Capitolo 22

Yujin era stufa di stare male.

Anzi, no.

Lei non stava male.

Lei si sentiva male.

E ne era stufa.

Dalla punta dei capelli fino alle unghie dei piedi, passando per il diaframma e l'osso pelvico.

Era scampata alla morte due volte, tre se si considerava anche quando avevano tentato di investirla, aveva impedito al suo migliore amico di essere cecchinato, Kai le aveva impedito di suicidarsi.

Quindi che cazzo di motivo e aveva di sentirsi male?, si chiese smettendo per un momento di camminare per essere più concentrata.

Nessuno.

Assolutamente nessuno, decretò.

E non appena lo ebbe decretato, si sentì già bene.

Sollevò lo sguardo dal marciapiede e le parve che fosse tutto così... frizzante.

Come aveva fatto a non accorgersene prima?

Qualcuno la afferrò dalla felpa e la trascinò nel vicolo buio davanti al quale era ferma.

La trovò una mossa estremamente stupida. Una presa del genere... sarebbe riuscita a liberarsi e a stendere l'avversario in meno di un decimo di secondo.

Non era decisamente il caso di agitarsi.

-Allora, Yujin...-

Quasi sorrise.

-Yang.

-Non ti auguro una buona giornata.

-E chiamami Lee. Anzi, già che ci sei, non chiamarmi e basta.-

Yang Soyul l'aveva spinta spalle al muro sul fondo del vicolo e ora la fronteggiava insieme ad altre due ragazze con le quali qualche volta Yujin l'aveva vista parlare.

-Ce l'hai ancora con me?-

Yujin scosse le spalle.

-Io non mi ricoordo di avercela mai avuta con te.- rispose.

Trovava quella situazione vagamente ridicola. Ma aveva sempre saputo che prima o poi sarebbe successo. Dal momento in cui si era pentita di essere andata a controllare che il suo ragazzo non fosse un maniaco ne era sempre stata consapevole.

-Giusto. Ero solo io che cercavo, inutilmente, di aprirti gli occhi.

-Allora, dimmi, ti è piaciuto rischiare di morire?-

-Mi è piaciuto sopravvivere.-

Soyul la guardò come se fosse qualcosa di estremamante schifoso.

-Ti ho vista, gli scorsi giorni, sai?-

-Ah, sì? Be', io no. Non ti ho vista. E non posso certo dire che mi sia dispiaciuto.-

La smorfia dell'altra si accentuò.

-L'altro giorno al semaforo. Pensavate che non ci fosse nesuno, immagino. Ma io l'ho visto.

-L'ho visto!-

Yujin non ci stava capendo niente. Che cos'era successo al semaforo? E quando? Non le veniva in mente niente, neppure se si sforzava.

-Lui ti ha baciata!-

-Ah.-

Finalmente si ricordò.

Quel giorno erano usciti per andare a prendere dei cereali, non avendo nulla da fare. Mentre aspettavano al semaforo, Yeonjun l'aveva chiamata. "Yujin." le aveva detto semplicemente, con lo sguardo fisso davanti a sé. "Mh?" aveva fatto lei, voltandosi a guardarlo. E lui l'aveva baciata.Questa volta non le aveva neppure rubato la caramella; se non altro perché non ne aveva nessuna in bocca.

Il sapore del suo dentifricio all'amarena poi le era rimasto in bocca per ore, e le era piaciuto.

-Yeonjun, intendi?-

-Sì.

-E sì che mi avevi detto che non stavate assieme.

-Ma neanche fosse questo il punto.

-Due giorni prima. Ti ho vista fuori, al bar, con quell'altro. Come si chiama?-

-Soobin.

-E quindi?-

-Ti guardava come se fossi la sua ragazza, me ne sono accorta, sai?-

A Yujin piacevano tutti e due. Certo, con Yeonjun aveva un tipo di rapporto e con Soobin un altro. Ma le piacevano tutti e due. Ne era rimasta un po' confusa, e aveva chiesto spiegazioni a Kai; ci era mancato poco che lui la lanciasse giù dalla finestra, sostenendo che era veramente un'ignorante, e che non sapeva neppure che cosa significasse innamorarsi, e tanto-meno di essere innamorata, che era veramente, ma veramente, una rimbambita. Era sembrato uno dei discorsi di Minseo, in effetti. Ma alla fine Yujin aveva capito.

Batté le mani, con scherno.

-Oh, brava.

-E di che cos'altro ti sei accorta?- chiese.

-Che sei una troia.-

Soyul dava della troia a tutti. Ma non vedeva proprio che cosa c'entrasse in quel momento.

-Perché?-

-Yeonjun, Soobin... Scommetto che se aspetto ancora un po' ti trovo in giro con ognuno di loro e magari anche con altri.-

-Be', in effetti, spesso usciamo tutti assieme e andiamo in gelateria.-

Soyul fece un passo avanti e le mollò uno schiaffo, così forte da farle scattare la testa di lato, contro il muro ruvido.

-Mi fai schifo.- le sputò in faccia.

-Nessuno ti ha chiesto di guardarmi.

-E sai? Non c'è niente di male ad essere poli-amorosi.

-E sai ancora? Non so proprio come ho fatto a pensare che noi potessimo essere amiche, che tu potessi volermi bene... Mi chiedo come non sia rimasta immediatamente disgustata da te.

-Però, vedi: sembravi simpatica. E io ci sono cascata.

-Ma tu hai sbagliato burattino. Ho meglio: hai sbagliato tecnica. Yeonjun fa un lavoro poco raccomandabile, lo sappiamo. Volevi che io gli stessi lontana, oltre che diventare una delle tue ochette. Ed è proprio qui che hai sbagliato.

-Ma comunque non ho voglia di spiegartelo.

-Mi spiace solo di averti conosciuta.- concluse Yujin scuotendo di nuovo le spalle.

Soyul prese fiato e poi si mise a gridarle addosso di tutto.

Yujin non aveva voglia di starla a sentire.

Ma neanche un po'.

Le diede un pugno in faccia, oltrepassò le e le altre due ragazzine scioccate e uscì dal vicolo.

Si guardò la mano.

Era sporca di sangue.

-E... ehm...-

Alzò lo sguardo (neanche tanto, in verità, visto che era più basso di lei), e vide Seo Changbin, il suo professore di educazione fisica, che la guardava.

-Buongiorno, prof.- disse sorridendo.

-Ma...- fece lui.

-Sì, picchio le persone nei vicoli bui. Ha qualcosa da ridire?-

Non aveva nulla da ridire, a quando pareva, e quindi lei se ne tornò a casa. Casa che, purtroppo, per un periodo, era casa dei ragazzi, visto che a casa sua c'erano i suoi genitori e lei non se la sentiva né di presentargli i suoi amici né di stare senza di loro.

Poi che cosa avrebbe detto sua madre scoprendo che ora dormiva con un ragazzo nel letto?

Prima però passo da un minimarket a prendersi delle caramelle gommose.

-Che accidenti ti sei fatta a quella mano?!- la aggredì Soobin non appena la vide.

-Ah, nulla di che, ho preso a pugni una persona.- rispose distrattamente lei cercando nelle antine gli ingredienti per farsi una macedonia, visto che il frullino era saltato in aria il giorno prima.

-ma sei scema?! Avresti potuto farti seriamente male!-

-Chi, io?- rise Yujin.

-Sì, tu.

-Ma... Aspetta... Hai detto che hai preso a pugni qualcuno?-

-Sì, Bigné.-

-Non gli avrei mica fatto male, vero?- chiese preoccupato il ragazzo.

-Secondo te?-

Yeonjun, appoggiato allo stipite della porta della cucina, scoppiò a ridere.

-Non so veramente fra tutti chi sia il più rincoglionito.- commentò avvicinandosi a Yujin e scompigliandole i capelli.

Poi diede un'occhiata alla sua mano.

-E qui mettici del ghiaccio, altrimenti si gonfia.- le raccomandò per poi rivolgersi a Soobin.

-Andiamo?-

Il ragazzo annuì e prima di uscire scompigliò anche lui i capelli a Yujin.

Meno male che li teneva corti.

Sospirò.

Li amava così tanto, tutti e due.

E gli voleva così bene, a tutti e cinque.

Non avrebbe sopportato che a nessuno di loro succedesse qualcosa.

E non sarebbe sopravvissuta un'altra volta, lo sapeva.

Rimise a posto gli ingredienti per la macedonia e uscì.




Ammetto che questo capitolo l'ho scritto dopo aver completato la storia...

Vabbè.

Meno un capitolo alla fine.

Yujin ha ancora tempo per combinarne una grossa.

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