19.
"Vengo con te."
Blitzo fece per seguirla, ma Verosika lo bloccó con una mano, spingendolo contro la portiera dell'auto.
"Non esiste. Stanne fuori ,Blitzo. Devo sbrigarmela da sola."
Lui la guardó per un attimo, poi annuì in silenzio, rispettando controvoglia la sua decisione.
Verosika entró nel loft di Vox e Valentino con passo deciso, e subito fu accolta da quell'invadente odore misto tra sigarette e profumi troppo costosi.
Valentino se ne stava in piedi, poggiato ad una parete, con la solita sigaretta mezza spenta tra le dita. A fissarla con quella punta di disprezzo che non cambiava mai.
"Oh finalmente ci rivediamo." disse Vox con un mezzo sorriso mentre la raggiungeva.
"Carissima, è bene che tu sappia che adesso ti toccherà recuperare tutti gli impegni che sono saltati il mese scorso. Dunque ti consiglio di smetterla con questi frequenti ritardi."
Verosika abbassó lo sguardo.
"Si, Vox. Non riaccadrà."
"Me lo auguro. Poi, direi che è il momento di far uscire qualche nuovo singolo, così giustifichiamo la tua assenza-"
"Di certo non è colpa mia se sono stata ferma un mese." lo interruppe lei, con un sopracciglio alzato e quel tono vagamente accusatorio.
Vox si bloccó un attimo. Poi le sorrise e le prese il mento.
"Frecciatina molto interessante la tua. Tuttavia tesoro, tu cosa hai fatto in questo mese? Mh?"
Verosika non rispose.
"Esatto! Io non c'ero e TU non hai fatto assolutamente niente. E questo dovrebbe farti capire quanto hai bisogno di me... Ma tranquilla, lo capisco. Mi occuperó di risolvere anche la faccenda della tua storiella romantica col tuo cagnolino e-"
"In realtà ho.. Ho fatto una canzone."
Vox la guardó con aria sorpresa.
"Oh?"
Valentino , ancora appoggiato ad una parete sbuffó.
"Cos'hai fatto, un'altra delle tue robe depressive?"
Vox alzó un dito contro di lui per zittirlo, con lo sguardo ancora su Verosika.
"Fammi sentire."
E Verosika prese il suo telefono, mettendo in play il file audio della canzone che aveva scritto e composto per lui. Per Blitzo.
Quando finì, ci fu un breve silenzio.
Poi Vox si schiarí la voce.
"Allora... Bella voce, come sempre. Ma no. No- no- no e no." disse, scuotendo la testa.
"È troppo piatta. Troppo personale. Troppo... piagnona. Insomma, dov'è il ritmo? Dov'è la voglia di ballare? Dov'è la sensualità, Verosika?"
Valentino , ovviamente, lo seguì a ruota.
"Sta roba è una ninna nanna. Devi fare un concerto, non una seduta di psicoterapia coniugale."
Verosika li guardó. Prima uno e poi l'altro. E qualcosa dentro di lei si spezzó una volta per tutte.
"Avete finito?" chiese.
Vox sollevó un sopracciglio.
"Perché sapete che vi dico?" continuó lei, " mi sono rotta il cazzo. Mi licenzio."
Il silenzio fu tagliente.
"Scusami?" disse Valentino gelido, scostandosi dalla parete a braccia incrociate.
"Che cazzo hai detto?"
"Hai sentito." disse Verosika, incalzando il suo tono.
"Non voglio più lavorare per voi. Ho trovato un altro manager. Qualcuno che mi tratta da persona e non da prodotto. Mi faró il mio fottuto percorso da artista da sola. Senza il vostro cazzo di controllo."
Vox la fissó con gli occhi sgranati. Poi accennó una risata tagliente.
Verosika gli puntó un dito contro, ormai stremata da tutto.
"Non ridere. Vi va anche di culo che non sono quel tipo di persona che va a fare la vittima. Perché se apro bocca su di voi, vi distruggo."
Si voltó verso Valentino.
"Soprattutto a te."
Il sorriso di Vox non si spezzó nemmeno davanti a quel ricatto velato. E intanto, Valentino, aveva recuperato un foglio dalla scrivania.
"Ah si? E questo cos'è , principessa?" sibiló, mettendosi accanto a Vox e sbattendole il contratto davanti il volto.
"C'è scritto che lavori con noi. C'è scritto che sei nostra per i prossimi dieci anni. E c'è la tua firma."
Verosika sgranó gli occhi e rimase con la bocca semi aperta.
Lo stomaco le si strinse.
Aveva dimenticato quel dettaglio.
Intanto, all'esterno...
Blitzo era rimasto fuori, appoggiato alla macchina , con le braccia incrociate e un broncio stampato sulla faccia.
Fissava il palazzo e immaginava diversi scenari su cosa stesse accadendo là dentro.
Avrebbe voluto accompagnarla.
Ascoltare tutto.
Difenderla con la forza se necessaria.
Ma no, lei gli aveva raccomandato di 'starne fuori'.
Non era il benvenuto.
E più cercava di convincersi che Verosika non lo stesse escludendo. Piu si convinceva del contrario.
Aveva cercato di esserci per lei.
Aveva provato a cambiare per lei.
Aveva cercato di toccarla, solo con un gesto. Una mano leggera sulla coscia , un piccolo contatto che voleva solo essere affetto e protezione.
E lei? Lei lo aveva scacciato come se fosse immondizia.
"Mi sporchi il vestito!"
Non fu tanto la frase in se, ma il tono.
Quel tono gli era rimasto impresso.
"Mi sporchi il vestito!"
Blitzo strinse i denti mentre guardava l'appartamento senza guardarlo davvero.
Non riusciva a non pensare a quanto si sentisse fuori posto stando con Verosika.
A quanto si sentisse.. sporco. Un qualcosa che sporca tutto quello che tocca.
Un qualcosa che fa marcire dove cammina.
Si guardó le mani. Quelle stesse mani piene di cicatrici, di graffi sulle nocche, di segni del suo passato, e si, anche di cenere , come aveva detto lei.
Quelle mani che avevano sbagliato tante volte, troppe volte.
Quelle mani che avevano causato un incendio.
Quelle mani che non hanno mai fatto altro, se non distruggere le cose.
Quelle mani che probabilmente, anzi, sicuramente, avrebbero distrutto anche lei.
All'interno...
Valentino le rise in faccia.
"Che c'è? Adesso non fai più la stronzetta presuntuosa?"
"Fanculo." borbottó, più per se stessa che per loro.
Vox la fissó in silenzio.
Poi sospiró, afferrando il contratto dalle mani di Valentino con nonchalance.... e con un gesto teatrale lo strappó in due. Poi ancora, e ancora.
I brandelli di carta caddero a terra come coriandoli.
Valentino rimase totalmente impietrito.
"Vox..... Ma che cazzo hai fatto?"
Vox lo ignoró e si rivolse a Verosika con un sorriso enigmatico tra le labbra.
"Vattene , prima che cambi idea."
Lei rimase a fissarlo, confusa, a tratti sconvolta.
Non sapeva se ringraziarlo, abbracciarlo o scappare a gambe levate.
Ma si limitó ad annuire senza aggiungere nient'altro e ad andarsene.
Non appena scomparve dalla loro vista, Valentino sbroccó piazzandosi di fronte a Vox.
"MA CHE CAZZO HAI FATTO?!"
sbottó con la voce spezzata dallo shock.
"MA TI RENDI CONTO DI COSA HAI FATTO? HAI LASCIATO ANDARE VEROSIKA! HAI. FOTTUTAMENTE. LASCIATO. ANDARE. VEROSIKA."
Si fermó solo un attimo per riprendere fiato.
"Cristo Vox, stavi bene fino a cinque minuti fa. Ti sei rincoglionito di nuovo?!"
Vox non rispose subito, gli lasció il tempo di sfogarsi, così, giusto per godersi quegli insulti.
"VUOI DIRMI PERCHÈ L'HAI FATTO?"
"Perché ho avuto un'idea migliore e senza dubbio, molto più redditizia di lei."
Valentino si bloccó. Lo fissava con un occhio che tremava di frustrazione e confusione.
"Redditizia? Ma che cazzo vuol dire redditizia? CHE IDEA?"
Vox sorrise, fece un passo verso di lui e gli sollevó delicatamente una mano come se stesse per chiedergli di ballare un lento.
"Hai mai pensato a quanto sei sprecato, Val?"
Valentino fissó la sua mano, poi fissó lui, visibilmente confuso.
"Eh?!"
"Non so come ho fatto a non pensarci prima" aggiunse con tono calmo.
"Non ci serve Verosika. Non ci è mai servita."
Valentino sbuffó.
"Oh cielo, hai ripreso a drogarti vero?"
Vox sorrise.
"No Val. Ascoltami. Lascia che io sia ...il tuo manager."
"Oh, certo!" rise Valentino. "Vuoi che mi metta pure a ballare adesso? Tesoro, sono lusingato, ho molti talenti, ma di certo cantare non è tra quelli."
"Non voglio che canti. Nè che balli."
"E allora che cazzo vuoi fare con me? Un reality?"
Vox lo guardó, con un lieve scintillió negli occhi.
"Tu , prima dello scandalo con Angel Dust , eri un regista porno. Ricordi?"
Valentino annuì lentamente, socchiudendo gli occhi, improvvisamente attento alle sue parole.
"Che ne dici di riprendere in mano il tuo vecchio mestiere? Ma davanti alle telecamere, stavolta."
Valentino sgranó gli occhi, poi un sorriso nervoso gli si stampó sul volto.
"Vuoi farmi scopare davanti a un pubblico?"
"No." Vox si avvicinó, gli prese il volto tra le mani con un pressione leggera ma decisa, e ridusse drasticamente la distanza tra loro.
"Voglio farti brillare."
La sua voce si abbassó appena.
"Voglio che tutti ti guardino ...e pensino : Dio quanto è fortunato il suo compagno ".
Fece una pausa, giusto il tempo di farlo sentire desiderato.
" E fidati Val ...con una stella sexy come te e un manager talentuoso come me , faremo scintille."
Valentino rimase in silenzio.
Il suo sguardo si spostó rapidamente dal volto di Vox alla sua mano, poi di nuovo sui suoi occhi color ghiaccio che lo guardavano fisso.
Un attimo di vuoto, che poi lasció spazio ad un sorriso.
Uno di quelli larghi, sinceri, da ragazzino a cui hanno appena dato il regalo dei sogni.
"Tu.. vuoi far diventare una star.. Me?" chiese, quasi non credendoci.
Vox sorrise e annuì compiaciuto.
"Lo sei già. Ma immagina.. La tua faccia sui cartelloni, il tuo nome ovunque.. Voglio che ogni singola persona là fuori sogni di toccarti sapendo che appartieni a me."
Valentino scoppió a ridere.
"Cazzo Vox, tu si che sai come essere convincente."
Gli afferró la giacca e lo bació con foga, incollando le labbra alle sue in un bacio frenetico, pieno di euforia e vanità.
Un bacio affamato, un pó caotico, da due stronzi innamorati di sè stessi e l'uno dell'altro allo stesso modo.
"Quindi.. È un si?"
"Oh certo che sì, cazzo."
intanto, fuori da lì...
La porta d'ingresso si aprì all'improvviso. Blitzo sollevó lo sguardo, con la testa ancora piena di pensieri grigi.
La vide.
Verosika che camminava verso di lui con passo fiero e uno dei sorrisi più maledettamente belli che le avesse mai visto indossare.
"L'ho fatto!" esclamó ancora a quale metro da lui.
Blitzo si ricompose in fretta, cancellando ogni traccia di disagio dal suo volto e le sorrise, con un energia che non sentiva minimamente sua.
"Che cosa hai fatto? Li hai finalmente ammazzati?"
"Mi sono licenziata!" replicó lei, con un gesto entusiasta.
"Capisci? Li ho mandati a fanculo, per sempre! Quei due stronzi non vedranno mai più il mio bellissimo culo sul loro palco."
Blitzo rimase a bocca aperta per un attimo.
Poi rise, una risata rumorosa, quasi .. quasi vera.
"Cazzo, Verosika!" esclamó prendendola tra le braccia e girando con lei con entusiasmo.
"Non ci credo."
"Persino il contratto non esiste più, è andato, a pezzi, letteralmente." disse, ricambiando il gesto e aggrappandosi in un abbraccio sincero.
Lui era felice per lei, davvero.
Ma dentro di se, il senso di esclusione gli graffiava le ossa.
Non aveva partecipato nemmeno a quel momento.
Era solo uno spettatore a cui era concesso di applaudire.
Ma preferì tacere.
Perché per Verosika , in quel momento, lui doveva essere felice.
Quel sorriso luminoso sulle sue labbra , non meritava di essere spento.
E allora sorrise, tenendosi dentro ogni cosa, ancora una volta.
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Ookay, con sto capitolo l'arco staticmoth definitivamente CHIUSO, e vissero felici e scopati e non li vediamo più.
Almeno qualcuno in sta storia ha un lieto fine - HAAHHA- scusate, pessima.
Comunque , il prossimo sarà l'ultimo💔💔 mi si spezza sempre il cuoricino alla fine di ogni storia , perché mi ci affeziono troppo AAAAA peró anche le cose belle devono finire😔✨ quindi spero di cuore di non deludervi col finale.. nonostante sappiamo come andrà💔
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