Capitolo 7
Yujin non uscì di casa per il resto della settimana.
Non voleva vedere nessuno. Non voleva parlare con nessuno. E tanto meno voleva che qualcuno la vedesse o le parlasse.
Il suo cellulare si riempì di notifiche di Soyul, Yeonjun e persino Beomgyu. Lasciò il visualizzato a tutti.
Quando, però, al quarto giorno di assenza da scuola che faceva, Minseo la chiamò per chiederle se le fosse successo qualcosa, finì per risponderle.
La sua compagna di banco le chiese se stesse bene.
Yujin strinse le labbra e rispose di no, poi di sì, poi di nuovo di no e infine disse che non lo sapeva.
Il silenzio dall'altra parte le fece pensare che fosse caduta la linea.
Poi Minseo sbuffò.
-Tu sei in un limbo, altroché.
-Facciamo così: adesso passo dal minimarket che c'è qui vicino, prendo qualcosa di buono da mangiare, vengo da te e ci spariamo una bellissima serata Netflix, okay?-
Yujin aprì la bocca per obbiettare che in verità lei se ne sarebbe volentieri stata da sola e in santa pace anche per il resto dell'anno e forse anche oltre, ma l'altra aveva già riattaccato.
Sbuffò.
Kim Minso era una ragazza perfetta. Bella, ricca, popolare. Era, più che popolare, la ragazza più popolare della scuola. Tutte le ragazze avrebbero voluto essere come lei, tutti i ragazzi le andavano dietro.
Quando, il primo giorno di scuola, gliel'avevano assegnata come compagna di banco, si era preparata ad odiarla perché sicuramente una così doveva essere insopportabile, e ad avere una vita difficile perché non era disposta a leccarle le scarpe.
Invece la ragazza perfetta si era rivelata una frana in matematica e Yujin, non sapeva bene neppure lei perché, si era offerta per aiutarla.
E Minseo, fra tutte quelle persone sempre lì ad idolatrarla, aveva finito, in poco tempo, per affezionarsi a quella sua compagna di banco con i capelli tagliati "da maschio", vestita perennemente con tute, qualche rara volta jeans strappati, felpe e scarpe da ginnastica, irascibile, manesca e tutta un'altra serie di cose decisamente poco in.
Mezz'ora dopo si presentò alla sua porta con due sacchetti della spesa che a momenti scoppiavano per tutto il cibo schifezza di cui loro amavano ingozzarsi durante le loro serate Netflix.
-Sei conciata da schifo.- commentò quando Yujin aprì la porta per farla entrare.
-Grazie.-
-Non c'è di che. Però sono sicura che se ti fossi guardata allo specchio te ne saresti accorta da sola.-
Detto ciò prese il controllo della casa, per esempio buttando nel cestone della roba sporca ogni pezzo di stoffa che trovava in giro, cacciando la sua amica sotto una doccia poco meno che bollente e poi tagliandole i capelli che le erano scandalosamente cresciuti di ben due centimetri.
Quando vide lo stato delle sue braccia si limitò a scuotere la testa e ad aiutarla a medicarsi senza chiederle nulla, cosa di cui Yujin le fu estremamente grata, poiché non aveva idea di che effetto avrebbe avuto esporre quello che le stava succedendo.
Infine poterono sedersi sul divano e godersi la loro serata Netflix.
La mattina dopo, quando aprì la dispensa, Yujin si rese conto di aver quasi esaurito i latte in polvere per il coso e quindi decise di accompagnare a casa Minseo per poi andare al supermercato a ricomperarlo, anche se finì che andarono assieme al supermercato e poi si sedettero su una panchina a mangiare caramelle e patatine fritte.
-Sai, dovresti proprio smetterla di chiamarla coso.- ruminò Minseo ad un certo punto.
-Eh?- fece distrattamente l'altra mentre non sapeva decidersi fra due caramelle.
-Il cucciolo. Dovresti smetterla di chiamarla coso.- ripeté l'amica rubandogliele entrambe e cacciandosele in bocca senza tanti complimenti.
-E perché? Non le ho ancora trovato un nome. In verità non gliel'ho nemmeno cercato, ma dettagli. E smettila di rubarmi il cibo dalle mani!-
-E' imbarazzante.-
-Non vedo che cosa ci sia di imbarazzante se non ho ancora trovato il nome a un cane di una settima. Ho tutto il tempo di questo mondo.-
-Non è per questo. È coso che è imbarazzante.-
-Ma perché? Io non ci trovo niente di così strano.-
Minseo rovesciò la testa all'indietro e roteò gli occhi, spazientita.
-No, Jinnie, non ci siamo per niente.
-Ma dove vivi, te? Su Plutone o su di lì?
-Dimmi un po', che cos'hanno i ragazzi di diverso da noi?- chiese, pregando nello stesso tempo che quella conversazione durasse poco.
Yujin ci rifletté qualche momento mentre si ingozzava.
-Non so, che sono più stupidi?- ipotizzò.
-A giudicare dalla tua risposta di adesso, trovo molto difficile che qualcuno possa essere più stupido di te.
-Rifacciamo.
-Che cos'hanno i maschi in più rispetto alle femmine?-
-A me sembra che loro abbiano qualcosa in meno, no? Mica hanno le tette. O sbaglio?-
-No, Yujin, no! Te vivi nel nulla, altroché Plutone! Ma non le hai mica studiate a scuola queste cose?!
-Il coso, scema, i maschi hanno il coso.
-Santo Cielo, ti lancerei a mare. Magari l'acqua fredda ti dà una svegliata!-
Gli ingranaggi del cervello di Yujin si miseo a funzionare a tutta velocità mentre lei assimilava l'informazione.
-Dannazione, ecco perché... ecco perché Yeonjun insisteva così tanto perché la smettessi di chiamarla così.- disse infine prendendosi la testa fra le mani.
Le venne voglia di andare a sbattere la testa da qualche parte. Che persona strana che doveva sembrare agli altri, pensò.
Probabilmente l'avevano presa per una completamente svitata. Non che non lo fosse, però questa cosa del coso... Se la sarebbe anche volentieri risparmiata, ecco.
-Yeonjun? Chi è costui? Non l'ho mai sentito nominare.- si incuriosì subito Minseo.
-Lui è... E' un mio amico... Forse.- rispose l'altra, ancora persa nel suo mare di vergogna.
-Cioè... Tu... Tu hai chiamato coso il tuo cane davanti ad un ragazzo?- la ragazza più popolare della scuola, fra risate e patatine fritte, stava seriamente rischiando di soffocarsi.
-Zitta! Non una parola di più, che accidenti!- borbottò Yujin mollandole un pugnetto scherzoso sulla spalla.
-E poi in che senso forse è tuo amico?-
-Nel senso che forse abbiamo litigato e che forse io sono quella che da quattro giorni sta ignorando tutti i suoi messaggi e tutte le sue chiamte.-
Minseo poteva anche non essere un genio in matematica, ma a certe cose ci arrivava anche lei.
-Sono quattro giorni che forse avete litigato e sono anche quattro giorni che tu stai chiusa in casa, o sbaglio? Non è che forse queste tue amicizie ti stanno rovinando la vita?-
-Forse.- grugnì Yujin in tutta risposta.
-E hai detto che stai ignorando tutti i suoi messaggi.
-Che cosa ti scrive, precisamente?- la ragazza non mollava.
-Cosa.-
-Cose di che genere? Lee Yuyjin, non farmi perdere la pazienza oppure ti lacco i capelli con la lacca puzzolente!-
-Tieni lontana quella robaccia dalla mia testa!-
-E allora tu svuota il sacco!-
-Okay, okay, calmati. Allora...- la ragazza pescò il suo cellulare dalle tasche dei pantaloni. -Qui dice cose, cose, altre cose, chiese se sto bene, cose...- iniziò ad elencare scorrendo la chat praticamente a senso unico con il suo forse amico.
-Non mi stai dicendo granché! Da' qua!- sbottò Minseo strappandole il telefono dalle mani.
-Ehi, tu, brutta stronza, ridammelo subito o...- si scocciò Yujin cercando di riprenderselo.-
-Stai buona, te!- la zittì l'amica schiaffeggiandole le mani e continuando a scorrere la chat mentre teneva il telefono fuori portata. -Ceh, ma sei sicura di averli letti, questi messaggi? Questo povero ragazzo è completamente distrutto.-
-Lo so benissimo.
-L'altro giorno era a digiuno da non so quanto e a momenti sveniva in mezzo al corridoio.
-Il giorno dopo invece era completamente ricoperto di lividi.
-Mentre lo stesso giorno ho incontrato un suo amico che sembrava dovesse schiattare seduta stante...
-Poi alla sera abbiamo fatto chiamata ma un altro suo amico si è impicciato, si sono messi a litigare, io ho riattaccato e poi non gli ho più risposto. Fine.-
-Ma questo sfigato non può venire a parlarti, invece di nascondersi dietro ad un fottutissimo schermo?!- si alterò Minseo continuando a scorrere i chilometri di messaggi.
-Mica sa dove abito.- rispose annoiata Yujin girandosi i pollici.
Non che dubitasse che a quella faccia da cretino sarebbero bastati un paio di minuti per scoprire il suo indirizzo e presentarsi alla sua porta, solo sperava vivamente che non lo facesse, altrimenti le sarebbe toccato chiuderlo in un cassonetto pieno di bucce di banana e poi catapultare il tutto in un bananeto parecchio lontano.
-Ma che razza di amico è, queso? Litigate, non sa dove abiti... Cos'altro? Ah, sì: e io non ne sapevo nulla.
-Quindi, gentilmente, adesso tu apri il secondo pacchetto di patatine e mi parli di questo tale, affinché io possa costruire un identikit.
-Per esempio: come si chiama?-
-Yeonjun. Hai in mano il mio telefono aperto sulla nostra chat, ti faccio presente.- grugnì Yujin continuando ad ingozzarsi.
-Sì, va bene, Yeonjun e poi cosa? Come fa di cognome?- sbuffò Minseo cercando di intercettare una patatina fritta nel suo tragitto dalla bocca del sacchetto a quella della sua amica.
-Non gliel'ho chiesto e lui non me l'ha detto, e se per caso invece me l'ha detto, io non me lo ricordo.-
-Ma allora come lo chiami, scusa? E lui come ti chiama?-
-In genere lo chiamo cretino e basta.
-E lui... Be', ha stilato una lista di nomignoli fastidiosi tipo scema, scimmia, cretina, dannata, testa di cavolo...
-Ma perché adesso mi ci devi far pensare?-
-Te l'ho detto: devo fare l'identikit.
-Quanti anni ha questo cretino?-
Yujin non ne era molto sicura, ma aveva la sensazione molto netta che circa mezza città le tenesse gli occhi incollati al culo e volesse controllare che scarpe indossava, cosa mangiava, quante volte defecava, i cazzi e i mazzi vari.
Le venne il dubbio che essere famosi dovesse essere pressapoco così.
-Venti, mi pare.- rispose dopo averci pensato qualche istante.
Se pensava a Yeonjun, le prime cose che le venivano in mente non erano certo tutta quella marea di informazioni tecniche, ma piuttosto il suo sorriso da cretino, quel fianco sinistro con la pelle lacerata e, non da ultimo, la marea di pugni che voleva tirargli per il fatto che erra un cretino come pochi.
-Dove vive?-
-Non lo so.-
-Come vi siete conosciuti?-
-Gli ho spiaccicato una banana in testa perché mi aveva fatta cadere, ci siamo rincontrati a danza, abbiamo fatto a botte una mezza dozzina di volte e cose così.
-Poi è lui che mi ha rifilato il co... il cane, e si è fatto dare il mio numero per informarsi. Peccato che il giorno dopo abbiamo litigato.-
Yujin tacque per un momento.
-Stavo pensando di scrivergli o chiamarlo. Anche se potrebbe risultare un gesto da pappamolla. Ma mi manca un botto. E poi quel cretino continua a chiedermi scusa, mentre in realtà la colpa è mia...
-Quindi dovrei chiamarlo, se non altro per dirgli quanto è cretino.-
Tacque ancora un momento.
-Però, tanto, se lunedì vado a danza, molto probabilmente lo incontrerò, quindi tanto vale aspettare e dirglielo in faccia, no?-
-Non ti sembra di averlo lasciato in pena già abbastanza a lungo?- obbiettò Minseo mangiucchiandosi le unghie smaltate di bianco.
-Due giorni in più, due giorni in meno, non cambia niente.-
-Sì, però...-
-Se l'è meritato.- stabilì Yujin mettendo a tacere i suoi sensi di colpa con una manciata di patatine fritte.
-In base a cosa?-
-In base al fatto che la signorina Lee Yujin ha deciso che se l'è meritato.-
La ragazza più perfetta della scuola fu seriamente tentata di trascinare la sua migliore amica al mare solo per il gusto di lanciarla in acqua.
-Lasciamo perdere, dai.- sospirò rassegnata.
-Piuttosto, come hai intenzione di chiamarlo, quel cane?-
-Bho.-
-Ti sto dicendo di trovarle un nome, non di rispondermi "bho", testa di zucca che non sei altro!-
-E io ti sto dicendo che ho intenzione di chiamarla proprio Bho.-
Minseo optò per lasciar cadere anche quell'argomento. Non che Bho fosse sto granché di nome, ma di sicuro era meglio di coso, e tanto bastava.
Quello che più che altro la preoccupava erano Yujin e la sua salute mentale. Da quando la conosceva, non l'aveva mai vista in quello stato. Non che, a parte le braccia, fosse poi tanto diversa dal solito, ma ogni volta che parlava, ogni volta che faceva un gesto anche minimo, si sentiva, si intravedeva, una nota di cedimento.
Non sapeva esattamente che cosa le fosse successo, ma era evidente che frequentare quel Yeonjun e quegli altri due tali, Beomgyu e Soyul, dei quali aveva sbirciato le chat, non aveva avuto su di lei esattamente quello che si dice un effetto benefico.
Non sapeva come essere di aiuto, se non impedendo che la sua amica facesse altre stupidaggini.
-Questo weekend sei da sola? Perché se lo sei ti porto al mare con la mia famiglia, a loro non dispiacerebbe.-
Yujin scosse la testa e sorrise con aria di scusa.
-Guarda, verrei volentieri, ma oggi arrivano i miei e io devo impegnarmi per spillare a mio padre i soldi necessari per l'iscrizione a danza.-
Capitolo un po' statico ma secondo me ci sta.
E poi Minseo è simpatica.
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