Capitolo 17

Una settimana dopo essersi svegliata Yujin era stata dimessa e il "vieni con noi, scimmia", di Yeonjun si era trasformato in un "ci installiamo tutti a casa tua perché la nostra è troppo lontana dalla gelateria".

Che poi che cosa se ne facessero di una gelateria vicino a casa in quella stagione era un mistero.

Tutto sommato, però, la ragazza doveva ammettere che non era neanche una soluzione così pessima.

L'unico problema ce l'avevano avuto la prima sera, per un'insensata questione di assegnazione delle camere.

-Ma potete mettervi dove vi pare!- aveva obbiettato Yujin. -In casa ci saranno venti camere o su di lì, e tutte vuote.-

-A parte per le bucce di banana, con cui noi non vogliamo assolutamente dormire.

-Sta' zitta.- la aveva zittita Beomgyu.

-Sta' zitto te!-

-No, te!-

-Io non voglio dormire con Kai, perché mi molesta.- li aveva interrotti Yeonjun.

-Se stai in camera con me, di sicuro non dormi.- aveva ribattuto Kai abbracciandolo da dietro e posandogli il mento su una spalla.

-LE VOSTRE COSE TENETEVELE PER VOI, ALMENO OGNI TANTO, PER CARITA'!- aveva sbraitato Beomgyu, con gli occhi che gli stavano per uscire dalle orbita.

-Bam, calmati, o ti pigli un accidente.- aveva cercato di tranquillizzarlo Soobin battendogli una mano sulla spalla.

-Vedete che mi molesta?- aveva piagnucolato nel frattempo Yeonjun, cercando di liberarsi da Kai.

-Io voglio dormire con Yujin e il suo pupazzo!-

-Il pupazzo avrebbe anche un nome.- aveva mugugnato la ragazza, impotente davanti a quel mare di stronzate.

-Ah, e come si chiama?- aveva chiesto curioso Taehyun.

-Soobin.- aveva risposto Yuji, prima di rendersi conto di quanto si era lasciata sfuggire.

Tutti l'avevano guardata in silenzio.

-Ceh, hai chiamato il tuo pupazzo come me?-

-No, si chiamava così già da molto prima che vi conoscessi.

-E' stato un caso.

-Oltre che il motivo per cui ho parlato di te a mia madre.-

Ed ecco che si era lasciata sfuggire qualcos'altro di inopportuno.

-E che cosa le hai detto, se posso?- aveva chiesto Kai, sorridendo mentre continuava a tenere stretto Yeonjun.

Yujin aveva avvampato. Non tanto per quello che aveva detto lei, ma piuttosto per quello che, allora, aveva detto sua madre.

-Lasciamo perdere, per cortesia.-

-Va bene, io però non dormo con Tae perché gli puzzano le ascelle.- aveva rilanciato Beomgyu, compassionevole.

-E io con te non ci voglio dormire perché mi fissi, guarda a caso!-

-Sì, certo. E secondo te, con un magnifico ed estetico soffitto io vado a fissare proprio te?

-Ma per favore.-

Alla fine, in ogni caso, il primo giorno si erano addormentati tutti ammucchiati sul divano, rendendo così inutile ogni discussione tenuta fino a quel momento.

Yujin aveva temuto che dopo quello che era successo, i ragazzi e Minseo avessero un minimo di buon senso e non la lasciassero più uscire da sola. Invece non era successo nulla del genere.

Lei si svegliava alla mattina presto come al solito, con l'unica differenza che stava attenta a non svegliare Yeonjun, opzionalmente abbracciato o alei o al cuscino, si preparava il solito frullato con le solite banane e le solite pesche, usciva di casa alla solita ora, prendeva il solito autobus e si recava alla solita scuola.

Tutto il solito.

Con la differenza che, alla fine delle lezioni, Minseo la trascinava a destra e a sinistra per la città, a fare un sacco di cose del tipo shopping, shopping, altro shopping e ancora shopping. Minseo, per la cronaca, adorava fare shopping.

Quel giorno Yujin era riuscita a convincerla ad andare, invece che in un negozio di vestiti di super marca di cui non gliene poteva fregare un emerito cazzo, nella fidata gelateria bar di Jiah, che le aveva accolte con un sacco di feste e una cioccolata calda.

Yujin si sentì in dovere di scusarsi, dal momento che l'ultima volta che era passata a trovarlo era appena l'inizio di settembre, mentre ora mancava giusto una manciata di giorni a Natale.

L'uomo liquidò con un gesto della mano le sue parole e la esortò a mangiare in fretta tutta la sua cioccolata, prima che si raffreddasse.

-Jin.- disse sopo un po' Minseo, senza staccare gli occhi dalla propria tazza.

-Dica, signorina.- disse l'altra, con lo sguardo perso nel nulla e il cucchiaio incastrato fra i denti.

-Sai... volevo dire ai miei genitori... almeno a loro, del mio problema.-

-Quale problema? Che hai preso quattro in matematica perché non c'ero io ad aiutarti?-

-Ma no, scema!

-Parlo... hai presente... sai... come sono io.-

Minseo sembrava incredibilmente agitata, anzi, lo era.

Yujin si tolse il cucchiaio dalla bocca e se lo sbatté sul palmo della mano, guardando l'amica dritto negli occhi.

-Kim Minseo, se ti sento ancora una volta definire il tuo essere lesbica come un problema, giuro che in uno di questi giorni ti utilizzo come scheletro per un pupazzo di neve e poi ti infilo banane dappertutto.-

L'altra la guardò per un momento, scioccata, poi scosse la testa.

-Lasciamo perdere l'osceno doppio senso che hai appena detto.

-Però, seriamente, come devo fare?-

Yujin scosse le spalle.

-Non devi dirglielo.-

Minseo sgranò ancora di più gli occhi.

-In che senso non devo...-

-Be', potrei anche sbagliarmi, intendiamoci. Quindi fammi il favore di non prendere per oro colato ogni mia parola e cerca di ragionare anche con il tuo cervello, sempre che tu ne abbia uno.- fece Yujin mettendosi in bocca un cucchiaio di cioccolata.

-Certo che sei proprio una gran bastarda.-

-You know that I know that I know.-

-E smettila di parlare in inglese, lo sai che non ci capisco niente.-

-Tu non ci capisci mai niente di niente.-

-Ammetti che di ragazze e di moda ho buoni gusti.-

-Di moda hai dei gusti osceni.

-Di ragazze non so, non ho idea con chi esci, oltre che con me.-

-Belle ragazze.-

-Questo è tutto da vedere.-

-Perché dici che non devo dirglielo?-

-Be', tu sei sempre stata così, no? Non è certo una novità, giusto? Quindi non vedo proprio che cosa ci sia di così interessante nel dirglielo.-

-Ma loro...-

-Magari loro lo sanno pure già.

-Senti, lo sai che o non ho questo genere di questioni familiari. Non ho praticamente neppure una famiglia quindi ceh anche se avessi qualcosa da dire a qualcuno, mi mancherebbe il qualcuno a cui dirlo.

-Però, che cosa glielo dici a fare, veramente?

-Non ti sto dicendo che devi tenerglielo nascosto, intendiamoci. Sto solo dicendo che, secondo me, non c'è bisogno di intavolare una conversazione sull'argomento.

-Dopotutto, su questa questione, hai bisogno di qualcosa da parte loro?

-Il tuo essere lesbica ti ha mai creato dei problemi?-

Minseo ci pensò su un momento.

-A parte quel Jeon che mi grida dietro "lesbica" ogni volta che passo dalle macchinette...-

-Jeon da della lesbica anche a me e ad ogni altra ragazza a caso, se è per questo. E, molto semplicemente, con te ci azzecca.

-E poi mica "lesbica" è un insulto, ceh.

-L'unico fastidio che causa Jeon è quello che fa un sacco di rumore inutile.-

Minseo guardò rabbiosamente la sua tazza ormai quasi vuota.

Poi impugnò il cucchiaio e la svuotò completamente, con la furia con cui si svolgerebbe una questione di vita o di morte.

Infine depositò delicatamente il cucchiaio all'interno della tazza, spinse il tutto verso il centro del tavolo e si appoggiò allo schienale della sedia.

Sbuffò.

-Quanto scassi le palle, Yujin.

-Non glielo dico.-

Poi guardò l'orologio da muro appeso lì davanti.

-Adesso, però, ti riaccompagno a casa, che poi ho un appuntamento con una ragazza.-

-E non puoi lasciarmi qua, scusa?- brontolò Yujin scrutando delusa il fondo della sua tazza.

-Ovviamente, no. Sono responsabile della tua sicurezza.-

-Almeno è simpatica, questa ragazza?-

-Ancora non lo so. Però è bella. Quindi le ho chiesto di uscire.-

Yujin sbuffò.

-Fai così con tutte.

-Vai te a capire perché sono finita a fare amicizia proprio con una play girl.

-Ceh, pensaci, sarebbe un titolo magnifico per un libro: "La mia BFF è una playgirl".-

-E dovresti scriverlo tu, questo libro?-

-Ovviamente. Nessun altro perderebbe tempo a scrivere una roba del genere.-

Circa un quarto d'ora dopo Minseo lasciò la sua amica davanti a casa sua, aspettò che entrasse e poi si diresse in tutta fretta verso il suo appuntamento.

Yujin era abituata che, quando tornava a casa, era completamente da sola a parte Bho. Quindi, di solito, faceva quei pochi compiti che non era riuscita a sbrigare in classe, mangiava qualunque cosa le capitasse sotto mano, portava fuori Bho, cucinava per la sera e poi andava ad allenamento, dove, la maggior parte delle volte, incontrava i cinque cretini.

Per la questione dell'allenamento lei e Beomgyu avevano litigato.

Lui, sostenuto sia dagli altri che dal buonsenso, le aveva detto che non poteva andarci, perché rischiare di morire dissanguata non era certo una robetta da nulla e che aveva bisogno di tempo per riprendersi.

Lei aveva ribattuto che con il torneo alle porte non poteva certo permettersi di non andare ad allenamento; al che era intervenuto Yeonjun dicendo che lei effettivamente non avrebbe dovuto sforzarsi troppo, e che lui avrebbe potuto anche ballare con la signorina Cho. Ma Yujin non ne aveva voluto sapere, dicendo che gli aveva promesso che avrebbe ballato con lui e quindi, cascasse il mondo, avrebbe ballato con lui quella stramaledettissima canzone.

Alla fine aveva fatto talmente tanti capricci che gli altri, esasperati, avevano acconsentito. Anche se, ovviamente, Beomgyu e Minseo avevano continuato a brontolare.

Quel giorno, invece, entrando in casa, sentì un odore strano. Sembrava cibo. Cibo in procinto di bruciarsi.

Infatti dalla cucina giunse un urlo, seguito subito da altri. Sembravano... dei cretini che si davano vicendevolmente la colpa di cose a caso.

Sorridendo, Yujin lanciò lo zaino di fianco alla porta d'ingresso e si diresse verso la cucina.

-Buongiorno.

-Che succede qua?- chiese affacciandosi cautamente alla porta.

Non voleva certo rischiare che qualcuno le tirasse per sbaglio qualcosa in testa.

Taehyun si voltò di scatto verso di lei.

-Ah, Yujin, finalmente!

-Stavo per venirti a cercare.

-Come cazzo funziona 'sto forno?!- chiese agitando in aria le mani in una maniera leggermente isterica.

Senza cambiare posizione, la ragazza scrutò perplessa il forno.

-Che cos'ha che non va?- domandò.

-Non va, nulla! Abbiamo provato tutte le manopole, ma niente, manco fosse morto!-

-Ma la spina l'avete attaccata?-

I cinque ragazzi tacquero immediatamente, guardandosi imbarazzati.

Poi guardarono Yujin, ancora ferma appoggiata allo stipite della porta.

-E tu che cavolo ci fai ancora qua?! Alè, sciolla! Sono cose intime, queste! Tu non hai visto niente, okay?!-

Dopo mangiato Yujin sparecchiò e poi, vedendo che i cinque ragazzi stavano scherzando fra di loro di cose incomprensibili, con Soobin e Beomgyu che sembravano star per avere una crisi isterica a causa di quello che stavano dicendo gli altri tre, decise che, dal momento che quel giorno, data l'assenza degli allenatori, non c'era allenamento, andare nei piani superiori della casa, nascondersi in una delle infinite camere vuote e leggere qualcosa.

-Yujin! Non ci provare!- la voce di Taehyun, come il promo giorno che l'aveva incontrato, la prese come una coltellata a tradimento.

E come il primo giorno, si voltò a guardarlo.

-Cosa?- chiese.

-Non provare ad andartene! Sono secoli che non passiamo tutti del tempo assieme!-

Yujin strabuzzò gli occhi, confusa.

-Ma...-

-Niente ma.

-Siediti qui.

-Ora.- ordinò Beomgyu indicando il tappeto in centro alla stanza su cui erano seduti anche loro.

Scocciata, la ragazza fece retro-front e andò a sedersi dove le era stato indicato.

-Bene, che cosa vuoi che facciamo?- le chiese Yeonjun appoggiandole immediatamente la testa sulla spalla. -Io mangerei volentieri.-

-Ma se abbiamo appena mangiato, cretino!-

-E con ciò? Io ho fame.-

-Tu hai sempre fame.-

-Anche tu.-

-Io non ho fame adesso.-

-Però prima sì.-

-Sì, prima di mangiare. Adesso abbiamo proprio appena mangiato, e proprio perché avevamo fame. Tu non puoi avere già fame di nuovo!-

-Ma io ho fame.-

-Che ne dite se giochiamo ad obbligo o verità?- li interruppe Taehyun.

-Per me va bene.- disse subito la ragazza scuotendo la spalla libera.

-Questo non dovevi farlo.- sospirò Soobin.

-Perché? Obbligo o verità non ha nulla di male.-

-Ci hai mai giocato?-

-Sì, certo. Con Minseo e delle sue amiche. Mi hanno costretta a prendere, almeno una volta, un voto che fosse un 8 invece di un 10.-

I ragazzi sgranarono gli occhi, scioccati, e persino Yeonjun smise di brontolare per la fame.

-E?- chiese Kai, incredulo.

-E non ce l'ho fatta. Ho preso 10--. Così mi hanno fatto fare penitenza.- rispose con una smorfia al solo ricordo.

-Ossia?- la incalzò Tae. -Ti hanno fatto fare qualcosa di imbarazzante?-

-Mi hanno costretta a tingermi i capelli di rosa.-

Fra i ragazzi calò un silenzio luttuoso. Sarebbe stata dura. Molto dura.

-Quindi?- giochiamo sì o no?- chiese poi Kai.

-Sì, certo.- sogghignò Tae.

-No. No. E ancora no.- si rifiutò categoricamente Soobin, già sapendo che gli sarebbe andata male.

-Decisamente sì, invece.- ribatté Beomgyu.

Soobin indirizzò uno sguardo supplichevole e Yeonjun e Yujin, ma il primo gli sorrise, prima di dire, estremamente compiaciuto:

-Sì.-

Yujin scosse la solita spalla.

-Indifferente.-

-Bene, allora giochiamo.- stabilì Kai, raggiante. -Bam, inizia tu.-

-Tae, obbligo o verità?-

-Verità.-

-Sei mai stato respinto in maniera epica da qualcuno?-

-Posso mentire?- chiese il ragazzo sporgendo il labbro inferiore in maniera supplichevole.

-Mi pare ovvio che no.- rispose l'altro, con le mani beatamente incrociate in grembo.

-Peccato.

-Ebbene, non sono mai stato respinto perché non ci ho mai provato con nessuno.

-Siete pregati di non commentare.

-Yeonjun, obbligo o verità?-

-Obbligo.-

-Bacia Yujin.

-Anzi, limonatela direttamente.-

Ci fu un attimo di silenzio.

Poi, dagli altri tre ragazzi, si levò un:

-Uuuuhhhh!-

Yeonjun sollevò la testa dalla spalla di Yujin e si voltò verso di lei.

-Posso?- le chiese.

La ragazza scosse impercettibilmente le spalle, e si vedeva benissimo che non sapeva che cosa pensare del tutto.

L'amico non aspettò un secondo e fece immediatamente incontrare le loro labbra,chiedendole subito dopo l'accesso alla bocca con la lingua, e non incontrando praticamente nessuna resistenza.

Qualche secondo dopo, con uno schiocco, si staccarono.

Si guardarono negli occhi per qualche istante, poi, simultaneamente, scoppiarono a ridere, sotto gli sguardi increduli degli altri.

-Ceh,- sbottò Kai. -Noi aspettiamo da mesi che voi vi baciate, e voi niente. Niente. E ancora niente. Poi vi limonate. E che cosa fate? Ridete!

-Io, veramente, non vi capisco, a voi due!-

-E che cosa dovremmo fare, scusa?- chiese Yujin. -Piangere? La cosa fa ridere, quindi, bro, ridiamo.

-Obbligo o verità?-

-Obbligo.- mugugnò il ragazzo, più imbronciato che mai.

-Vai in cucina e portami il sacchetto di caramelle che c'è di fianco ai fornelli.-

-Eeeeeehhhhh?! Ma che accidenti di obbligo è?!-

-Quello che mi fa comodo.

-Yeonjun mi ha rubato la caramella che stavo mangiando e io ne voglio un'altra, quindi vai a prendermi quel benedetto sacchetto.-

-Io nonn ci posso credere. Non ci posso credere. Non ci posso credere. Mi trovo fra pazzi disagiati, altroché!- borbottò arrabbiatissimo Kai alzandosi e andando in cucina.

-Ecco.- disse poco dopo lanciando le caramelle di fianco a Yujin e guardando male Yeonjun, ora sdraiato con la testa appoggiata sulle gambe della sua amica.

-Adesso mi vendico.-

-Guarda che sei stato tu a voler fare questo gioco.- gli ricordò Yeonjun.

-Zitto, te! Con te faccio i conti dopo!-

-LE VOSTRE FOTTUTISSIME COSE...-iniziò Beomgyu, prima che Yeonjun allungasse una gamba e, cone le dita dei piedi, gli desse un pizzicotto sul fianco.

-Soobin, obbligo o verità?-

-Io non mi sento molto bene...-

-Smettila di fare il vigliacco!-

-Però...-

-Ti tiro una sedia in testa.-

-Obbligo.- decise infine il ragazzo, pensando che se avesse scelto verità gli avrebbero fatto dire qualcosa di scomodo.

-Ruba la caramella a Yujin.-

Soobin sbiancò, mentre Yujin si chiese che cosa avessero tutti da prendersela con le sue caramelle.

-Co... cosa?!-

-Hai capito benissimo.- sogghignò Kai beandosi dell'espressione terrorizzata dell'amico e di quella scocciata della ragazza.

-N... No. Mi rifiuto.- si rifiutò Soobin sudando freddo.

Ma, con tutte le cose al mondo, proprio quella doveva chiedergli?

Certo, perché era un nano ma grandissimo pezzo di merda.

-Non puoi.

-Baciala.

-Ora.-

-No.-

-Ho detto di...-

-Kai.- lo interruppe Yujin. -Se non vuole, lascialo stare.

-Non c'è bisogno che dai fastidio a lui, per farla pagare a me.

-Se vuoi ti riempirò tutte le borracce che vorrai, per farmi perdonare.

-Ma lascia stare Soobin. Non c'è bisogno che faccia qualcosa che non vuole.-

Soobin si sentì andare a fuoco, consapevole che stava facendo una grandissima stupidaggine, che stava perdendo il treno, e che da lì avrebbe perso anche tutte le coincidenze.

Ma Kai scosse la testa.

-No, no, adesso lui ti ruba la caramella e non fa storie.-

-Io però...- fece di nuovo Soobin, consapevolissimo che si stava attardando di proposito per perdere quel fottutissimo treno.

-Veramente, se non vuole farlo non c'è nessun problema. Lo capisco.

-Se ti da tanto fastidio, la caramella posso anche sputarla. Nel tuo occhio, magari, ma pur sempre sputarla.-

Il ragazzo si sentì addosso lo sguardo di fuoco di Yeonjun. Oltre che perdere il treno, stava anche facendo credere a Yujin che la sola idea di baciarla gli facesse schifo. E non credeva che fosse una cosa carina, per lei.

Scosse freneticamente la testa.

-No. Non è quello. Non...-

-E allora vai! Vigliacco!- lo incitò Kai dandogli uno spintone.

E Soobin si ritrovò a gattonare verso Yujin, mentre Yeonjun si spostava di qualche centimetro.

Come cazzo faceva ad essere così tranquilla mentre a lui stava per implodere il cuore?

La vide spostare qualcosa all'interno della bocca, probabilmente la dannatissima caramella.

Si inginocchiò davanti a lei, sperando che veramente non potesse sentire il suo cuore.

-Veramente posso? Non hai nulla in contrario?- le chiese.

-No, perché dovrei?-

Aspettò che dicesse: "E' solo un gioco". Ma per fortuna lei non lo disse, anche se, molto probabilmente, per lei era solo un gioco.

Quindi avvicinò il viso al suo e, delicatamente, appoggiò le proprie labbra sulle sue.

E si ritrovò a pensare che gli sarebbe piaciuto baciarle per sempre, tanto le adorava. Non avevano nulla di speciale, erano semplicemente labbra. Però a lui piacevano tantissimo.

Per rubarle la caramella avrebbe dovuto... limonarla?

Fuori discussione.

Resistette solo qualche secondo con le labbra a contatto con le sue, e poi si tirò precipitosamente indietro, tornando quasi di corsa al suo posto.

Kai storse la bocca e borbottò qualcosa che somigliava molto a "vigliacco".

-Bam, obbligo o verità?-

-Obbligo.-

-Vai in cucina a prendermi del pane.-

-Io vi odio! Vi odio tutti! Tantissimo! O vi limonate, o mangiate! Ma un po' di fottutissima fantasia, no?!- mugugnò Beomgyu alzandosi e marciando verso la cucina.

-Yujin, dimenticavo.- fece Yeonjun ri-appoggiandosi al corpo della sua amica. -Obbligo o verità?-

-Verità.-

-Dove le hai comprate queste caramelle? Ceh, sono una bomba.-





PHUAHAHAHAHAHA

CONFONDITI, MIA, CONFONDITI!

Nel mentre io mi cringio.

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