𝕮𝖆𝖓𝖟𝖔𝖓𝖊 𝖉𝖊𝖑 𝖈𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔: 𝖫𝗈𝗏𝖾 𝖲𝗍𝗈𝗋𝗒, 𝖻𝗒 𝖨𝗇𝖽𝗂𝗅𝖺

https://youtu.be/WikAeXGsmHY

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"𝒮𝒶𝒾 𝒸𝒽𝑒 𝓉𝒾 𝒶𝓂𝑜 𝓅𝒾𝓊' 𝒹𝒾 𝑜𝑔𝓃𝒾 𝒶𝓁𝓉𝓇𝒶 𝒸𝑜𝓈𝒶 𝒶𝓁 𝓂𝑜𝓃𝒹𝑜, 𝑒 𝓅𝑒𝓇𝒸𝒾𝑜'... 𝒫𝒶𝓇𝓀 𝒥𝓊𝓃-𝒽𝑒𝑒, 𝓋𝓊𝑜𝒾 𝓈𝓅𝑜𝓈𝒶𝓇𝓂𝒾...?".

Quelle parole mi risuonavano in testa, e rimasi lì ferma per un buon minuto. I libri che stavo portando nella nostra spaziosa camera da letto erano sparsi a terra, per fortuna ancora intatti. L'unica cosa che si muoveva era Arlo, che stava inclinando la testa da un lato all'altro, cercando di capire cosa mi potesse essere successo.

"Amore... Sei ancora nel mondo dei vivi...?" sussurrò, prendendomi il mento con il pollice e l'indice, avvicinando le mie morbide labbra alle sue.

"Sì, sì, sto bene, è solo lo shock, non preoccuparti" pigolai, diventando rossa per la vergogna e l'imbarazzo. 

"Allora, che ne dici? Ti andrebbe di diventare la signorina Enoch? Ho sempre pensato che il mio cognome sarebbe stato molto elegante accanto al tuo splendido nome" ridacchiò il biondino. "𝙲𝙴𝚁𝚃𝙾, 𝙲𝙴𝚁𝚃𝙾, 𝙲𝙴𝚁𝚃𝙾! 𝙼𝙸𝙻𝙻𝙴 𝚅𝙾𝙻𝚃𝙴 𝚂Ì!!" esclamai, con le lacrime agli occhi.

Ad Arlo bastò questa semplice frase. Mi infilò l'anello al dito, mi baciò la mano, per poi prendermi in braccio e farmi volteggiare in aria, dandomi un bacio appassionato sulle labbra.
𝒟𝒾𝑜, 𝓆𝓊𝒶𝓃𝓉𝑜 𝓈𝒶𝓇𝑒𝓂𝑜 𝓈𝓉𝒶𝓉𝒾 𝒻𝑒𝓁𝒾𝒸𝒾...

"Ti amo più di qualunque altra cosa... Non sai quanto sono contento che tu abbia accettato così facilmente..." mormorò Arlo, piangendo dalla gioia e dall'eccitazione di potermi finalmente chiamare sua moglie.

Era notte, quando mi ero tolta lo splendido anello di diamante blu per andare in bagno. Ero impaurita dal fatto che poteva finire dentro al water oppure nello scarico del lavandino. 𝙼𝚎𝚐𝚕𝚒𝚘 𝚙𝚛𝚎𝚟𝚎𝚗𝚒𝚛𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚌𝚞𝚛𝚊𝚛𝚎, mi diceva sempre una mia lontana parente, con cui mi ero rifiutata di andare a vivere. "Si chiamava... Lara? Laura? Lauren? Boh..." pensai fra me e me.

Due braccia mi circondarono completamente, e una voce assonnata che conoscevo benissimo borbottò: "Vieni a dormire, è quasi l'una di notte, e non riesco a dormire se non ci sei tu...". Aveva quel broncio adorabile a cui era impossibile resistere. Ricordava Conrad e la sua testardia... Quanto mi mancava...

"5 minuti e arrivo, devo struccarmi un secondo" annunciai, guadagnandomi un verso sconosciuto da parte del biondo, che era ormai sul punto di addormentarsi in piedi pur di aspettarmi.

Mi struccai in fretta, ma facendo attenzione a rimuovere vari residui di trucco dal mio viso. "Ecco, così sei molto più bella! Con il trucco non sembri te stessa!" esclamò Arlo. Sapeva delle mie insicurezze, e cercava sempre di tirarmi su il morale, come quando mi sentivo grassa, o "mangiavo troppo" per i gusti degli altri.

Appena finito, mi addentrai nella buia casa, cercando di non calpestare il nostro gatto domestico, una piccola palla di pelo nero chiamata Whiskey. Riuscito questo "parkour", rientrai in camera, dove ad aspettarmi c'erano le candide coperte del nostro letto.

Mi sdraiai, sfinita, e Arlo mi rimboccò le coperte, per poi buttarsi sul posto accanto a me. "Buonanotte e sogni d'oro, mogliettina mia" sorrise, baciandomi il collo. "Notte, scemotto del mio cuore" gli risposi, addormentandomi.

-Skip time-

La mattina mi svegliai che erano le 10:45. Avevo dormito tanto, cavoli... Mi girai verso Arlo, che stranamente non c'era... Chissà dov'era andato a finire...

I miei pensieri si calmarono quando sentii l'acqua della doccia scorrere. "Una sbirciatina non fa mai male..." pensai, ricordando tutte le volte che lo avevo visto in quella maniera. Non avrebbe avuto nulla in contrario...Vero?

Non feci neanche in tempo ad alzarmi, che Arlo uscì dal bagno, coperto da un accappatoio bianco come la neve. "Ah, ecco la mia principessa preferita! Ben svegliata, pensavo volessi dormire tutto il giorno!" scherzò Arlo, avvicinandosi a me.

Dopo il pranzo, mentre stavo lavando i piatti sporchi, suonarono al campanello. Arlo rispose: "Sì? Chi è?". "Noi! Siamo io, Lisa, Hazel, e Duke! Fateci entrare!" gridò la voce inconfondibile di Asja, fidanzata da ben tre anni con Lisa Souza.

Mi asciugai le mani ed andai alla porta. Come previsto, erano tutti e 4 lì, pronti per saltarci addosso. "Abbiamo sentito la notiziona! Congratulazioni!" si congratulò Lisa, la più calma del gruppetto.

"Eh già! Gli ci è voluto un po' per fare questa proposta, vero Arletto?" ghignai, mentre il mio futuro marito diventava rosso di vergogna. "Non è colpa mia se avevo paura di essere rifiutato!" si difese, nascondendo il viso tra le mani.

Passammo un'intero pomeriggio a parlare del più e del meno, come quando eravamo in orfanotrofio... Ma, invece, eravamo a casa, e al sicuro...