Capitolo 20
-Quindi?-
-Ma che cazzo di domande sono, cretino?!-
-Non vorrai mica dire che non...- fece Yeonjun, sentendo il mondo che gli precipitava addosso.
Come avrebbe fatto senza di lei?
Come al solito, però senza di lei. Semplice.
Però non doveva finire così. Non doveva.
Yujin aveva solo diciassette anni. Non meritava nulla di tutti i disastri che le erano successi.
In più era tutta colpa sua.
-Certo che ce l'ha fatta.
-Mi sta venendo il dubbio che ucciderla sia impossibile.
-Avrebbe dovuto morire, con ogni probabilità. Ma be', non ci si spiega come, ha rallentato talmente i processi vitali che sono riusciti a salvarla.
-Anche perché, naturalmente, non le hanno colpito il cuore.
-Vedi il vantaggio di essere il migliore? Sapere che nessuno colpirà mai i tuoi amici con la tua precisione.-
-Certo che sei un gran bastardo.-
-Lo so.
-E ora vai da lei.
-Sai, quella scimmia sta di nuovo dormendo. E di nuovo non ha puntato la sveglia.-
Yeonjun sorrise e gli sollevò appena i capelli per essere sicuro che si fosse fatto medicare la ferita.
-Vado e torno.
-Tu intanto riposati.-
-Ma come, questa volta non ti impiantoni lì fino a che non si sveglia?-
-Vorrei, non sai quanto, ma devo cercare e picchiare troppa gente per potermelo permettere.-
-E poi il bastardo sarei io,, eh.- mugugnò Soobin mentre l'altro si allontanava.
Yeonjun stava riuscendo, per la seconda volta, a gestire la situazione con una razionalità che non avrebbe creduto possibile.
Sopratutto dal momento che fare ogni cosa senza crollare a terra e piangere gli riusciva estremamente difficile.
Aveva bisogno...
Everything will go right, fuck off.
Sorrise.
In fatto di magliette, Yujin aveva un gusto infallibile.
Persino pallida come una morta, addormentata, ferita, era riuscita a tirargli su il morale. E solo con una magliettina blu con una stupida scritta bianca.
Avrebbe potuto andare a lavorare come stilista. A patto che non si occupasse di pigiami; che non si occupasse assolutamente, per nessun motivo, neppure per sbaglio, di pigiami. Chi è che si metteva un pigiama verde fluo decorato a banane? Yujin. Solo e soltanto Yujin. E lui, disgustato, si era ritrovato, per salvaguardare i propri occhi, a doverlo buttare nella spazzatura, poi buttare la spazzatura nel'altra spazzatura e infine far magicamente scomparire il tutto.
Le accarezzò una guancia, pallidissima e fastidiosamente fredda.
-Egoisticamente parlando.
-La smetti di lasciarmi solo?
-Non ti sto chiedendo molto. Solo di rimanere appiccicata a me ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette. E di smetterla di addormentarti senza di me. Sai... preferirei che tu mi tirassi i calci negli stichi mentre ti giri nel letto... E tu sai che io odio i calci negli stinchi.
-E sì, certo, quando dormi fai molto meno casino... però a me manchi già. Anche se sei qui. Anche se ti posso toccare. Non è la stessa cosa.
-Ti ricordi, no, che ti avevo promesso che saremmo andati al cinema assieme, no? O meglio, che tu hai accettato di venire al cinema con me. E hai accettato, quindi ci andremo. Però... però andiamo in un altro cinema, e guardiamo un altro film. Perché... L'ultima volta che mi hai promesso qualcosa, è andata a finire così.
-Quindi questa volta cambiamo.-
Si rese conto che stava piangendo.
-Sai... Mi piace quando mi chiami cretino, quando mi tiri le spugne, quando mi abbracci, quando dormiamo assieme (e te non fai per conto tuo), le tue caramelle... Mi piaci tu. Tantissimo.
-Non pensare neppure per un secondo di non svegliarti più . Abbiamo un sacco di cose da fare, ancora. E poi io voglio baciarti di nuovo. Mi è piaciuto, quando abbiamo giocato ad obbligo o verità. E se ora me lo chiedessero, eh, in verità non aspettavo altro da settimane. Poi avrei voluto farlo di nuovo, ma, non ci crederai, sono timido. Però sì, vorrei farlo di nuovo. E dirti che ti amo. E spiegarti che anche tu mi ami. Che è quello che provi, quello che non capisci, quello che ti manda in confusione. Che non c'è nulla di male, se ci amiamo.
-E poi che cosa te lo sto a dire a fare, che tu sei addormentata?
-Vedi di svegliarti, dai.
-Io ora ho delle facce da spaccare.
-Vado, le spacco, e torno.- borbottò infine avviandosi verso la porta.
-Ah, sì, e... Yujin?
-Prova ancora una volta a proteggermi e giuro su tutte le banane di questo mondo che ti piglio a calci in culo fino sulla Luna.
-Stupida scimmia.-
E uscì definitivamente.
Di nuovo, di nuovo, di nuovo.
Di nuovo.
-Ehi, Yeonjuncretino, dove vai?-
Si fermò e si voltò verso Kai, che lo guardava appoggiato allo stipite di una porta, le mani infilate nelle tasche dei pantaloni.
Gli sorrise, perché non poteva farne a meno.
Kai gli faceva sempre venire voglia di sorridere.
A parte quando iniziava a molestarlo, ovviamente. A quel punto i suoi istinti di solito erano due; il primo, e in genere quello prevalente, era quello di lanciarlo giù da qualche parte, fosse essa una finestra, un tetto o un ponte cambiava poco, l'importante era lanciarlo giù; il secondo, per quanto gli desse fastidio ammetterlo anche soltanto a sé stesso, era quello di saltargli addosso.
-Non so ancora, precisamente. Dove mi porteranno le faccende che devo sbrigare, comunque.
-Vuoi che ti accompagno?-
-No. Rimani qua, per favore. Non vorrei che ti facessi male anche tu.-
-Ma...- fece per obbiettare l'altro ragazzo.
-Per favore.- ripeté Yeonjun.
I due si guardarono in silenzio per qualche secondo, e infine Kai chinò la testa sotto lo sguardo supplichevole dell'altro.
-Va bene.
-Però tu stai attento a non farti male, eh.-
-Quegli altri, più che altro, dovranno fare attenzione a non farmi male.
-Dovessi pure morire, non smetterò un momento di tormentarli.-
-Ma tu non hai nessuna intenzione di morire, vero?- chiese Kai, una nota di ansia nella voce.
Yeonjun sorrise ancora, a metà fra il dolce e l'inquietante.
-Assolutamente nessuna. Sarebbe una bella mancanza di rispetto, non trovi?-
-Trovo eccome. Quindi guai a te.-
-Stai chill.
-Tu... Non ti offendi se ti chiedo di controllare Yujin, vero? So che non stravedi per lei, però...-
-Non una parola di più, scemo.-
-Scu...-
-Avevo già intenzione di farlo, se non avessi potuto accompagnarti.-
L'altro rimase giusto un pochino sorpreso.
-Ah.-
Kai gli i avvicinò, sorridendo a metà fra il dolce e il triste.
-Sei proprio stupido, va'.
-E ora vai, prima che qualcuno spacchi quelle facce al posto tuo.- gli disse dandogli un colpetto sulla spalla.
-Devono solo provarci.- ribatté Yeonjun.
Gli diede un bacio sulle labbra e poi si allontanò verso quelle facce da spaccare.
Kai lo guardò scomparire in fondo al corridoio, trattenne un sospiro e poi entrò nella stanza dell'amica, appena qualche porta indietro rispetto a dov'era lui.
Dire che Lee Yujin non gli andava a genio non era esatto.
Inizialmente, gli era stata decisamente sulle palle. Era insopportabile. Quella poppante. Manseca, schizzata come un mixer impazzito, mezza emo... Poi però aveva visto quanto lei piacesse a Yeonjun, anche se all'inizio lui l'aveva negato, e aveva avuto paura. Paura che lei prendesse il suo posto nella vita del ragazzo.
Invece non era successo nulla del genere. Più che altro sembrava che Yujin avesse da sempre un posto nel cuore, nell'animo e nella vita di Yeonjun, e con la sua comparsa non solo non aveva usurpato nulla, ma il ragazzo era stato molto meglio.
Certo, lui e Yujin avevano litigato svariate volte, qualche volta si erano pure picchiati (come due perfetti cretini), avevano passato ore a tenersi reciprocamente il muso e altre cose così, ma erano di più le volte in cui avevano riso e sorriso assieme, in cui si erano abbracciati (se uno ci faceva caso, quando potevano erano sempre appiccicati), in cui si erano tirati su il morale a vicenda (anche se di solito era Yujin che cercava di far stare meglio tutti), in cui si erano tenuti per mano.
E se lei faceva stare bene Yeonjun, e pure gli altri tre, allora Kai non aveva proprio nulla da ridire.
Poi, immaginava per osmosi, anche lui aveva finito per voler bene a quella scimmia rompiscatole.
E alla fine, solo con la sua presenza, lei era riuscita a far stare meglio anche lui. E lo sapeva il Cielo se ne aveva bisogno.
Ora, però, vederla distesa di nuovo su quel lettino, poche settimane dopo che se ne era alzata, più pallida delle lenzuola bianchissime, il petto che per fortuna ancora si alzava e si abbassava lievemente ad ogni respiro, i capelli lunghi appena una spanna sudati e tirati indietro scoprendo così la leggera cicatrice sulla fronte, collegata a quelle macchine di cui non sapeva neppure la funzione precisa lo faceva solo soffrire.
Perché?
E, sopratutto, perché lei?
Perché sempre lei?
Certo, era una casinista, una rompipalle, aveva gusti alimentari più che discutibili, era schifosamente possessiva verso le sue caramelle e il suo pupazzo, aveva quella fastidiosa abitudine di lanciare bucce di banana dappertutto, però, tutto ciò sottratto, era una ragazza fantastica. E forse, ma forse, lo era anche con tutti quei suoi difetti.
-Ti svegli, per favore?
-Sì, lo so, magari così tu stai meglio, che cavolo ne so io. Magari stai sognando di nuotare in un mare di frullato alla pesca e banana o qualche cosa stupida del genere.
-Spero che sia così e che tu non stia facendo degli incubi.
-Però, ehi, noi siamo umani, no? Quindi, oltre che limonarci e mangiare come dice Bam, dobbiamo anche rompere le palle ed essere egoisti.
-Quindi, egoisticamente, ti chiedo di svegliarti. Perché già ci manchi. E, non fare finta di niente 'cause I know that you know, perché Yeonjun ha bisogno di te.
-Dunque, non me ne frega proprio niente se ora stai bene, datti una svegliata.
-Anche perché non ho voglia di portare fuori Bho al posto tuo.-
People, -3 capitoli alla fine.
Vediamo se Yujin riesce a sopravvivere fino a quel momento.
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