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In a small world, on an exceptionally rainy Tuesday night
In the right place and time
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Quel martedì divenne un giorno straziante per Jisung.
La professoressa di matematica avrebbe riportato le verifiche, biologia avrebbe interrogato a sorteggio e, ovviamente, non si era preparato per nulla in quanto se ne fosse dimenticato, e la sera prima è stata molto dolorosa sia per lui che per Minho da sopportare, per non parlare di quello che aveva passato Jeongin.
"Jeonginnie, dimmi tutto per favore, sai che puoi parlare con me"
Il moro scosse la testa in segno negativo, ma si mise comunque a parlare.
"Hyunjin-" Minho si scostò dall'abbraccio guardandolo negli occhi. Cosa mai successe? "Mentre io e Hyunjin ci"
"Per favore, niente dettagli" disse sorridendo ma con un'espressione disgustata.
"Dicevo, mentre ci stavamo vestendo gli ho chiesto cosa noi fossimo. Sai che lui mi piace da molto, e pensavo potesse funzionare"
Minho scosse la testa in segno positivo mentre le sue mani tenevano strette quelle dell'altro.
"Beh mi guardò con tono confuso e poi mi disse chiaramente che non eravamo nulla, che lui non è pronto per una reazione e che non prova quello che provo io" si fermò e le lacrime iniziarono a rigargli nuovamente il volto.
"So che non posso obbligarlo, ma speravo non mi usasse così"
Jisung, nel vedere Jeongin in quello stato, si mise a piangere silenziosamente e le sue braccia andarono d'istinto intorno al suo busto, tenendolo in un caldo abbraccio.
Scrollò le spalle togliendosi qualunque ricordo invasivo.
"Oi hannie, stasera mi ritrovo in biblioteca con alcuni miei amici, vieni pure tu?" Felix chiese mentre si sedeva al proprio posto per la lezione di biologia teoria.
"Non so, forse sarà per un'altra volta-"
"C'è Minho"
"A dire il vero, oggi non ho proprio nulla da fare" si contraddisse.
Preferiva capire cosa fossero finalmente lui e Minho, se fossero qualcosa, oppure se fossero esattamente come Jeongin e Hyunjin.
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Vedendo Felix cambiarsi, e non indossate la divisa per incontrare i suoi amici, decise di fare lo stesso.
Da quanto aveva scoperto, in biblioteca non faceva ne freddo ne caldo, anche se la notte le luci sembravano quelle di una sala operatoria e la mattina la luce era poca per non rovinare le pagine.
Prese un paio di pantaloncini della tuta e mise delle calze nere al ginocchio.
Appena le vide nel suo cassetto gli ricordarono quella sera, come Minho passava le sue mani sui polpacci, per poi giocherellare con la collottola delle calze e proseguire sulle sue cosce.
Decisamente, le avrebbe messe più spesso.
Prese una semplice maglia nera e abbinò il tutto a delle semplici vans, sperando che non gli sarebbero mancate le convers.
Forse non sarebbe stata una delle serate migliori, soprattutto per Hyunjin.
Minho non gli parlava ancora dopo quello che era successo a Jeongin, e quest'ultimo non voleva neanche incrociate gli occhi con lui, ma si vedeva quanto lo amasse ancora.
Tra il cerchio che si era formato tra loro c'erano pure altri cinque ragazzi di cui non conosceva nemmeno l'esistenza, tranne di uno.
Yeonjun era famoso per essere sia amico di Changbin e che di Minho, era questo che lo aveva fatti conoscere, ma era anche famoso per essere un altro dei ragazzi più belli della scuola, ma al contrario di quanto dicessero su Hyunjin, non andava con tutti.
Jisung ancora non capiva perché tutti gli studenti pensassero che Minho fosse come lui, per quanto lo conosceva, anche se poco, pensava fosse dolce, tranquillo, quasi smielato per certe cose.
Appena era entrato lo aveva preso per mano dandogli un bacio sulla fronte.
Arrossì per il gesto.
Al centro del cerchio c'erano diverse bottiglie e lattine, non tante, non era permesso l'alcool, ma quel che bastava per essere brilli.
C'era anche coca-cola e sprite per uno dei ragazzi, Soobin, in quanto fosse astemio e non reggeva neanche due sorsi di vino.
Anche lui era fidanzato?
Jisung lo pensò, in quanto Kai gli stesse tutto il tempo attaccato, le loro gambe erano accavallate e ogni tanto si avvicinavano per dirsi qualcosa all'orecchio per poi ridacchiare.
Notò invece come il ragazzo dai capelli lunghi e mezzi neri e bianchi guardasse Yeonjun. Era estasiato, quasi ammaliato dalla figura, ma appena si girava cambiava espressione parlando con Taeyoung.
Era quasi infastidito di questo, ma nessuno se ne interessò più di tanto.
Invece la sua attenzione si spostò quando Minho appoggiò la schiena al suo petto, tenendolo schiacciato tra lui e il muro.
Le loro mani erano aggrovigliate insieme e ogni tanto si muovevano su e giù inutilmente per noia.
Felix, nel vederli, diede una spallata a Jisung facendogli il pollice in su, come per dire che se la stava cavando.
In tutto ciò non aveva ancora parlato non riuscendo ad intromettersi in nessuna discussione.
Sospirò cercando di gonfiare il petto, ma il peso di Minho lo limitò.
"Ma tu e Minho siete una coppia? State insieme" in quel momento voleva davvero scomparire, perché Beomgyu doveva fare una domanda del genere?
Neanche lui lo sapeva, si erano baciati solo 2 volte, anche se tecnicamente molte di più, e stava per andare oltre solo per la semplice curiosità.
Ma non si erano detti cosa fossero, per adesso pensava ancora amici.
"Tu invece? Ti piace ancora Yeonjun oppure vuoi solo reprime i tuoi sentimenti" Minho cercò di cambiare velocemente discorso con una domanda scomoda per l'altro.
"Hey, guarda che ci siamo lasciati perché non ci sopportavamo più"
"Ma non hai smentito il fatto che ti piaccia"
Si zittì.
Minho gli lasciò le mani facendole scorrere lungo le sue gambe coperte dai calzini.
Le grattò, prese a giocare con il lembo finale, tirando e lasciandolo.
Gli faceva quasi solletico come le sue dita si muovevano delicatamente per non essere notato troppo.
"Lo sapete che il prossimo anno quella di matematica andrà in pensione?"
"Finalmente!" Urlò Felix e quasi si spaventò "Quanto la odio quella"
"Non dovresti dire una cosa del genere" intervenne Chan, cercando di rimanere nei panni del ragazzo diligente.
"Anche tu lo pensi, non dire cazzate"
"Minho torna a dare attenzioni al tuo ragazzo, e ricordati che anche se sono tuo amico non significa che non possa dire nulla ai professori"
Detto ciò Minho si spostò ancora più indietro andando a scontrare con l'inguine di Jisung.
Gli sussultò nell'orecchio per l'inaspettata mossa e gli mise le mani intorno al busto stringendolo in un abbraccio.
Le sue mani erano ancora sulle calze e il suo dito indice giocava con la pelle lisca delle sue gambe da sotto il tessuto.
"Ragazzi io mi sto annoiando e in quanto metà di noi non è del tutto sobri vorrei provare a fare qualcosa di divertente" Seungmin finalmente si risvegliò dal suo stato di trance e optò per qualcosa di più impegnativo del semplice stare seduti a parlare.
"Vai avanti ti ascoltiamo"
Si schiarì la gola "Pensavo, questo era un vecchio castello, e ci sono centinaia di stanze ancora non accessibili"
Cercò fra le sue tasche estraendo diversi mazzi di chiavi "Ogni professore deve posare le proprie chiavi nell'ufficio del preside Park e io ho trovato il modo per prenderle"
Lanciò un mazzo quasi ad ognuno di noi tenendosene un paio lui "Chi ci sta?"
"Io sarei-"
"Chan, se vuoi farci la predica puoi anche andartene" disse Seungmin stufo della sua autorità.
"In verità, sarei curioso di sapere come hai fatto a prendere"
"Segreto, se vieni con me te lo spiego"
Jisung prese il mazzo di chiavi contando quante che ne fossero.
Quarantacinque, di cui però la metà sarebbero state per le aule di studio.
"Noi vogliamo farne parte o sei contrario?" Chiese Minho alzando la testa guardando il ragazzo con occhi scintillanti.
"Certo, sarà molto divertente provare tutte queste chiavi e vederti andare di matto - scherzò - dai su, andiamo"
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Cambiò idea esattamente nel momento in cui dovevano davvero provare tutte le chiavi.
Avevano trovato una porta in uno dei piani più alti, la luna si intravedeva dalla finestrella senza vetro al cui lato era fissa una ragnatela vuota.
Avevano già provato tredici chiavi, tutte sbagliate e voleva già tornare nel suo morbido letto a dormire al posto di essere alle 2 di notte in un posto polveroso e freddo.
"Scegline una" Minho gli passò il mazzo escludendo quelle già provate.
"Perchè?"
"Perchè potresti portare fortuna e scegliere quella giusta"
Jisung pensò per qualche secondo controllando la serratura e la forma di ogni chiave.
Ne scelse 4, molto simili fra loro.
"Giuro se una di queste è giusta ti bacio"
Jisung arrossì.
Era stato così spontanea la risposta che non gli sembrava neanche reale.
Il cuore gli batteva velocemente e non sapeva se fosse per l'emozione del momento o per il semplice fatto che aveva paura.
Se non fosse stata tra quelle? Lo avrebbe baciato comunque? E se invece fosse stata lì lo avrebbe baciato davvero?
Cercò di rilassarsi controllando la seconda prova.
Si udì un "clic" e la chiave girò liscia come l'olio nella serratura.
Jisung legò un filo intorno alla chiave, sperando di non dimenticarsela e chiudendo la porta dietro di loro.
Sopra di loro c'era una cupola trasparente, la pioggia cadeva su di essa togliendo lo sporco della neve che era calata quei giorni.
Notò i diversi banchi a due posti e una lavagna con ancora scritto in gesso "fiordaliso" e una rappresentazione sbiadita a lato.
Minho trovò uno straccio per pulire parzialmente due di quei banchi unendoli insieme.
"Vieni su" disse prendendolo per mano.
Si sdraiarono entrambi su di essi guardando il cielo notturno.
"Quando ero piccolo sognavo di andare sulla luna" Minho spezzò il silenzio, non troppo fitto in quanto la pioggia stesse cadendo sul vetro sopra di loro.
"Pensavo di diventare il primo astronauta ad andarci, ma ero piccolo e non sapevo che già anni prima ci era stato qualcun altro"
Jisung si girò guardandolo dolcemente.
I suoi occhi brillavano di gioia ed era come se vedesse delle piccole stelle al centro.
"Io volevo diventare un musicista, e ancora adesso lo voglio" si avvicinò a lui poggiando la sua testa sulla spalla dell'altro avvolgendogli la vita con il braccio.
Rimasero lì per alcuni minuti, godendosi il calore fra di loro e il ritmo dei loro battiti cardiaci sincronizzati.
"Min"
"Min?" Chiese al sentire del soprannome.
"Si, è carino" disse dandogli un colpetto sul spalla mentre alzava il suo busto sul lato.
"Hai promesso che mi avresti baciato" lo guardò da sopra la spalla con il labbruccio.
"Vuoi rimanere qui, o andiamo in camera?"
"Anche qui va bene, non può arrivare nessuno"
Jisung si spostò a cavalcioni su Minho, tenendolo fermo per le spalle e abbassandosi fino a unire le loro labbra.
Le bocche erano già aperte per accogliere la lingua dell'altro.
Si mosse sempre più vicino a lui, muovendosi e facendo scorrere le mani sul suo viso, ricoprendolo di dolci baci vagando per tutta la mascella e passando al collo mordicchiandolo e lasciando segni rossastri.
Jisung continuo a scendere comprimendo le labbra sulla camicia dell'atro.
"Hannie-" disse ansimando e prendendolo per il colletto della maglietta, lo tirò su e fece ricollegare le loro labbra.
Sorrise nel bacio, era dolce ma deciso e soprattutto impaziente.
"Possiamo farlo anche un'altra volta, non per forza ora" disse tirandosi su portandolo con se.
Ora era in braccio a lui con le braccia intorno al suo collo e mani fra i suoi capelli.
Erano morbidi, profumati e perfettamente adattabili alle sue dita.
Si sentiva bene vicino a lui e non avrebbe mai pensato di mettersi a baciare uno sconosciuto e conoscerlo così velocemente da quasi fare sesso con lui.
Ma per quanto lo avesse conosciuto, non gli importava più.
Voleva tutto di lui, le sue labbra sulle sue, le sue mani sui suoi calzini, sulla sua vita, sul suo petto, sul suo viso e soprattutto voleva il suo amore.
"Mh? Non ti va?" Jisung si staccò guardandolo con aria interrogativa.
Perché non voleva più?
"Si certo che mi va" gli diede un piccolo bacio sulle labbra e poi uno sul naso.
"Solo che preferirei in un posto dove non ci sia polvere e dove tu ti possa sentire a tuo agio" gli accarezzò i fianchi rassicurando il ragazzo più piccolo.
Jisung si rilassò appoggiando il suo mento sulla spalla di Minho, calmando tutta la foga che aveva in quel momento.
"Voglio che sia speciale con te" Minho lo stringe in un abbraccio non separandosi, nemmeno quando un tuono rimbomba fuori dalla cupola, ma non ha tempo per essere spaventato quando è fra le braccia di Jisung.
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È stupido e immaturo come Hyunjin e Jeongin si ritrovino sempre nella stessa situazione.
Il più piccolo non aveva la minima intenzione di girare per il l'istituto da solo, sarebbe andato con Hyunjin se solo non avessero litigato per l'ennesima volta, ma Hyunjin apparve comunque.
Lo aveva seguito fino alla sua camera cercando di scusarsi per l'accaduto.
Sorprendentemente le scuse sembravano sincere, e per quanto Jeongin fosse ingenuo davanti a lui, le accettò dimenticandosi qualunque cosa sia successa fra di loro.
Le sue mani vagavano per tutto il petto di Hyunjin soffermandosi sui suoi capezzoli, pizzicandoli e tirandoli.
Il ragazzo sotto di lui continuava a muoversi incontrando il dimenarsi di Jeongin.
"Se fai così verrò subito" disse tenendo per la vita il moro cercando di tenerlo fermo.
Sorrise, era raro vedere Hyunjin che si sottometteva a lui e sperava non lo dimenticasse mai, lo preferiva così.
Si abbassò appoggiando i gomiti al lato della sua testa, ansimando e gemendo parole incomprensibili al suo orecchio.
Hyunjin finalmente trovò l'angolazione giusta per colpire la prostata di Jeongin, trasformandolo in un pasticcio piagnucoloso.
Il suoi gemiti diventarono piccoli urli silenziosi, non riusciva ad emettere nessun suono, se non gemiti soffocati.
Non lo aveva ancora toccato, sapeva quanto gli piacesse venire intatto ed essere sovrastimolato.
"Più- più Jinnie-ha" cercò di farfugliare qualcosa, ma la sua mente era offuscata da piacere.
Hyunjin fermò le sue spinte "Ricordi amore? Devi usare le parole"
Si lamentò. Perché non si muoveva? Lo voleva così tanto. Allora perché lo faceva?
"Ti prego, continua" piagnucolò "Più veloce"
La sua testa cadde a fianco quella di Hyunjin, ansimante e quasi al limite.
Continuò con le sue spinte e la schiena di Jeongin si inarcò, i suoi occhi si riempirono di lacrime che uscirono mentre sbatteva le palpebre.
"Voglio venire" Ansimò Jeongin mentre cercava di tenersi su.
"Pregami" Hyunjin tirò una pacca sul sedere di Jeongin, tendendo poi le guance fra le sue grandi mani.
"Ah- stronzo" disse cadendo sul suo petto mentre corde di sperma gli ricoprivano il torace di entrambi.
Le lacrime continuarono a scorrere le sue guance anche dopo esser venuto.
La sovrastimolazione lo stava bruciando dentro, ma amava la sensazione del piacere con il dolore, tutto questo grazie a Hyunjin.
Quest'ultimo si tirò su con il busto invertendo le posizioni. Alzò la schiena del più piccolo adagiando un cuscino sotto di lui.
Era il suo momento di stare sopra e non ne avrebbe perso l'occasione.
Continuava a toccare il fondo e le gambe del più piccolo ormai tremavano e si stringevano intorno alla sua vita.
Era già venuto una prima volta e non sapeva se sarebbe riuscito a venire anche una terza, forse era troppo per lui, ma si sentiva tornare duro di nuovo.
Poteva sembrare strano, ma sentire il suo ragazzo gemere insieme a lui lo faceva eccitare ancora di più.
Però si, una terza volta era fin troppo per lui.
"S-sono vicino" disse ansimante Hyunjin mentre faceva un ultimo affondo e venendo dentro Jeongin.
Cadde lentamente sopra Jeongin tendendolo stretto in un abbraccio.
Gli accarezzava i lunghi capelli, come faceva le altre volte, gli piaceva molto con il suo colore biondo e una minima ricrescita.
"Sei bellissimo" disse Jeongin nascondendo la faccia nell'incavo del collo di Hyunjin.
Era ancora dentro di lui ma non gli importava, si sentiva pieno e caldo, preferiva rimanere così che lasciarlo andare.
Ma tutto non poteva essere come voleva.
Hyunjin si tirò fuori con un rumore umido del lubrificante che avevano utilizzato sistemandofi al suo fianco.
Il letto era piccolo, ma stringendosi un po' ci stavano perfettamente.
"Seungmin?" Chiese mentre faceva scorrere la mano sopra il suo petto nudo.
"Non hai visto come guardava Chan prima? Sarà in ginocchio per lui ora" disse ridendo. Si girò di lato per guardare Hyunjin e sentì lo sperma scendergli lungo la gamba.
Fece una faccia disgustata pensando che dopo dovrà ripulirsi da solo.
"Innie" lo richiamò il più grande.
"Dimmi"
"Posso dormire qui?"
In quel momento i frammenti del cuore di Jeongin si rimisero tutti insieme. Finalmente glielo aveva chiesto, è da notti che aspettava questa domanda e anche se dovrebbe essere arrabbiato e disgustato da lui, volle lasciare da parte la coerenza, abbracciandolo e annuendo in un risposta positiva.
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Come vi sembra?
È la prima volta che vi faccio questa domanda quindi voglio vedere se vi sta piacendo ^^
Si Jeongin è proprio un coglione ma poverino capitelo Hyunjin è stato il suo primo amore e il suo primo tutto quindi è molto legato a lui :(
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