolo 14
-No, dico veramente, Soobie, sei senza speranza.-
-Oh, su, finiscila, Tae; dopotutto non vedo che altro avresti potuto fare tu, se fossi stato al mio posto.-
-Be', tanto per cominciare...-
-E non credo neppure di volerlo sapere.-
-Ma di che state parlando?- chiese perplesso Yeonjun.
Avevano da poco lasciato Yujin a casa, e ora, con lo stomaco piacevolmente pieno, se ne stavano andando alla loro, di casa, consapevoli che il giorno dopo non avrebbero dovuto fare praticamente niente fino alla sera.
-Dell'incapacità di Soobie, che è molto più cronica della tua cretineria.-
-In che senso?-
-Hai presente quando...- iniziò Taehyun.
-Zitto! Guai a te se dici una parola, maledetto nano!- sbottò Soobin saltandogli addosso e tappandogli la bocca.
-Quando gli hai messo Yujin in braccio, hai presente? A parte il fatto che sono caduti, be', con tutte le cose che avrebbe potuto fare, lui ha scelto di scappare.-
-Bam!- si adirò Soobin mollando Taehyun e non sapendo più con chi prendersela.
Yeonjun ci impiegò qualche secondo a realizzare.
-Cioè...- disse poi lentamente. -a Soobie piace Yujin?-
Kai sbuffò.
Certo che anche te sei lento, eh.- commentò.
-Ah, io sarei lento?- fece l'altro prendendo la rincorsa e saltandogli in schiena.
-Sì. Sempre e comunque.-
-Le vostre cose potreste anche tenervele per voi, sapete?- mugugnò Beomgyu.
-Vedi, Soobie? Non ti ha detto niente.- fece nel frattempo Tae.
Yeonjun si voltò a guardarli.
-Cosa, per Soobie e Yujin?
-Che cosa dovrei dire?
-Trattamela bene, altrimenti ti scuoio centimetro, non so se velocemente o lentamente. Immagino che dipenderebbe da quanto tempo avrei da dedicarti prima di dover andare a consolare Yujin.
-Ah, sì: e invitami al matrimonio.-
Soobin lo guardò, con la mandibola che quasi gli cadeva a terra.
-Mi sa che ti stai facendo degli strani film mentali, te.
-Non so se ti sei accorto che non mi caga di striscio.-
-E non so se tu ti sei accorto che ti ha messo al secondo posto nella lista di bellezza e che era palesemente molto imbarazzata quando ti è caduta addosso.
-Amico mio, tu non hai che da buttarti. E da invitarmi al matrimonio, ovviamente.-
-Però al primo posto, nella lista, ha messo te.- osservò l'altro.
-E ci credo, bruttino.-
-Ti monti la testa con niente, te.
-Però, secondo me, lei è innamorata di te.-
-Certo che è innamorata di me.-
-Ma infatti, che cosa ti viene in mente di pensare che lei non sia innamorata di lui?- intervenne Beomgyu.
-Anche se non lo sa.- specificò Taehyun.
-E allora perché mai dovrei provarci con lei, se lei è innamorata di Yeonjun?!-
-Be', perché così si innamora anche di te, no? Che cosa c'è di male?- fece Taehyun scuotendo le spalle.
Incredulo, Soobin si voltò verso Yeonjun.
-A te lei piace, vero?-
Da sopra la schiena di Kai, lui sorrise.
-E dimmi come potrebbe non piacermi.
-Ovvio che mi piace.-
-Avevi detto che non ti piaceva.-
-Non ne ero sicuro.-
-E allora se piace a te, che cavolo devo mettermici in mezzo anche io?!
-Passate tutto il tempo appiccicati, fra un po', ceh, ci scommetto, vi limonate pure...-
-Yujin non mi sembra la tipa da limonare qualcuno.-
-ZITTO!
-E poi ha detto che le piacciono le tue labbra!- sbottò Soobin.
Maledizione a Beomgyu e Taehyun. Perché accidenti l'avevano messo in quella situazione? Perché? Perché? Perché?!
-E ci credo! Sono stupende!-
-E allora baciala! Secondo me non ti respingerebbe. E poi stareste bene, assieme.-
-Prima o poi, sicuramente.- rispose Yeonjun, disinvolto.
-Io sono qua, comunque, eh.- mugugnò Kai.
-Sì, lo sappiamo, purtroppo.-
-Comunque,- intervenne Beomgyu. -Yujin e il qui presente Yeonjun, non solo stanno già palesemente assieme, e non hanno nessun bisogno di ufficializzare nulla, ma, oltretutto, stanno così bene assieme, che quasi quasi uno direbbe che siano la stessa persona.
-Quasi quasi non ha neppure senso che si bacino.
-Cioè, dopotutto, se anche uno bacia sé stesso, che cosa succede? Che sbava lo specchio, al massimo.-
-Quindi, se Soobie non c'ha le palle per provarci con Yujin, può anche fidanzarsi con Yeonjun.- concluse Taehyun.
-Io sono sempre qua.-
-Peccato.-
-Comunque, no, non mi metterò con Yeonjun. È già abbastanza rompipalle come amico, figuriamoci come fidanzato.-
-E allora vai con Yujin!- lo incitò Beomgyu.
-Quella ragazza ha solo bisogno di essere amata, e più persone la amano meglio è.
-Mica può fare tutto loro stessx.-
-Loro stessx?-
-Yeonjin, Yujun, chiamalx come vuoi.-
-Be', allora ci penserà Minseo, perché io non ce ne avrò mai il coraggio, di dimostrarle che la amo.-
-Peccato. Mi toccherà trovare un altro matrimonio a cui andare.-
-Fra quello tuo con Yujin e quello tuo con Kai mi pare che ce ne hai già abbastanza, no?-
-Ti ricordo che ai matrimoni si mangia.
-Però, dico sul serio, secondo me dovresti provarci, con Yujin.-
-Oh, senti un po': mettiamo anche che io, incredibilmente, una mattina mi svegliassi con il coraggio di provarci con lei, e mettiamo anche che lei dovesse accettarmi. A quel punto? Io sono chi sono, c'è poco da fare.
-E diciamocelo: lei si merita di meglio.-
Ignorando il fatto che Soobin gli aveva appena detto che Yujin meritava qualcuno di meglio di loro due, Yeonjun scosse una mano in aria.
-Stupidaggini.-
-E parli te che ti sei messo con Kai perché sei troppo pigro per cercare qualcun altro che ti accetti per quello che sei e quello che fai.-
Kai fece immediatamente scivolare Yeonjun già dalla propria schiena.
-Ah, è così, quindi?-
Yeonjun lanciò uno sguardo confuso e addolorato a lui e a Soobin.
-Non...-
-E' così? Hai scelto me solo perché ero il meglio a cui potevi aspirare?-
-No! E non so proprio come vi possa essere venuto in mente!-
Kai si asciugò rabbiosamente le lacrime.
-Tanto dicono sempre tutti così.- singhiozzò.
Yeonjun sentì una familiare e spiacevole sensazione di oppressione al petto. Il respiro e il battito cardiaco gli accelerarono, fino a che non si trovò ripiegato su sé stesso, in apnea.
Gli fischiavano le orecchie e l'unica cosa che percepiva era una voce, Taehyun?, che lo chiamava, come da chilometri di distanza.
-Cerca di respirare, ce la fai?
-Inspira.
-Espira.
-Lentamente.
-Dai che ce la fai.
-E' tutto okay.-
Il ragazzo prese più aria che poté, che poi non era molta.
-Tanto...- la voce gli uscì spezzata. -Tanto, anche quando dici la verità, non... c'è... mai... mai nessuno... che ti crede.-
Beomgyu lanciò un'occhiata significativa a Soobin, che, titubante, fece un passo in avanti.
-Yeonjun, Kai... scusatemi, vi prego. Ho parlato senza riflettere. Non pensavo veramente...-
-Stai zitto!- lo zittì Kai.
-Tanto, lo avrei dovuto sapere fin da subito che è così, che io sono solo il meno peggio.-
-Ma non è vero!- gridò Yeonjun, ricadendo a terra.
-Ah, no? Non è vero che ti sei messo con me perché non potevi aspirare a qualcosa di meglio? Sei sicuro che non è vero?-
-Sì! Lo giuro! Se l'è inventato Soobin!- gridò ancora il ragazzo, mentre Beomgyu e Taehyun lo costringevano ad alzarsi da terra.
Soobin si morse a sangue le labbra, vedendo Kai che si asciugava di nuovo gli occhi e tirava su con il naso.
Non sapeva proprio che cosa gli fosse preso, per dire una simile stupidaggine.
-Sì, me lo sono inventato tutto io. Non è vero niente.
-Scusatemi.
-Voi... andate a casa, per favore. Io rimango qua.-
Yeonjun, che, ancora scosso, stava venendo abbracciato contemporaneamente da Kai, Taehyun e Beomgyu, si voltò e lo fulminò con lo sguardo.
-Ma col cazzo, proprio.-
Soobin capì che cosa stava succedendo nello stesso momento in cui l'altro mosse il primo passo verso di lui, ma non fu abbastanza veloce a spostarsi e si prese il pugno dritto sullo zigomo sinistro.
Poi l'amico gli mise un braccio attorno alle spalle e o trascinò verso gli altri.
-Sei un deficiente patentato ma ti vogliamo bene lo stesso.
-A patto che non dici mai più una cretinata del genere senza prima pensarci almeno quattro volte, ovviamente.-
-Scusatemi, veramente, non volevo.-
-L'abbiamo capito.
-Sei scusato.
-Però adesso basta rompere.- sbuffò Kai tirandogli una manata sulla testa.
-Grazie.
-Però posso rimanere qua? Seriamente, non me la sento di...-
-Ho detto di no!- abbaiò Yeonjun spingendolo avanti con un calcio nel sedere.
-Ahia, Yeonjuncretino!
-Che cos'è questa tua mania di picchiare tutti?!-
-Deformazione professionale.-
-Va bene, ragazzi, però adesso basta fare i cretini e spicciamoci, che io sto crollando dal sonno.- li interruppe Beomgyu.
Infatti, non appena furono arrivati a casa, si lanciò, vestito com'era, sul letto, e si addormentò all'istante, con gli occhi rigorosamente aperti.
Il giorno dopo, che era sabato, non avevano appunto niente da fare, così si svegliarono solo verso mezzogiorno.
-Che cosa ci fai già a quest'ora con il telefono in mano?!-
Yeonjun sbuffò appoggiando il telefono sul tavolo mentre prendeva i cereali da mettere nel latte.
-Scrivevo a Yujin. Volevo sapere se sta bene e se le va di incontrarci.
-Sei incollato a quella ragazza che manco una cozza a uno scoglio.-
-Non rompere, Bam.
-Dopotutto lei è me, no? Non è mica facile stare spezzati in due, sai?-
In quel momento il suo telefono vibrò per una notifica e lui si affrettò a prenderlo in mano.
-Allora? Che dice?- chiese Taehyun, seduto sul bancone della cucina, proprio di fianco ai fornelli, mentre si ingozzava di latte e biscotti.
L'altro scosse la testa.
-No, non le sono neppure arrivati i messaggi.
-Questo era Kai.-
E ciò dicendo indirizzò un sorrisetto all'altro ragazzo, seduto dall'altra parte del tavolo.
-Bruttino.- gli disse.
-Ancora con 'sta storia?!- sbottò Beomgyu.
-Giuro che non chiederò mai più a Yujin di fare una classifica di bellezza.- mugugnò Kai, imbronciato.
-Sì, tanto il più bello rimarrei sempre io.-
-Sì, rimarrai sempre il suo cuccioloni puccioso dalle labbra perfette.-
-Esatto.-
-Non so come fai ad esserne così contento.-
-Veramente.- rincarò la dose Taehyun. -Una scimmia ti ha definito un cucciolino puccioso e ha detto, in una maniera scandalosamente innocente, che le piacciono le tue labbra e tu ne sei contento, oserei dire addirittura orgoglioso..-
-Hai dei problemi, va'.-
-Sì, e probabilmente si chiamano Kai, Taehyun, Beomgyu e Soobin.-
A quel punto tutti e quattro si voltarono verso Soobin, che se ne stava appoggiato allo stipite della porta della cucina, con lo sguardo tetro puntato sulla sua tazza di caffè che diventava progressivamente fredda.
Taehyun si tolse una ciabatta, prese la mira e lo colpì dritto in testa.
-Ma che ca...- fece il ragazzo sobbalzando e versandosi addosso metà della suddetta tazza di caffè.
-E basta fare il muso, te!- gli urlò Tae, tirandogli anche l'altra ciabatta che lui, troppo scioccato, non riuscì a schivare e si prese in pieno petto, versando di conseguenza a terra l'altra metà della tazza di caffè.
-io non stavo mica...-
-Tu non stavi facendo il muso? Ma per favore. Allora quello che cos'è? Un broncio?
-Ti ho detto di finirla!
-Mi stai facendo rimanere tutta la colazione sullo stomaco!
-Hai qualche problema? Dillo che ti aiutiamo a risolverlo, punto e stop!-
-Io non...-
-E' per quello che hai detto ieri?
-Eh?! È per quello?!
-Sì che è per quello!
-Quindi finiscila immediatamente perché qui non interessa più a nessuno!
-E poi, diciamocelo: mica è colpa nostra se Kai e Yeonjun sono due cretini che stanno a prestare attenzione a qualunque idiozia uscita dalla bocca di un qualunque imbecille!-
-Le orecchie ce le abbiamo.-
-Ottimo. Così almeno ve le posso tirare.-
-Sempre che ci arrivi, nanerottolo bruttino.-
-Soobie, passami quella tazza.-
-Per che farne?-
-Per tirarla in testa a Yeonjuncretino, mi pare ovvio.-
-Ma quindi che facciamo?- chiese Beomgyu, mentre Yeonjun si massaggiava la testa.
-Se Yujin non risponde, bho, immagino che fancazzeggiamo fino a stasera.-
E Yujin non rispose, anzi, non ricevette neppure i messaggi, cosicché, fino alle otto di sera, loro non fecero un emerito cazzo se non bisticciarsi e tirarsi dietro stoviglie varie.
-Yeonjun, veramente, molla quel cazzo di telefono, fra un po' siamo in ritardo!- sbottò Soobin tirando una ciabatta a Yeonjun, che, fermo di fianco ala porta, stava controllando per la centomiliardesiama volta il telefono.
Con un sospiro, se lo rinfilò in tasca.
-Non le sono ancora arrivati.-
-Be', che vuoi, sbadata com'è, si sarà dimenticata di fare la ricarica e avrà esaurito il credito.-
Yeonjun arricciò il naso mentre si chiudeva la porta alle spalle.
-Non lo so. Sono inquieto.-
-Sei inquieto perché lei non ti risponde ai messaggi.-
-Può darsi.-
I cinque procedettero in silenzio per qualche minuto.
Quello che stavano andando a fare non era una cosa particolarmente piacevole, ma neppure così orribile. Di solito, gli affari di quel tipo si risolvevano senza nessun genere di problemi.
Poi il ragazzo ruppe di nuovo il silenzio.
-Avrei dovuto andare prima a vedere se stava bene.
-Solo che avevo paura di risultare invadente.-
Beomgyu sospirò.
-Senti, dopo andiamo a controllare se sta bene, okay?
-E sicuramente starà benissimo e ci tirerà una secchiata d'acqua in testa perché l'avremo disturbata mentre guardava banane al computer.- disse.
-Banane al computer?!- chiesero all'unisono Taehyun e Soobin, quasi allarmati.
-Sì, avete presente, quelle che crescono sugli alberi e che lei mette praticamente dappertutto.-
-Che persona disgustosamente innocente.- mugugnò Kai.
-Oh, su, lasciatela in pace: è piccola.- brontolò Yeonjun infilandosi le mani nella tasche dei pantaloni di pelle.
-Yeonjun...- fece Beomgyu soffocando un mezzo risolino.
-Cosa?-
-Ha diciassette anni. È veramente troppo innocente.
-Ceh, chi è che dice con tutta quella innocenza che qualcun altro ha delle belle labbra?
-Lei. Solo ed esclusivamente lei.
-Renditene almeno conto.-
Yeonjun scosse le spalle.
-Be', a me piace così.
-Non sono mica gli altri a doverle dire come deve essere, no?
-E poi finitela tutti quanti di disquisire sulle mie labbra. Solo Yujin è autorizzata, bruttini.-
-Ah, e io no?- brontolò Kai.
--No, perché tanto, quando avresti qualcosa da dire, non puoi.-
-Ieri vi avevo detto di tenervi le vostre cose per voi.-
-E finitela anche tutti quanti di disquisire sull'innocenza di Yujin.- aggiunse Soobin.
-Finitela piuttosto di parlare, che siamo arrivati.- li zittì Taehyun.
E in quel momento successe quello che Soyul aveva osservato diverse volte e che aveva contribuito a farle identificare quei ragazzi come elementi pericolosi.
Tutto in loro e attorno a loro cambiò.
In verità, rimase esattamente identico a prima, eppure il lieve cambio d'espressione, la cadenza del passo, il modo in cui tenevano le spalle... Tutto contribuiva a dare un'immagine estremamente minacciosa ed inquietante di loro, cosicché iniziò a formarglisi attorno un vuoto di persone.
Una signora prese per mano il suo bambino di forse quattro anni e lo trascinò precipitosamente dall'altra parte della strada per evitarli.
La gente che era uscita dalla porta di casa per prendere una boccata d'aria serale carica di smog rientrò tanto precipitosamente quanto discretamente e i cinque ragazzi sentirono le chiavi girare diverse volte nelle serrature, formando quasi un coro.
Beomgyu storse le labbra.
Non gli piaceva spaventare la gente, proprio per niente.
Però, a ben pensarci, sopratutto in casi come quello, era decisamente meglio così. Certo, con il loro passaggio potevano aver rovinato la serata a decine, forse centinaia, di persone. Però, almeno, se qualcosa non fosse andato secondo i piani, ci sarebbero state meno possibilità che quella gente finisse spiacevolmente coinvolta.
L'incontro si sarebbe tenuto in una piazzetta lì vicino. Era una questione fra i Capi, ma i Capi, ovviamente, ci tenevano troppo a sé stessi per avere le palle di andare da un altro Capo a dirgli che si levasse dai coglioni, e prendersi le conseguenti pallottole.
No.
Ma figurarsi.
Ovviamente toccava ai tirapiedi rischiare la pelle. Come toccava ai tirapiedi sbrigare più o meno ogni altra faccenda, dalle minacce alle consegne, passando per gli assassinii e le botte.
E, naturalmente, i tirapiedi erano loro.
I migliori sul campo.
La piazza era praticamente stata divisa in due da una fila di macchine nere con i vetri oscurati, oltre la quale stavano schierati due decine degli uomini del gruppo rivale.
Doveva essere un gruppo piuttosto potente, se poteva permettersi tutta quella messa in scena. I cinque ragazzi non si erano neppure dati la pena di informarsi, tanto avrebbero dovuto fare esattamente quello che gli era stato detto, nulla di più e nulla di meno.
In teoria.
Perché c'era una cosa che tutti e cinque sapevano molto bene: era quel gruppo che aveva ripetutamente infastidito Yujin. E lo facevano solo per dare fastidio a loro.
Scoprirlo non sarebbe stato per nulla facile, sopratutto senza chiedere nulla al Capo e senza spargere la voce fra gli altri colleghi, ma avere un complice dalla parte dei buoni non guastava mai, in effetti.
Tre giorni dopo l'incidente di Yujin, appurato che non sarebbero riusciti a scoprire un bel accidenti di niente, Yeonjun e Taehyun si erano appostati fuori dal parrucchiere aspettando Minseo.
Lei, appunto, oltre essere la ragazza più popolare della scuola, era anche particolarmente bassa, ancora più bassa di Yujin, circa un metro e sessanta. Per poco non gli era andata a sbattere contro quando le si erano messi davanti.
In questo, in effetti, lei e la sua amica si somigliavano.
Li aveva guardati infastidita, facendo un passo all'indietro.
-Voi siete gli amici di Yujin, no?- aveva detto poi, senza cambiare espressione. -Prego.- aveva concluso spostandosi e facendogli segno di procedere pure all'interno del parrucchiere.
Taehyun aveva riso.
-No, no, noi non abbiamo nessun bisogno del parrucchiere. Siamo già perfetti così.-
poi si era chinato leggermente verso di lei.
-Noi vogliamo parlare con te.-.
Lei si era arrabbiata tantissimo alla loro proposta, dicendo che non aveva assolutamente nessuna voglia di trovarsi invischiata nei loro loschi affari.
Poi però Yeonjun aveva premuto il suo tasto dolente.
-Però, pensaci: si tratta di Yujin. Se tu lo facessi, potresti aiutare a capire come proteggerla. Altrimenti... Chissà che fine farà.-
Minseo aveva odiato il mondo, in quel momento.
-E sia. Lo farò. Ma intanto andatevene a fare in culo.- aveva ringhiato furiosa.
Yeonjun aveva sorriso.
-Brava ragazza.- le aveva detto, scompigliandole i capelli.
A quel punto, si vedeva benissimo, la ragazza lo avrebbe volentieri preso a calci nei coglioni per averle rovinato l'acconciatura appena fatta.
Invece gli si era avvicinata e si era messa sulle punte dei piedi per guardarlo il più dritto negli occhi possibile mentre lo prendeva per il colletto della felpa.
-Lei ti vuole bene, sai? Me ne sono accorta. Anzi, ti adora. Tantissimo. Farebbe qualunque cosa, per te; lo si vede lontano miglia.
-Sai quanto ci ha impiegato a fidarsi di me? Mesi.
-E invece, te...
-E' una ragazza sensibile, più di quanto voi burini potreste pensare.
-Io non sono il tipo di persona che dice cose come "non la meriti", ma...
-MA TRATTALA BENE, O, PORCA PUTTANA, TI RENDERO' LA VITA UN INFERNO! E GIURO CHE NE SONO CAPACE!- aveva finito sbraitando.
Poi lo aveva mollato, li aveva oltrepassati ed era scomparsa in mezzo alla folla con un'andatura da persona palesemente incazzata nera.
Ma aveva mantenuto la parola ed aveva hackerato il cellulare di quel suo zio poliziotto e poi avanti così fino a che non aveva scoperto tutto lo scopribile su quella macchina. Poi loro, in cinque, erano, incredibilmente, riusciti a fare 2+2=4.
L'incontro non fu diverso da tanti altri a cui avevano partecipato: trattative noiose inframezzate da insulti, minacce, bestemmie e imprecazioni varie.
Assolutamente nulla di nuovo.
E alla fine, attraverso svariate manipolazioni, i cinque erano riusciti ad ottenere tutti gli aumenti di territorio che il loro Capo aveva richiesto. Il che voleva dire, con ogni probabilità, altro lavoro per loro. A meno che, ovviamente, il suddetto Capo non decidesse di reclutare qualcun altro; cose che, data la sua tirchieria, era alquanto improbabile e che loro speravano con tutte le forze che non accadesse, a costo di ammazzarsi di lavoro.
Fino a quel punto era appunto andato tutto a meraviglia.
-Una cosa ancora.- disse Yeonjun un attimo prima che qualcuno pensasse di concludere l'incontro, infilandosi i pollici nelle tasche dei pantaloni.
-Cosa?- chiese la donna corazzata che pareva fare da capo al gruppo rivale, anche se, molto evidentemente, non era il Capo.
-La ragazza. Quella che state "infastidendo" da mesi.
-Dovete proprio lasciarla in pace. Lei non c'entra niente. È una persona normalissima.-
L'altra parve riflettere.
-Quale, precisamente?-
"Che sbruffona." pensò Kai.
-Lo sai benissimo quale.
-Quella che avete cercato di investire.
-Si chiama Lee Yujin, se il nome può aiutarti a rinfrescarti la memoria.-
La donna parve pensarci su un momento, accarezzandosi il naso perfetto.
-Parli per caso di questa?- chiese.
Intanto, due uomini la stavano affiancando trascinando fra loro qualcosa che pareva piuttosto essere qualcuno.
Un soffio uscì dalle labbra di Yeonjun non appena le tre figure entrarono nella chiazza di luce creata dai lampioni.
-Yujin...-
Era lei, inconfondibilmente.
Molto più pallida del solito e trattenuta per le braccia da quei due individui, ma era lei.
Nel silenzio ghiacciante che seguì quell'apparizione, si sentì molto chiaro un suono particolare.
Plic.
E poi ancora.
Plic. Plic.
Plic.
Sembravano... Gocce di sangue...?
-Sì, proprio lei.-
-Vi spiacerebbe ridarcela?- chiese poi Beomgyu, rendendosi conto che Yeonjun era troppo sotto shock per fare alcunché.
E lo capiva: mentre lui era lì che cercava un modo per levare dagli impicci la sua amica, lei era negli impicci fino ai capelli, e proprio a poca distanza da lui.
In più non voleva pensare a che cosa le potessero aver fatto.
La donna ridacchiò.
-Sì, ci dispiacerebbe eccome.
-E dispiacerebbe anche a voi, sapete?
-L'abbiamo sequestrata ieri sera. Eravate voi quelli che l'hanno riaccompagnata a casa, no?
-Le abbiamo tagliato i polsi. Ci vorrà poco prima che muoia.- disse infine scuotendo le spalle, noncurante.
Yeonjun tirò un respiro tesissimo.
Si formò un altro silenzio, interrotto solo da quello snervante e premonitore plic.
Plic.
Plic. Plic. Plic.
-Andiamo a riprendercela.- annunciò Taehyun impugnando nella destra un bastone e nella sinistra una pistola.
Gli altri quattro annuirono.
Soobin alzò l'arma che uno degli uomini del Capo gli aveva passato poco prima che entrassero nella piazza.
-Sì, sarà meglio.- commentò.
Essere il migliore nel suo campo includeva il sapere sempre quando aveva un'arma puntata addosso. Spostò appena a destra la testa e il proiettile passò oltre, andando a schiantarsi contro i vetri antiproiettile di una delle macchine della fila.
-Mi spiace, signori, ma nessuno può toccare impunemente le nostre cose.- disse puntando l'arma verso i due ceffi che tenevano ferma Yujin e facendo fuoco prima che quelli potessero muovere anche solo un alluce.
La ragazza, probabilmente, lo avrebbe picchiato a sangue per averla definita una cosa, ma avrebbe sopportato anche quello. Anzi, sperava proprio che lei l'avrebbe fatto, perché avrebbe voluto dire che era riuscita a sopravvivere.
Lei doveva vivere.
Doveva farcela.
Non poteva morire per un motivo così stupido.
Se solo la sera prima fossero rimasti con lei...
Nel frattempo Beomgyu, con la sua moltitudine di pugnali che si faceva girare fra di dita neanche fossero matite, con pochi salti aveva oltrepassato sia la fila di macchine che la donna, posizionandosi alle sue spalle, pronto a freddare chiunque avesse provato ad ad andare in suo soccorso.
Taehyun aveva fatto più o meno la stessa cosa alla sua sinistra e ora lei li guardava sbigottita, senza sapere bene che fare.
Nel mentre Yeonjun si stava precipitando verso Yujin, che, mancato il sostegno dei due sgherri, ora a terra morti, era rimasta pure lei ripiegata su sé stessa, a terra, evidentemente troppo debole per stare in piedi. Un paio di uomini provarono a sbarrargli la strada, , ma lui non gli prestò attenzione, eliminandone uno con il pugnale e facendo finire l'altro a gambe all'aria con un pugno.
Sentì, al contatto con il tirapugni, la sensazione spiacevole dei denti altrui che si rompevano.
Odiava la violenza.
Però, se c'erano di mezzo i suoi amici e proprio non ne poteva fare a meno...
percepì qualcuno che gli si avvicinava, ma non se ne curò, sapendo che Kai lo avrebbe fatto volare via a calci, come infatti successe.
Si abbassò di fianco a Yujin e, mettendo da parte il pugnale, la sollevò delicatamente.
Aveva due brutte ferite in faccia, una sulla fronte e una sulla guancia destra, e, come aveva detto la donna, le vene dei polsi squarciate e, conseguentemente, i vestiti zuppi di sangue.
-Scimmietta mia...- quasi pianse appoggiandola a sé e stringendole i polsi con le mani per cercare di arginare almeno un pochino l'emorragia, anche se era consapevole che era troppo tardi.
-Yeonjuncretino...- era cosciente, ma pallidissima, e gli occhi non le si aprivano.
-Ma che scenetta commovente...-
Il ragazzo si era completamente dimenticato della donna, che, tenuta sotto tiro da Beomgyu e Taehyun, non poteva muoversi ma rimaneva comunque lì di fianco.
-Sta' zitta! Non sono cazzi tuoi!- sbottò spingendola via.
Il che, a pensarci bene, era una reazione impulsiva, stupida, quasi infantile.
Ma non gli importava.
D'altronde non ebbe di che preoccuparsi, dal momento che l'istante dopo lei si accasciò a terra, palesemente morta, colpita probabilmente da un proiettile.
Era successo tutto velocemente, forse una quindicina di secondi, e ora, mentre Taehyun esortava i pochi sopravvissuti a levare il disturbo senza fare e scherzi e portandosi dietro i corpi dei loro compagni, Beomgyu e Taehyun controllavano appunto che nessuno facesse scherzi, Kai chiamava un'ambulanza e Yeonjun cercava disperatamente di far rimanere Yujin attaccata alla vita, anche se sembrava già impossibile che fosse ancora viva, con tutto il sangue che le impiastricciava i vestiti.
-Andrà tutto bene, vedrai.- singhiozzò mentre finiva di fasciarle il polso con un fazzoletto che si era casualmente trovato in tasca.
-Non... mi... dire... le... bugie...- sussurrò lei.
-Con le mie amiche faccio quello che voglio.- ribatté il ragazzo, riutilizzando la stessa frase che aveva detto la sera prima, quando sembrava che tutto fosse in discesa.
E, in effetti, era tutto in discesa. Ma così tanto che, in fondo, avrebbero finito tutti per schiantarsi.
-Yeonjun?-
-Mh?-
-Ti... Ti voglio bene... Ricordalo sempre... per favore.-
-Anche io, tantissimo.
-Ti prego... Ti prego, rimani sveglia... Ti prego... Ti prego...-
Ma Yujin non rispondeva più.
Il respiro si era fatto sempre più lieve.
Però, quando posò la mano sul suo petto, lo sentì, il cuore che batteva.
Uno, due, tre, sempre più piano fino a che non sentì più nulla.
Allora la strinse a sé e pianse accarezzandole i capelli, quei capelli che aveva amato tirare, spostare, scompigliare, accarezzare e altre cose così che non avrebbe mai più potuto fare, singhiozzò la sua disperazione abbracciandola per l'ultima volta. Fino a che non arrivò l'ormai inutile ambulanza e lui dovette per forza lasciarla andare.
Se solo la sera prima non l'avesse lasciata da sola... Se solo avesse chiesto prima di lei invece di obbedire agli ordini del Capo...
Se solo...
Se solo...
Se solo
lei fosse
stata
...
CHE CONFUSIONE, GENTE!
Ve l'aspettavate? Dall'inizio alla fine, intendo.
Okay, le scene di azione fanno schifo perché non le so scrivere, però...
Non so voi, ma io scrivendolo e poi trascrivendolo ho pianto come una cretina.
NON E' FINITA QUI, AO!
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