Capitolo 15

-Viva?!-

-Viva.- ripeté Beomgyu stringendo con una mano il cellulare appoggiato all'orecchio e con l'altra la ringhiera del balcone dell'ospedale, così forte che le nocche gli stavano diventando bianche, mentre le lacrime gli colavano sulle guance fino al mento per poi infine cadere nel vuoto.

Qualcuno là sotto avrebbe pensato che un piccione gli aveva fatto la pipì in testa.

-Non mi stai prendendo in giro, vero?-

-Ti ho detto che è viva! Che cazzo ti frigni, cretino?!- sbottò il ragazzo stringendo i denti per non scoppiare definitivamente a piangere.

-E allora tu che cosa stai facendo?- singhiozzò Yeonjun dall'altra parte.

-Mi è andato un moscerino nell'occhio.

-Yeonjun... anche se è viva non vuol dire che lo rimarrà, lo sai, vero?-

-Sciocchezze.

-Se è viva adesso, di sicuro si riprenderà.

-Ora credo di dover cambiare l'acqua al cane, poi arriviamo, okay? Tu intanto vedi di non soffocarti con il moccio.-

-Zitto, bellone.- singhiozzò ancora Beomgyu prima di riattaccare.

Era viva.

Yujin era viva.

Viva.

Come faceva a piacergli così tanto quella parola?

Viva.

Era viva.

Non appena l'avevano caricata sull'ambulanza, Yeonjun aveva tirato su con il naso.

-Vado da Bho. È troppo tempo che è da sola.- aveva detto.

Gli altri l'avevano guardato.

Poi si erano guardati.

E non avevano potuto fare altro se non annuire.

Yujin non c'era più e Bho chissà quanto tempo era che non mangiava.

Quindi andare da lei era la cosa più sensata che potesse fare.

-Vado con lui.- aveva detto Kai.

Gli altri tre avevano annuito di nuovo.

-Noi intanto andiamo all'ospedale.- aveva detto Soobin.

E, lasciando le armi a terra, sapendo che gli stessi uomini che gliele avevano date le avrebbero recuperate, si avviarono verso l'ospedale.

Il che, a ben guardarci, non era particolarmente sensato, visto che Yujin era morta e loro avrebbero fatto più che altro meglio a sparire dalla circolazione, se non avessero voluto avere dei guai.

Ma sul momento nessuno di loro aveva avuto la lucidità necessaria per pensarci.

Però alla fine quella rompipalle era viva.

Ricoverata in terapia intensiva, certo. Però viva. E, come diceva Yeonjun, se era arrivata a quel punto non poteva morire, giusto?

Si asciugò le lacrime e rientrò in sala d'attesa, dove Soobin stava abbracciando Taehyun asciugandogli le guance dal pianto e viceversa Taehyun stava abbracciando Soobin mentre gli asciugava le lacrime.

-Quello che non capisco,- esordì. -è perché ci siamo affezionati così tanto a lei.

-Ceh, stiamo piangendo, no? Vi pare normale?

-Per lei, poi?-

Soobin tirò su con il naso, sorridendo fra le lacrime.

-E chi se ne fotte, del perché.-

Poco dopo, sudati e trafelati, arrivarono anche Yeonjun e Kai.

-Dov'è?!- chiese il primo, con gli occhi preoccupantemente rossi di pianto.

-Mi pare in una tale stanza 143. Ma non sono sicuro che te la lasceranno...- iniziò Soobin.

-ma sai te che cosa me ne sbatte! Adesso io mi piazzo lì e non mi scollo fino a che lei non si sveglia!- sbottò il ragazzo partendo di corsa.

Gli altri si guardarono, indecisi.

Poi Kai scosse le spalle.

-Vabbè, seguiamolo, altrimenti, se lo vedono così, poi ci tocca andare a recuperarcelo nel reparto di psichiatria.- disse.

I dottori, ovviamente, non volevano lasciarli passare.

Però, Yeonjun, altrettanto ovviamente, era passato lo stesso, e loro, con un sorriso di scusa, gli erano andati dietro.

Una volta entrati e chiusa la porta ale loro spalle, rimasero tutti immobili, guardando verso il punto dove avrebbe dovuto esserci il letto con sopra Yujin, ma che era coperto alla vista da un'infermiera.

Lei si voltò a guardarli, perplessa. Probabilmente non si aspettava che in quella stanza sarebbe entrato qualcuno.

-E voi sareste...?- chiese.

Fu Beomgyu a rispondere.

-Amici di Yujin... Credo.-

Aggiunse quel "credo" perché, in effetti, non era affatto sicuro che dopo quello che era successo Yujin avrebbe ancora voluto essere loro amica.

Dopotutto era colpa loro, se lei si trovava in quella situazione. Se aveva rischiato di perdere la vita. Se ancora rischiava di morire.

A dirla tutta, non sarebbe stato affatto sorpreso se li avesse cacciati definitivamente fuori dalla sua vita a calci.

-Ah, quindi c'è qualcuno che la conosce.

-Si potrebbe sapere che cosa le è capitato per ridursi in questa condizione? I polsi... non avrà mica cercato...?- la voce della donna si spense mentre i suoi occhi ritornavano alla ragazza sdraiata sul lettino, velandosi di lacrime.

-Assolutamente no.- disse deciso Taehyun.

-Si tratta di un tentato omicidio.

-In più è una questione alquanto delicata, quindi ci vediamo costretti a pregarla di mantenere il massimo riserbo.-

-E come fate ad essere così sicuri che io non sia coinvolta?-

-Ci basta la sua reazione.- esplicò Kai.

-Siccome, però, non ne possiamo affatto essere sicuri, io mi piazzo in questa stanza e non ne uscirò fino a che non ne uscirà anche Yujin.- aggiunse Yeonjun muovendo un paio di passi verso la sua amica.

-Yeonjun...- lo richiamò Soobin.

-Niente "ma".

-Prima non ho mai fatto abbastanza per lei, ci è pure mancato poco che arrivassi troppo tardi, e ora non posso veramente fare nulla. Tranne che sedermi qua ed aspettare che si svegli. Quindi lo farò.-

E agli altri quattro non rimase altro da fare se non annuire di nuovo.

-Aspettate un attimo, voi!- protestò l'infermiera piantandosi davanti al letto con fare protettivo. -Chi è che mi garantisce che non siate stati voi a conciare questa poverina in questo modo?!-

Yeonjun le sorrise, senza un briciolo di allegria.

-Infatti è proprio colpa nostra. Ma questo non vuol dire un bel accidenti di niente.-

dopo di che avanzò e si fermò di fianco alla sua amica, guardandola dall'alto. Poi, delicatamente, sollevò una mano e le accarezzò la punta del naso, praticamente l'unica parte del suo corpo rimasta scoperta dalle bende.

-Vedi di sbrigarti a svegliati, eh, scimmietta. Mi avevi promesso che avresti ballato quella canzone con me, ricordi? Non pensare neppure per un secondo di darmi buca. Poi, se vorrai, me ne andrò e non tornerò mai più, però prima ballerai con me.

-E, mi raccomando, spicciati. Che con te finisco sempre per perdere la pazienza.-

poi si sedette sul pavimento di fianco al letto e non si mosse più.

Era già l'alba quando la porta della stanza si aprì e Minseo fece capolino, titubante.

-Ah, è qui.- disse chiudendo la porta della stanza e dirigendosi verso il lettino.

Si fermò di fianco e guardò la sua migliore amica, sorridendo tristemente mentre inclinava la testa. Poi le posò una mano sulla guancia coperta da un cerotto e con il pollice le accarezzò la palpebra.

-Ci sei andata vicino, eh, scema?

-Sarebbe stato un buon modo, no? Per non affrontare quello che ti sta succedendo, e senza neppure passare come una vigliacca al tuo cervello scombinato.

-Ma per fortuna no.

-Per fortuna ti toccherà affrontare tutto in campo aperto, capire i tuoi problemi, risolverli e uscirne più forte, come tutti, che accidenti!-

Le spostò qualche capello da davanti agli occhi e poi rivolse la propria attenzione a Yeonjun, addormentato seduto di fianco al letto.

Lo afferrò per la felpa e lo scosse.

-Sveglia, tu! Se quando Yujin si sveglia tu hai la schiena bloccata non credo proprio che potrai esserle utile!- abbaiò.

Il ragazzo sobbalzò, stropicciandosi gli occhi.

-Che cazzo vuoi, Minseo?!- sbottò incarognito.

-Assolutamente nessuno.

-E ora alzati, lentamente, o rischi di farti male.

-Cielo, ma quanto tempo è che sei qua? Ti scricchiolano tutte le ossa!-

-Da ieri sera alle undici, circa. E non ho nessuna intenzione di andarmene!- chiarì il ragazzo mentre cercava di recuperare la sensibilità delle articolazioni, che, dopo sette ore di immobilità in una posizione idiota non ne volevano giustamente più sapere di funzionare correttamente.

-Sì, sì, certo.- lo assecondò Minseo spingendolo nel frattempo verso la porta della stanza. In fondo al corridoio, a destra, ci sono i bagni. Vedi di darti una pulita, che sei ancora tutto sporco di sangue.

-Murch, muoversi!-

E con ciò chiuse la porta alle loro spalle e poi, dopo aver indirizzato Yeonjun verso i bagni, andò a cercare una sedia. Perché se quel cretino si era messo in testa di aspettare di fianco a quel letto fino a che Yujin non si fosse svegliata, be', che lo facesse pure, non sarebbe certo stata lei ad impedirglielo, però che almeno si facesse venire le piaghe seduto su una sedia e non sul pavimento.

Il giorno precedente, mentre era in gita con la sua famiglia, Minseo aveva aspettato per ore e ore che Yujin rispondesse ai suoi messaggi, tra i quali, tra l'altro, le aveva mandato le foto dei paesaggi che le aveva tanto chiesto. Alle cinque del mattino, presa da una strana ansia, vedendo che l'amica non le aveva ancora risposto, si era alzata ed era andata a casa sua, dove non l'aveva trovata.

Anche nel suo essere una ragazzina snob e negata per la matematica, Minseo aveva un sangue freddo invidiabile. Mentre pensava a che cosa potesse essere successo alla sua amica, aveva portato a spasso Bho e le aveva dato da mangiare. Poi, appurato che da sola non sarebbe venuta a capo di nulla, aveva chiamato Beomgyu, pensando che magari lui ne avrebbe saputo qualcosa.

E lui le aveva detto più di quanto potesse sperare.

Era salita sul primo taxi che le era capitato e ora eccola lì a contemplare il corpo martoriato della sua migliore amica.

Che poi, a ben guardare, non era neppure messa così male. Oltre a quelle due ferite in faccia, ne aveva altre te, una sulla spalla sinistra, una su un fianco e l'ultima al ginocchio destro. Ma era così pallida da confondersi con il lenzuolo se non fosse stato per la sua zazzera di capelli neri e per tutti quei lividi viola che le ornavano la vita lasciata momentaneamente scoperta.

-Quelli glieli ho fatti io l'altro ieri sera.- esplicò Yeonjun, appena un passo dietro a lei. -Sono pizzicotti.-

-Certo che non ci sei mica andato piano.-

-Eh, che vuoi, mi aveva rubato il kebab.-

I due rimasero in silenzio per un minuto.

-Sai.- disse poi di nuovo il ragazzo. -Avrei preferito che lei li vedesse e si arrabbiasse con me per averglieli fatti.

-In verità, lo speravo proprio. Mi piaceva... Mi piace quando ci bisticciamo per cose stupide, senza importanza.

-Per una cosa del genere, come minimo, mi avrebbe lanciato addosso un intero negozio di scarpe. E invece... invece... non li vedrà mai.-

-Be', vorrà dire che quando si sveglierà dovrai fargliene degli altri.

-Ora, più che altro, dimmi, hai mangiato?-




Penso che dopo i due scorsi papiri, adoro i capitoli corti.

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