Capitolo 18
-Ma che genere di problemi hanno, ceh?!- sbottò indignata Minseo agitando istericamente le braccia.
-Pensano solo a limonarsi e a mangiare, quelli! Perfetta definizione del genere maschile!-
-E' praticamente quello che ha detto Beommgyu.- ricordò Yujin, mentre si ingozzava dei cereali che aveva appena comperato.
-Perché lui è l'unico con un briciolo di cervello, in quel branco di disagiati.
-No, ma dico, che cazzo gli sarà mai saltato in mente?!
-Ma la prossima volta che ho tempo io gli spacco il culo, altroché!
-Che si limonassero fra di loro, se proprio dovevano! Tu non c'entravi proprio un bel niente!
-Dopo ti sei lavata la bocca, vero? Dopo l'ospedale sei così cagionevole... non vorrei che ti ammalassi...-
-Minni, calmati. Era solo un gioco, non è il caso di farci su sto gran dramma.
-E comunque, sì: prima di andare a dormire mi sono lavata i denti. Come al solito.-
L'altra sbuffò, evidentemente ancora su tutte le furie.
-Non me ne frega niente, se era un gioco o meno. Loro sono e rimangono dei problematici.- sbottò.
Fece una pausa, lo sguardo puntato verso il cielo e le mani infilate nelle tasche.
-Almeno baciano bene?- chiese.
Yujin si strozzò con i cereali.
-Ma che... coff... cazz vuoi che coff ne sappia io!- protestò.
-Be', sei te che li hai baciati, no? Non vedo chi altro potrebbe saperlo.-
-Ma io non avevo mai baciato nessuno! Mica posso farti dei paragoni!-
Questa volta fu Minseo a sbuffare.
-Ah, giusto che tu sei un'ignorante.
-Allora, dimmi: ce l'hanno messa la lingua?-
-Yeonjun sì. Soobin no. Lui non voleva per niente baciarmi, però Kai l'ha costretto in tutti i modi. Devo dargli veramente molto fastidio, visto che tra l'altro era solo un gioco.- rispose Yujin noncurante, continuando ad ingozzarsi.
L'amica alzò gli occhi al cielo.
-Che vigliacco.- borbottò.
-E' quello che gli hanno detto anche gli altri. Io però non ho mica capito perché.-
-Mi spiace, ma se sei così lenta non posso spiegartelo.
-Lo farà lui, prima o poi. Si spera.-
-Continuo a non capire.-
-Perché sei stupida.
-Ora, dimmi, piuttosto: ti è piaciuto?-
Yujin la guardò confusa.
-Cosa?- chiese.
Minseo roteò talmente tanto gli occhi che i mancava poco che partissero per un'altra Galassia.
-I baci, Jinnie! I fottutissimi baci! Ti sono piaciuti?-
-Bho.- rispose l'altra scuotendo le spalle.
-Parlare con te è impossibile.
-Utilizziamo un'altra formula.
-Ti piacerebbe che succedesse di nuovo?-
-No.-
Chiaro e tondo.
Minseo la guardò allibita.
-No?-
-No.-
-Ma perché mai?-
-Perché le mie caramelle sono mie e mie soltanto. Non mi piace che me le rubino.-
-Sei veramente senza speranza.- sospirò l'altra dando un'occhiata allo schermo del cellulare. -Tra un'ora ho un appuntamento, quindi è meglio che ti riaccompagno a casa.-
-E' la stessa ragazza di ieri?-
-No.-
Chiaro e tondo.
Come il giorno prima, tornando a casa, Yujin la trovò affollata. Come al solito, ignorando del tutto i cinque ragazzi, che dal canto loro non si accorsero neppure di lei, portò Bho a fare un giro e poi, presa una montagna di manga a caso dalla sua libreria, si lanciò sul divano a leggere.
Era arrivatta solo alla diciassettesima pagina quando qualcuno le si sedette di fianco e le appoggiò la testa sulla spalla.
-Cosa lòeggi di bello?- le chiese Beomgyu cercando di sbirciare il suo manga.
-Un manga.-
E l'attimo dopo, dal lato opposto di Beomgyu, Taehyun si sdraiò sul divano appoggiandole la testa sulle gambe.
Yujin li guardò entrambi, perplessa.
-Che cos'è tutta questa confidenza, scusate?- chiese.
-Confidenza, mi pare ovvio.- le rispose Taehyun sorridendole.
Intanto, poco distante, Soobin e Kai stavano discutendo animatamente, lanciandole innumerevoli occhiate. Alla ragazza sembrò di sentire kai dire "vigliacco" e di vedere Soobin abbassare gli occhi a terra. Le sarebbe piaciuto poterlo consolare almeno un pochino, qualunque fosse il suo problema. Ma non pensava proprio che lui glielo avrebbe permesso; sembrava continuare ad avere una notevole repulsione nei suoi confronti, e mentre lei aveva smesso di sentirsi così in ansia in sua presenza, lui evitava sempre di più il suo contatto, e quando per caso la sfiorava reagiva come se si fosse scottato.
-Dov'è il cretino?- chiese dopo essersi accertata che non fosse in sala.
-In cucina. Come al solito, aveva fame.- sbadigliò Beomgyu.
-BRUTTINO!- sentirono gridare proprio in quel momento.
Kai lasciò immediatamente perdere Soobin e si precipitò in cucina.
-Hai finito te con questa storia?! Non ne posso più!- sbraitò esasperato.
Yeonjun si voltò a guardarlo, allibito.
-Ma chi ti caga, a te?
-Io stavo parlando con il coso dei toast!-
-Sicuro?- domandò dubbioso Kai appoggiandosi con una mano allo stipite della porta.
-Sicurissimo. Non so cosa tu abbia pensato.-
-Che tu mi stessi chiamando di nuovo "bruttino", ovviamente.
-Allora, che cos'ha il tostapane?-
-Non va!-
-L'hai attaccata la spina?-
-No, ovviamente! Mica voglio rischiare di prendermi la scossa.-
Kai alzò gli occhi al soffitto.
-Veramente, non so proprio come facciamo a sopportarti, cretino come sei.-
-Tutto merito delle mie labbra.- rispose l'altro sorridendo e poi facendo la bocca a barchetta come se volesse un bacio, anche se l'unica cose che in quel momento veramente desiderava era quel benedetto toast.
Kai cercò di distogliere lo sguardo, senza però riuscirci del tutto.
-Evita, per cortesia. Non ho nessuna voglia che Bam si metta a urlare di nuovo.-
Yeonjun rise.
-Sembra che io ti piaccia veramente tanto.- commentò.
-Non hai idea di quanto.
-Quasi quanto io piaccio a te.
-Dai, dammi quel tostapane, che altrimenti qui arriviamo in ritardo ad allenamento.-
Soobin era consapevole di avere un mucchio di problemi.
Sua madre, per esempio. Lei, con quella sua mania della famiglia, che voleva a tutti i costi che lui avesse a che fare con suo padre, quando lui non ne aveva nessuna, ma proprio nessuna, voglia.
E sempre sua madre che, dopo ormai tre anni, pretendeva fermamente di conoscere i suoi colleghi di lavoro.
E lui che cavolo doveva fare?
Non poteva certo dirle: "Sì, questi sono Taehyun, Beomgyu, Kai e Yeonjun, specializzati in uccisioni, pestamenti e minacce."
E poi con che faccia le avrebbe detto: "E io sono il cecchino."?
E se lei gli avesse chiesto del capo, come avrebbe fatto a dirgli: "Gli ho piantato una pallottola in testa perché era uno sporco doppiogiochista, amministrava due gruppi rivali e si divertiva a vederci ucciderci a vicenda e in più ha cercato di uccidere la migliore amica del mio migliore amico."?
Non avrebbe potuto.
Quindi doveva trovare un'altra soluzione.
E non sapeva proprio.
Poi lui era stufo di quella vita. Voleva cambiare. Voleva vivere normalmente. Non voleva più dover impugnare quell'arma. Non voleva più dover uccidere altra gente.
Come se non bastasse, era pure stato distratto e si era stortato la caviglia, quindi ora gli toccava pure starsene in panchina mentre gli altri ballavano.
Il che, dal momento che quel giorno non aveva voglia di fare proprio niente, non era poi così male.
Se no fosse stato per il fatto che praticamente davanti a lui c'era Yujin.
Era inserita in una particolare coreografia che lui non aveva nessuna voglia di capire. O meglio: che non riusciva proprio a capire, perché tutta la sua attenzione era puntata sulla ragazza.
E il modo in cui lei lo attraeva era decisamente un problema. Perché lo stava facendo uscire di testa. E il fatto di essere con lei tutti i giorni di certo non aiutava.
E alla fine... Alla fine, sì, stava veramente vedendo il suo migliore amico farsela con la ragazza che gli piaceva. Non stavano insieme, per niente, ma era evidente a tutti, anche se forse a Yujin no, che non erano più semplicemente amici. Probabilmente non lo erano mai stato. Probabilmente avevano solo creduto di esserlo. E, stranamente, la cosa non gli dava fastidio. Anzi. Loro due assieme erano così carini...
Era così preso dai suoi pensieri che non si rese conto che l'allenamento era finito fino a quando non vide appunto Yeonjun avvicinarsi a Yujin e abbracciarla mentre le diceva qualcosa. Lei replicò qualcos'altro e risero tutti e due.
Erano veramente carini assieme.
A interrompere qualunque cosa si stessero dicendo , arrivò Kai, che posò una mano sulla spalla di Yeonjun e gli disse anche lui qualcosa, cosicché il ragazzo rise di nuovo.
Yujin invece si districò dall'abbraccio nella maniera più discreta possibile e si allontanò.
Soobin l'aveva notato. Ogni volta che Kai si avvicinava a Yeonjun, Yujin si allontanava. Se Yeonjun era vicino a Kai, Yujin non si avvicinava mai.
Non sembrava che fosse infastidita dalla relazione dei due ragazzi, per niente, solo... sembrava che cercasse di starne il più lontano possibile.
Sì, ecco, sembrava che avesse paura di dare fastidio.
Si alzò in piedi e, cercando di non zoppicare, le si avvicinò, mentre lei stava ferma a guardare il muro come se stesse pensando.
-Ehi.- le disse prendendola per i fianchi in modo che si ritrovassero petto contro petto. -Hai ballato bene.- aggiunse cingendole la vita con le braccia e tirandola verso di sé.
Non sapeva bene perché lo stesse facendo, solo gli era sembrato che lui avesse bisogno di farlo e che Yujin avesse bisogno che qualcuno lo facesse, ora che Kai si era trascinato via Yeonjun.
La ragazza gli strinse la vita a sua volta e lui sentì le sue mani delicate che si posavano sui fianchi.
-Dici?-
-Dico.- le rispose sorridendole.
-Come va il tuo piede? Ce la fai a camminare?-
-Più o meno.-
-Per tornare a casa prendiamo l'autobus.-
-Ma no, dai. Non ce n'è bisogno.-
-Zitto, Bigné! Se io dico che si prende l'autobus, allora si prende l'autobus!-
-Mi piace quando mi chiami Bigné.-
-Anche a me piace quando ti chiamo Bigné.-
Yujin non capiva.
Non capiva perché si sentiva così.
Come se fosse di troppo.
Di nuovo.
Anzi, no. Come se gli altri la percepissero come qualcosa di troppo. Eppure nessuno aveva fatto nulla per farglielo credere, solo a lei sembrava di percepirlo.
Ma era veramente di troppo?
Ah, se solo quella macchina l'avesse uccisa...
-Poverina.- commentò Beomgyu quando lei fu andata a dormire.
-Perché?- chiese Taehyun.
-Perché non ci capisce più niente. E perché non è abituata a parlare per cercare di capire. E così continua a non capire niente, ma tutto dentro di sé.-
La mattina dopo era sabato e Yujin dormì fino alle undici del mattino, quando Minseo si precipitò nella sua stanza come una meteora sbraitando arrabbiatissima un mucchio di cose incomprensibili.
-Cos...?- fece confusa la ragazza stropicciandosi gli occhi assonati.
-Mangia!- sbraitò Minseo tirandole in testa un intero casco di banane.
-Ahia, cretina!-
-Stupida!
-Taehyun mi ha detto che ieri sera non hai mangiato!
-Si può sapere che cazzo ti salta in mente, uhu?- urlò ancora l'amica piantandosi le mani sui fianchi.
-Ehi, calmati.- mugugnò Yujin sbucciando una banana e mettendosene in bocca mezza. -Non avevo fame.- si giustificò.
-E allora?! Ti sembra una buona scusa?! Oggi dobbiamo andare a fare shopping, ricordi?1 come facciamo a prendere i vestiti della taglia giusta, se te sei più magra del solito, eh?!-
-Ah, è questo il tuo problema?-
-Faccio solo finta che sia questo, e tu lo sai benissimo!
-E ora spicciati!
-Sembri uno zombie, non hai ancora portato fuori il cane, devi mangiare ancora e...-
-Sì, sì, ho capito, ora calmati.- mugugnò Yujin stropicciandosi ancora gli occhi e nel frattempo cercando un paio di pantaloni.
-Dimmi... Yeonjun e Kai sono tornati?-
-No.- rispose secca Minseo lanciandole in testa una felpa.
L'altra sospirò e non disse praticamente più nulla fino a che non fu il momento di uscire.
A quel punto il suo telefono squillò e lei quasi incespicò nelle sue stesse dita per la fretta di rispondere.
-Yeonjun?-
-Scimmietta.
-Senti, lo so che ti avevo promesso che oggi ci sarei stato... però... scusami.
-Non riesco ad esserci.-
Yujin tacque.
C'era qualcosa che non andava.
C'era qualcosa che non capiva.
-Ti... Ti è successo qualcosa? Ti sei fatto male?- chiese.
-Cos... Ma no Yujin, no! Non mi è successo niente! Non intendevo... Non ti devi mica preoccupare.-
C'era veramente qualcosa di strano, pensò la ragazza. Il tono, il modo in cui combinava le parole, quello in cui spezzava le frasi... sembrava quasi che si stesse sentendo in colpa.
-Sei sicuro?
-Lo so che non posso fare molto, ma...-
-Mica ti dico le bugie, sai? Io non sono mica come te.-
-A questo punto non ne sarei più così sicura.- ribatté Yujin , suo malgrado amareggiata.
Dall'altra parte si sentì solo silenzio.
-Sei arrabbiata?
-Non me lo aspettavo, da te. Non per un'uscita di shopping.-
-Certo che sei proprio cretino.- replicò Yujin riattaccando.
Gli altri la guardarono in silenzio mentre rintascava il cellulare e si asciugava le lacrime.
-Tutto bene?- le chiese cautamente Taehyun.
-No, per niente.
-Andiamo?-
Fino a che non aveva sentito quella frase, la ragazza non era stata per nulla arrabbiata. Solo confusa e preoccupata. Ma a quel punto era arrabbiata sì. E anche tanto. Solo non sapeva se con Yeonjun o sé stessa.
E tutta la sua rabbia la sfogò nello shopping, facendo provare agli altri un'infinità di abiti assurdi. Dopo aver costretto Soobin ad indossare un abito capestro, però, considerò conveniente chiudersi in una cabina per la prova dei vestiti.
-Tanto prima o poi dovrai uscire da lì, e allora...- la minacciò il ragazzo, fermo ad aspettara con le braccia incrociate.
-Ceh, sei lì fuori con quella roba addosso, impiantonato come una guardia del corpo?- chiese Yujin senza mettere fuori dalla tenda neppure la punta del naso. -Chissà che cosa penserà la gente.-
-mi sono cambiato, scema!-
-Fortuna che prima sono riuscita a scattarti qualche foto.-
-Adesso entro lì dentro e...-
-E io mi metto a urlare che manco mi stessero stuprando.
-Poi so' cazzi tuoi.-
-Brutta bast...-
-Ma quello non è Beomgyu in minigonna?-
-Dove?- chiese Soobin girandosi precipitosamente.
E nel frattempo Yujin gli passò sotto al naso, uscì dal negozio, entrò nel minimarket che c'era lì davanti, comprò sei banane e si sedette sullo schienale di una panchina a mangiarle, immaginando di spiccicare ogni singola buccia in testa a quel cretino di Yeonjun.
Alla sesta banana ormai aveva il mal di pancia, quindi la mise da parte, pensando che sarebbe stato veramente bello poterla spiaccicare tutta intera in testa al suo amico.
E proprio in quel momento il suo telefono squillò di nuovo.
-Sì?- fece, rispondendo.
-Senti, scusa. Non volevo di nuovo litigare con te.
-Solo che... veramente non pensavo che tu te la saresti presa per un pomeriggio di compere e...-
-Vedi che sei proprio stupido?
-Io non me la sono affatto presa. Sai che cosa me ne frega a me dello shopping.
-Io ero solo preoccupata. E lo sono anche ora.-
-Oh...-
-Ti stai sentendo un cretino?-
-Tantissimo.-
-E fai bene.-
-Quindi... Pace?-
-Non abbiamo mica litigato.-
-Comunque, avrei veramente voluto venire con voi. E sopratutto vedere che cosa Minseo avrebbe provato a farti mettere addosso. Solo che... Sarebbe stato difficile, dal momento che non riesco a camminare.-
Dal tono sembrava che lui sperava che lei capisse qualcosa in particolare.
Sgranò gli occhi.
-In che senso non riesci a camminare?- chiese, a voce forse un po' troppo alta. -Che cosa è successo?! Ti sei fatto picchiare di nuovo?!-
-Ehi, ehi, ehi, no. Stai calma. Non è nulla, okay? Sto benissimo.-
-Mi hai appena detto che non riesci a camminare. Non mi sembra esattamente a definizione di "stare benissimo", o sbaglio?-
-Dannazione, scimmietta... Non è... Cioè... E'...-
-Vuoi che glielo dica io?- intervenne la voce di Kai.
-No!
-Assolutamente no!
-Non sono cose che ti riguardano, bruttino!- protestò Yeonjun.
-Se lo dici te...-
-Qualcuno potrebbe spiegarmi che cosa sta succedendo?- chiese Yujin, sempre più confusa.
-No, non è decisamente il caso.- le rispose Yeonjun. -Solo non ti preoccupare, okay? Non succederà più.-
-Io non sono affatto d'accordo.- protestò questa volta Kai.
-Ma i cazzi tuoi te li fai, ogni tanto?-
-Sono esattamente cazzi miei, questi.-
La ragazza aprì la bocca per dire qualcosa, quando il telefono le sparì dalle mani.
Sobbalzò e si voltò verso Minseo che, arrivando con gli altri tre ragazzi carichi di borse, gliel'aveva sequestrato.
-Yeonjun?-
-Minseo?-
-Dal momento che i ho capito benissimo che cosa è successo...-
-Lo immaginavo. E quindi?-
-E quindi, vedi di essere perfettamente in forma per la gara, perché dopo tutto l'impegno che ci avete messo, non sopporterei se tutto andasse a puttane per un motivo del genere.- sibilò la ragazza.
-Sennò?- chiese Kai con tono di sfida.
-Sennò vi spacco il culo in sedici a tutti e due e poi vi faccio correre la maratona.-
Ciò dichiarato, buttò giù la chiamata e riconsegnò il telefono all'amica, che lo ritascò e la guardò con l'aria di chi non aveva capito niente di niente e iniziava a sentirsi decisamente disperso, oltre che confuso.
-Ma starà bene?- chiese, per ricevere una conferma dell'unica cosa di cui a quel punto gliene fregava qualcosa.
-Oh, sì, certo. Egregiamente.-
Okay, adesso vado a confessarmi da Suor Namjoon.
Capitemi, non avrei mai scritto una roba del genere. Se ovviamente non avessi avuto la febbre. E poi al momento di trascriverla, be', mi faceva talmente ridere che ho deciso di non censurarla.
Come le sapevo ste cose, nel delirio della febbre? Colpa delle fanfiction di Wattpad.
Okay, ora veramente vado. Suor Namjoon mi sta aspettando con un intero vocabolario di preghiere da dire per ottenere una minima dose di perdono.
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