15

Andai al lavoro, cercando di non pensare al fatto che , senza dubbio ci sarebbe stato Striker. E che Millie palesemente avrebbe fatto qualche allusione al rapporto inesistente che pensava ci fosse stato tra noi, perché io , molto stupidamente, gliel'avevo confermato.

Varcata la soglia del pub, mi misi subito a lavoro cercando di distrarmi e di agire come se nulla fosse.
Peró, per sicurezza, mi avvicinai a Millie prima che potesse aprire bocca.
"Non fare battutine o sguardi strani davanti a Striker, ok? Non voglio che sappia che te l'ho già detto."

Lei mi lanció un sorrisetto malizioso, ma annuì.
"Tranquilla, promesso."
E per quanto le volessi bene, sapevo che non era per nulla capace di mantenere un segreto.

Speravo solo che Striker non dicesse nulla di compromettente.
Ma forse, ripensandoci, sarebbe stato meglio se l'avesse fatto.. visto quello che successe poco dopo.



Come al solito, non si fece attendere troppo.
Dopo nemmeno un 'ora dall'apertura, entró e si sedette al suo solito posto al bancone.

Lo notai subito, e per evitare in ogni modo che Millie andasse da lui con quell'aria da 'so tutto', corsi a servirlo.
"Hey agente, cosa le servo?" dissi cercando di sembrare più normale
possibile.

"Siamo formali oggi , eh?" rispose con un sorrisetto.

"Solo di buon umore .. il solito?"

Lui scosse la testa, appoggiando un gomito al bancone con fare rilassato.
"Sai che ti dico? Oggi ho voglia di cambiare. Senro che sarà una serata proficua.. fammi.. non so, un mojito dai."

Mi bloccai per un secondo, sgranando gli occhi. Poi, senza dire nulla, mi girai a preparargli il cocktail.

Avete presente quella mia strana teoria complottista di cui vi avevo già parlato?
"Il giorno che Striker prenderá un drink diverso dal solito, succederà una catastrofe"

Ecco. Non riuscivo a togliermela dalla testa mentre gli preparavo quel maledetto mojito con movimenti nervosi.

Cercavo di calmarmi, di non farmi troppo dal panico per una stupida paranoia infondata. Eppure, c'era qualcosa dentro di me.
Un sesto senso, un campanello d'allarme, o quel che è, fattostà, non riuscivo minimamente a zittirlo.

Gli porsi il bicchiere con un sorriso forzato.
"Ecco a te."

Lui prese un sorso, e poi..

Il suo telefono squilló.

Striker rispose, ascoltó per tipo un secondo e senza dire nulla, in un lampo, si alzó e si precipitò fuori, lasciando il cocktail praticamente intatto sul bancone. Senza spiegazioni, senza battute, senza nulla.

Lo guardai uscire di corsa dal pub, paralizzata.

Penso di aver perso qualche battito in quell'istante.

Nella mia testa iniziavano a vorticare le peggiori ipotesi e scenari catastrofici che prendevano sempre più vita con una chiarezza spaventosa.

E più provavo a dirmi che fossi solo paranoica, o che stessi esagerando , più mi tornavano in mente tutte le volte in cui le mie paranoie si erano sempre rivelate esatte e quei tremendi scenari, diventavano realtà.

Dovevo andarmene, al più presto, dovevo tornare subito a casa.

Senza nemmeno prendere le
mie cose o avvisare Millie, mi precipitai fuori e iniziai a correre verso casa mia , più in fretta che potevo.

E più mi avvicinavo, più sentivo un suono che mi faceva rabbrividire.
Sirene. Tante, troppe sirene.

Mi bloccai di colpo quando vidi la scena davanti a me, a pochi metri da casa mia.

Tre, o forse quattro volanti della polizia parcheggiate con le luci rosse e blu che lampeggiavano senza sosta.

E poi lui. Blitz.

Striker lo teneva fermo con la faccia spiaccicata contro il cofano di un'auto, mentre un altro agente gli ammanettava le mani dietro la schiena.
Blitz sembrava urlare qualcosa, ma non riuscivo a sentire nulla, era come se ogni suono attorno a me si fosse ovattato.

Restai lì, paralizzata, mentre guardavo la polizia portarlo via sotto i miei occhi.

Blitz non era più con me.



Non appena le volanti girarono l'angolo, corsi come un automa dentro il mio appartamento.

Trovai un caos totale. Il salotto era un disastro, le sedie rovesciate, cuscini ovunque e cassetti svuotati nel pavimento. C'era perfino un vetro della finestra spaccato.

Loona, Frisk e Octavia se ne stavano in un angolo accucciati tra loro, come se volessero sparire.

Mi lasciai cadere sulle ginocchia e un pianto quasi isterico mi travolse all'improvviso.

L'avevano preso.

Dio, l'avevano preso. Blitz non era più con me.

Non ci sarebbe più stato lui a darmi il buongiorno , non avrei più dovuto preparare due tazze di caffè ogni mattina, non avrei più avuto qualcuno con cui guardare tv spazzatura e nessuno avrebbe aspettato sul divano che tornassi da lavoro.

Ero distrutta. E quel caos attorno a me, riusciva solo a farmi sentire peggio. Era palese, sapeva che stavano per prenderlo, e ha improvvisato una scena del crimine per poter dire "ero entrato in casa sua per rubare" , e in questo modo, non mi avrebbe resa complice, ma vittima.

Lo conoscevo troppo bene, era ovvio. E la polizia non mi avrebbe mai svuotato tutti i cassetti per acciuffare un criminale.

Mi asciugai le lacrime e provai ad alzarmi. Solo allora notai qualcosa sul tavolo.

C'era la sua collana, quella col teschio rosso, e accanto, un bigliettino accartocciato.

Con le mani tremanti,  lo apri.

C'era un numero di telefono.

Se lo aveva lasciato lì, l'aveva fatto di proposito, quindi senza pensarci due volte, presi il cellulare dalla tasca e composi quel numero con le mani ancora tremanti.

Dopo pochi squilli, una voce parecchio teatrale rispose:

"SALVE COMPAGNIA FIZZAROLLI&CO , COME POSSO AIUTARLA?"

Esitai un secondo.
"Ehm.. io.. non lo so, chi parla?"

"Tesoro se mi hai chiamato, DEVI assolutamente sapere chi sono. Non hai preso il numero dalla pubblicità in tv?"

"Me lo ha lasciato.. Blitz.."

Non appena dissi quel nome, la voce dall'altro lato sembró affogarsi con qualcosa e poi cambió improvvisamente tono.
"CHI?"

"Blitz."

"Blitzo?! Cazzo quello stronzetto è ancora vivo? Passamelo immediatamente."

"È.. è questo il punto.." il mio tono si fece più incerto e sentii la mia voce iniziare a tremare.
"Lui non.. non c'è.. La polizia lo ha preso , lui ha lasciato un bigliettino col tuo numero e io.. io non so che fare."

Dall'altra parte, ci fu un attimo di silenzio.
Poi, con un sospiro esasperato , il tizio sbottó.
"Quel gran pezzo di merda! Non si è degnato di chiamarmi per anni, e non appena si trova nella merda .. OVVIO che si ricorda di me, no?"

"Eh..?" farfugliai , confusa dall'improvviso monologo che sembrava poi rivolto a se stesso che a me.

"Ah fanculo, senti, come cazzo ti chiami e dove cazzo abiti?"

".. mi chiamo [t/n].. e abito a [paese ignoto] "

Lui emise un verso disgustato.
"Okay, senti, io non posso muovermi da qui per venire in quel posto BLEAH in cui vivi... ce la fai a venire oggi stesso a [paese ignoto ma più swag] ?"

"Si. Mandami l'indirizzo , faccio più in fretta che posso."

"Perfetto, non farmi aspettare troppo, perché potrei pentirmi di star concendendo il mio aiuto a quello stronzo."

Chiusi la chiamata, e senza perdere ulteriore tempo, chiamai un taxi promettendogli una generosa mancia in cambio di discrezione e rapiditá.
Distrattamente scrissi a Millie un rapido:
"Sono dovuta scappare, poi ti spiego "
Ero sicura che prima o poi mi avrebbe perdonata, ma in quel momento non mi importava di nulla.

Se quel Fizzarolli, o come diavolo si chiama , poteva aiutare Blitz, allora io dovevo subito correre da lui.

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well... come promesso, ecco il dramma e nel frattempo anche un nuovo personaggio entra in scena✨✨

sono le 2:22 e ho appena finito di scriverlo, sento gli occhi chiudersi da soli ma voglio assolutamente postarlo, quindi spero di non aver fatto errori a cazzo di cane, nel caso fatemj sapere💀

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