12.

๐Ÿ”žtemi un pรณ forti

Non esagero, se dico che quella notte di sesso, รจ stata la migliore che abbia mai vissuto.

Non che fosse la mia prima volta, intendiamoci. Ma era la prima volta in cui ero totalmente presente. Ogni tocco, ogni respiro... sapevo esattamente cosa stavo facendo e cosa volevo.

Lasciate che mi spieghi.

Viviamo in un mondo saturo di notizie su abusi,violenze sessuali, traumi che marchiano la pelle e l'anima della vittima per tutta la vita.

Ma nessuno parla di chi trasforma il sesso in un'arma. O in una maschera.

Quelle vittime di abuso che , forse per abitudine, forse per riempire dei vuoti che sembrano buchi neri, diventano iper sessuali.
Coloro che rendono sessuale ogni cosa, ogni sguardo, ogni parola.

Coloro che non riescono a sentirsi amati se non vengono sessualizzati.

Coloro che esibiscono il proprio corpo come un arma... O come un esca.

Coloro che non conoscono altra forma di amore se non quella misera attenzione che si ricava dal sesso.

Coloro che , dopo aver subito una violenza sessuale, sviluppano una fame di sesso che non รจ vera. รˆ un'illusione, un bisogno costruito.

Una corsa disperata verso qualcosa che fa paura.

Si, รจ controsenso. Quasi un paradosso, eppure รจ cosรฌ che sono stata dai miei diciassette anni in poi: un'iper sessuale terrorizzata dall'intimitร .

Dalla mia prima volta in poi, non sapevo si potesse fare l'amore per davvero.
Non sapevo che si potesse desiderare cosi tanto qualcuno e sentirsi desiderata senza sentirsi usata.

Io conoscevo solo il sesso fatto che serve a compiacere l'altro.

Il sesso occasionale.

Il sesso del "mi sento in colpa a dirgli di no".

Il sesso per riempire il silenzio.

Il sesso per noia.

Ma quella notte... quella notte era diversa.

Per la prima volta non sentivo pesanti le mani sul mio corpo.

Per la prima volta ogni suo tocco sembrava dire "ti vedo" , e non "ti voglio" e basta.

E io... io volevo essere vista.

Davvero. E per la prima volta, non mi sono sentita sporca e vuota dopo averlo fatto.

Mi sentivo al settimo cielo.

Con l'autostima a mille e un sorriso che non accennava a scomparire.

A diciassette anni avevo imparato a chiudere gli occhi. Avevo imparato a lasciare che delle mani scivolassero sul mio corpo, senza esserci davvero. Come se la mia anima fuoriuscisse dal mio corpo per quei momenti. E quel corpo non mi appartenesse piรน.

Ricordo il freddo che sentivo. Non quello che ti fa rabbrividire, ma quello che ti spegne, ti svuota.
Ricordo le parole che giravano nella mia testa. "Vabbe ormai aspetto che finisce, pazienza"

E io ero vuota. O meglio, sono stata svuotata , della luce , del sorriso che possedevo prima di allora.

E dopo solo silenzio. Un silenzio pesante. Un silenzio che mi porto dietro da anni. Quel silenzio di chi si sente in colpa per aver subito sulla propria pelle un marchio simile.

E da allora avevo imparato a portare diverse maschere per nascondere quel marchio che non riuscivo a far scomparire dalla mia pelle. Seducente, sicura, disinvolta, disinibita, e se vogliamo parlare sporco, anche un pรณ zoccola. Ma dietro quelle maschere c'era solo una ragazzina che non meritava quello che le รจ successo.

Una diciassettenne privata della sua innocenza in un modo scorretto, ingiusto, schifoso.

Eppure, ora.. finalmente potevo dire: Cazzo lui รจ diverso.

Le sue mani non mi annullavano, non mi facevano desiderare di spegnermi.

Le sue mani mi facevano sentire piรน reale che mai. E cazzo, se non vedevo giรก l'ora di rifarlo.



Ci svegliammo quasi contemporaneamente. Solo che io mi alzai a preparare la colazione, e lui da bravo stronzo pigro, rimase a letto, aspettando di essere servito come un re.

Misi solo una maglietta prima di andare in cucina, e quella mattina mi sentivo particolarmente energica, tanto che iniziai a preparare una vera colazione, con tanto di pancake e frutta.

Canticchiavo tra me e me mentre guardavo il pancake cuocersi in padella, quando la mia vita venne circondata da due braccia facendomi quasi spaventare.
"Oh ti sei svegliato."

"Mhm questo buon odore mi ha dato la forza di alzarmi." mugugnรณ mentre mi lasciava dei teneri baci lungo il collo.

Sorrisi e cercai di allontanarlo.
"Dai, non mi distrarre che brucio tutto."

"Vorrร  dire che mangeremo pancake bruciati allora." disse con tono malizioso mentre mi voltava e mi tirava a se in un bacio umido.

Sorrisi contro le sue labbra, e muovendo un braccio alla cieca dietro di me, riuscรฌ a spegnere il gas. Perchรฉ ok mangiare pancake bruciati, ma dar fuoco alla casa, anche no.

E senza ulteriori giri di parole, lo facemmo di nuovo, sopra lo stesso tavolo in cui poco dopo mangiammo i pancake come se nulla fosse, ridendo e tornando a insultarci a vicenda.

E poi lo facemmo ancora, e ancora, sul divano, sulla lavatrice, nella doccia, sul tappeto, in terrazza. Ogni scusa era buona per tornare a saltarsi addosso, ogni litigata terminava con un bacio e una risata. E grazie al cielo prendevo la pillola regolarmente, o solo Dio sa quante volte avrei rischiato una gravidanza indesiderata nella stessa giornata.

Era evidente che il nostro rapporto fosse cambiato. E non solo perchรฉ facevamo sesso ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano per qualche secondo di troppo.
Era diverso perchรฉ oltre a condividere momenti intimi, ci siamo incosciamente resi conto di essere qualcosa di piรน di due persone intrappolate dalle circostanze.

Eravamo complici.

Complici in quella tensione costante, in quei silenzi che dicevano troppo e in quei gesti di cura teciproca, quasi impercettibili, ma presenti.

E , forse, senza ammetterlo, ci stavamo affidando l'uno all'altra in un modo che andava oltre il desiderio carnale.

Come se in mezzo al caos, fossimo diventati l'unico rifugio sicuro l'uno per l'altro.

Arrivata sera, dovevo andare a lavoro, o meglio, sarei dovuta andare a lavoro.

Eravamo sul divano a guardare un programma demenziale in tv. La stanza era illuminata solo dalla luce che emanava lo schermo, e Blitz era teneramente sdraiato con la testa sulle mie gambe , che si rilassava sotto il dolce tocco dei miei grattini tra i capelli.

Stavo bene. Troppo bene. Cosรฌ bene che non avevo la minima intenzione di andare a lavoro quel giorno. Non volevo staccarmi da lui neanche un attimo. Forse, nel profondo, avevo paura che tornando, non lo trovassi piรน.

Presi il telefono e distrattamente mandai un messaggio a Millie.

"Hey Mills, ho un intossicazione alimentare, forse mi sono presa un virus,ย  mi sa che รจ meglio che rimango a casa."

Ridacchiai dopo averlo mandato, sentendomi quasi una criminale ad aver mentito cosรฌ spudoratamente.
Penserete che forse la presenza di Blitz mi stesse in qualche modo plagiando, ma non era cosรฌ. Mi aiutava solo a far uscire la mia vera personalitร  , perchรฉ con lui, sentivo di poter essere totalmente me stessa, senza il minimo timore che potesse giudicarmi. Davanti a lui non portavo maschere.

Lessi la risposta di Millie da lontano:
"Hey! Tranquilla non preoccuparti, chiedo a Moxxie di sostituirti."

Se solo sapesse il vero motivo per cui non venni quel giorno, mi odierebbe probabilmente, o forse, mi capirebbe. Non lo so.

So solo che non vedevo l'ora di passare una serata a mangiare schifezze sul divano guardando programmi cringe alla tv. Letteralmente se mi chiedessero qual รจ la mia serata ideale, questa รจ quella che descriverei.
Solo che stavolta, per la prima volta, non ero sola. Avevo qualcuno al mio fianco con cui poter ridere, scherzare e baciare durante le scene noiose o la pubblicitร .

I nostri animali ci guardavano da un angolo, accoccolati tra loro. Persino Octavia si mise piรน vicino, accanto il divano, forse era interessata anche lei al programma in tv.

Di sicuro noi lo eravamo.. o almeno, ci provavamo, ma per un motivo o per un altro continuavamo a distrarci semplicemente guardandoci.

Non fu neanche quella sera che capรฌ di essere definitivamente fottuta, ma ripensandoci adesso, era palese.

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Tengo molto alla prima parte del capitolo, perchรฉ tutto ciรณ che ho scritto รจ abbastanza personale, se lo trovate relatable, vi sono vicino ๐Ÿซ‚

Comunque vi siete goduti i capitoli carini e teneri? Bene, aggrappatevi a questi ricordi da ora in poi AHAHAHAH

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