20.
tw: il seguente capitolo contiene scene di violenza che potrebbero urtare la vostra sensibilità⚠️ siete stati avvertiti.
+ : presenza di una forte reference alla storia x reader e una alla stolitz , se le avete lette , tenete gli occhi aperti👀✋🏻
Il tempo passava e la carriera di Verosika non era mai stata così luminosa prima d'ora.
Wally si era dimostrato un manager abbastanza capace, ma era come se Verosika si stesse praticamente gestendo da sola.
Scriveva le sue canzoni, decideva i suoi impegni, e nessuno, assolutamente nessuno osava parlare al suo posto durante le interviste.
E la relazione con Blitzo andava a gonfie vele..... o almeno, così lei credeva.
Perché lei non vedeva quello che vedeva lui, e perché lui era bravo a nascondere ció che vedeva.
Lei aveva assunto un autista personale per lasciare più tempo libero al suo ragazzo.
Ma lui... Lui in quel gesto aveva visto un : "non ho più bisogno di te.".
Lei aveva iniziato a portarsi dietro un'assistente.
Ma lui.. ci aveva letto un: "Non mi basti più."
Lei aveva smesso di baciarlo quando era truccata, per non rovinare il rossetto.
Ma lui lo interpretava come un: "Non mi piaci più."
Lei parlava al plurale, diceva "noi" , faceva progetti.
Ma lui sentiva solo il peso del futuro cadergli addosso come un macigno.
Lei si prendeva cura di lui, gli ricordava di mangiare, di dormire.
Ma lui.. vedeva solo un altro modo in cui stava diventando solo un peso per lei.
Lei si era tatuata il suo nome sulla spalla.
E a lui era sembrato un gesto estremo, quasi romantico.
Avrebbe dovuto sentirsi amato, importante.
Ma poi aveva pensato: "Così se ci lasciamo si porterá dietro per sempre il peso di un errore come me."
Ed era solo questione di tempo affinchè le paranoie di Blitzo lo avrebbero fatto irrimediabilmente crollare.
E poi, una sera successe.
Verosika si stava preparando per il suo primo concerto sotto contratto con Wally.
Era esaltata, non vedeva l'ora di salire su quel palco e divertirsi, vestirsi come voleva, anche a stonare se necessario, perché tanto... non ci sarebbe stato nessuno a rimproverarla dietro le quinte.
E Blitzo la guardava, con una sorta di malinconia. Come se dentro di lui sapesse che non l'avrebbe più rivista. O almeno, non in quel modo.
"Ti rendi conto? Finalmente posso fare il cazzo che mi pare su quel fottuto palco." diceva lei, mentre si spazzolava i capelli allo specchio.
Lui annuì, guardandola dal riflesso.
E lei incroció il suo sguardo dallo specchio.
"Va tutto bene?"
"Mh mh." mentì lui, sfoggiando uno dei sorrisi più falsi che aveva sfoggiato negli ultimi mesi.
Lei sorrise e agitó la piastra a mezz'aria.
"Mi aiuti?"
E lui obbedì. Anche se quello non era un ordine.
Le lisció i capelli in silenzio, senza una parola, senza un sussurro. Solo in religioso silenzio, toccando quei fili dorati che raramente le permetteva di toccare.
Poi, lei ruppe il silenzio.
"Sai, ti ho riservato il posto in prima fila. Mi aspetto di vederti lì mezzo nudo con uno striscione tra le mani."
Lui accennó una risata, ma non era divertito.
Ma non ebbe il tempo di risponderle, che un clacson li fece sobbalzare.
Verosika scattó in piedi, recuperando la sua borsa da una sedia.
"Oh cazzo, l'autista. Sono in ritardo, devo scappare."
Blitzo era rimasto con la piastra tra le mani e l'ennesima conferma che una come lei, non aveva più tempo da perdere con uno come lui.
"Io vado, tu puoi venire anche più tardi così ti eviti tutta la tiritera inutile pre concerto."
disse distrattamente, mentre si sistemava il rossetto.
Poi fece per uscire, ma Blitzo la fermó, così, giusto per salutarla con un bacio.
Ma lei gli poggió una mano sulle labbra.
"Eh no, il rossetto. Ma tranquillo , stanotte te lo lasceró rovinare."
E uscì, lasciandosi dietro il profumo di quella relazione troppo invadente e allo stesso tempo troppo poco.
Blitzo si lasció cadere a sedere sul divano, con la testa tra le mani e quel senso di insoddisfazione che lo stava mangiando vivo.
Poi il suo cellulare emise un suono.
Alzó la testa e lo prese.
Un messaggio anonimo.
Alzó un sopracciglio e aprì la chat.
"Blitzo, sono Barbie. Devi venire subito a casa, è un emergenza."
Spalancó gli occhi.
Non ci poteva credere.
Barbie..? Era tornata a casa? Era successo qualcosa? E soprattutto... Voleva vederlo?
Non perse tempo. Scattó in piedi e corse fuori, precipitandosi in auto e sfrecciando verso casa sua.
Una volta arrivato, non bussó. Spalancó la porta con un calcio e si fiondó all'interno.
"Barbie?! Dove sei?"
La casa era totalmente al buio, era quasi inquietante.
Una volta in salotto.. Lo vide.
Suo padre seduto su una poltrona, nella penombra di una lieve lampada soffusa.
"Mi chiedo se ti saresti degnato di venire.. se il messaggio te lo avessi mandato io."
Blitzo sbiancó.
"Che significa? Dov'è Barbie?"
Cash sogghignó.
"E chi lo sa? Di sicuro non è qui."
"Ma il messaggio... Sei stato tu?"
"L'intelligenza non è mai stata un tuo pregio, eh?"
Blitzo non rispose. Rimase immobile con la mascella serrata.
"Bello lo spettacolo che ti sei creato in Tv. Figo Blitzo, figo davvero. Tutto quello stile, quella finta sicurezza.."
Si alzó e gli si avvicinó.
"E nemmeno un fottuto ringraziamento a tuo padre. A quello che ti ha cresciuto."
"Tu non mi hai cresciuto." mormoró Blitzo, stringendo i pugni.
"Ah no? E allora chi ti ha fatto diventare quello che sei? EH?! Chi ti ha insegnato a sopravvivere, a mentire, e a metterti ogni giorno una maschera diversa per non far vedere a tutti quanto sei vuoto dentro?"
Blitzo sbuffó, e si volto, come per andarsene.
"Non fare un altro passo, stronzo. Lo sai che non hai il permesso di voltarmi le spalle."
"Tsk, permesso? Pensi ancora di avere potere su di me?"
E prima che se ne potesse rendere conto, un pugno gli arrivó sul viso, dritto sul naso, un pugno secco, bastardo e pieno di rancore.
Crolló a terra.
"Non pensare che adesso, solo perché ti sei fatto la trombamica famosa allora vali qualcosa."
Cash lo afferró per il colletto e lo spinse contro il muro.
"Io ti ho creato. IO. E tu non sei mai stato altro che l'ombra e la copia rotta di chi era più bravo di te. Non hai una cazzo di identità , persino quel nome che porti , Blitzo, lo devi a me."
Blitzo respirava velocemente, guardandolo con astio e anche con quella paura radicata dentro di se.
"Sai perché non vali un cazzo?" continuó Cash, sibilando vicino al suo volto.
"Perché anche adesso, con tutta la fama, i riflettori, i petegolezzi, resti ancora quel bambino che si pisciava sotto dalla paura ogni volta che mi vedeva. E lo sai benissimo che un giorno anche la tua bella Verosika si accorgerà di quanto sei inutile."
Blitzo sentì qualcosa rompersi dentro di sè, forse la paura, forse le paranoie che si portava dietro da giorni, o forse, l'autocontrollo.
Con la coda dell'occhio notó un coltello sul mobile accanto a loro.
Affilato, col manico consumato.
Non pensó più.
Lo afferró.
Lo alzó.
E lo infilzó nella pancia di suo padre.
Il padre fece un verso rauco e barcolló all'indietro, crollando sul pavimento dolorante.
Non morto, ma sanguinante, e con gli occhi spalancati più per lo shock che per il dolore.
Blitzo rimase immobile per un attimo, col coltello che gli tremava ancora tra le mani.
Poi lo lasció cadere, un rumore sordo metallico rimbombo nella stanza.
Si mise le mani ai capelli, cominció a respirare troppo in fretta, poi troppo lentamente.
"Oh mio dio.
Oh mio dio... Che cazzo ho fatto."
Diede un'ultima occhiata a suo padre. Poi scappó fuori da quella casa, inciampando nel tappeto, nella porta, nel mondo.
Raggiunse la sua auto ansimando, con le mani ancora sporche di sangue.
E prima che potesse mettere del tutto insieme i pensieri, il suo telefono squilló.
Vide il numero anonimo e rispose senza pensare.
"STRIKER NON CE LI HO I TUOI CAZZO DI SOLDI, OK?" sbottó con voce rotta, accasciandosi accanto la macchina.
"Interessante." disse la voce dall'altro lato del telefono.
Una voce troppo pulita ed elegante.
Non era Striker.
"Vox? Che cazzo vuoi?"
"Oh, nulla. Direi che mi hai già detto abbastanza , carissimo. Il tuo amichetto Striker è già qui da noi a pagare le conseguenze delle sue azioni. Ma adesso so che non è l'unico a dover pagare. Credevi davvero che non avrei scoperto che avete provato a demolirmi?"
Blitzo chiuse la chiamata rapidamente.
Era come se l'universo stesse continuando a dargli segnali su segnali che doveva andarsene.
Che doveva sparire da lì , il più in fretta possibile.
Rimase per qualche minuto accasciato lì, immobile eccetto per il tremore delle sue mani.
Poi sentì un rumore di zampette e un piccolo verso.
Alzó gli occhi.
Loona.
Era venuta a prenderlo. O forse, a salvarlo.
Non parlava, non giudicava (forse) , era solo un cane, ma cazzo quanto era bello vederla lì.
Si avvicinó e si sedette di fronte a lui, guardandolo con quegli occhi che non dicevano niente, ma allo stesso tempo dicevano tutto.
Blitzo le posó una carezza sotto il mento.
"Scusa, piccola." mormoró con voce rotta. "Papà ha di nuovo fatto un casino."
Lei non fece nulla, eccetto dargli una leggera testata sulle gambe, come se volesse dirgli di alzarsi.
"Hai ragione. Andiamo." disse lui, alzandosi a fatica.
Arrivó davanti casa di Verosika poco dopo. Ed entró in silenzio, la casa era ovviamente vuota. Lei era al concerto, ad aspettare di vederlo in prima fila.
Salì in camera e cominció a raccogliere le sue cose.
Non erano molte: qualche maglietta, un caricatore, un'arma improvvisata e qualche alcolico.
Poi prese un foglio di carta e scrisse.
Una lettera breve, disordinata, con una calligrafia tremante e una grammatica inesistente.
"Non e colpa tua.
Ma io non so restare.
E non voglio che tu resti incastata a un tizio che non riesce a fidarsi nemmeno della sua ombra.
Ti o amata, per davvero. E proprio per questo devo sparire.
Non cercarmi.
Addio Verosika.
Blitzo."
Il suo sguardo si posó sul suo stesso nome, ripensó a suo padre, e in uno scatto aggressivo cancelló nervosamente la O.
"Addio Verosika.
Blitzø"
La lasció sul cuscino, sopra una delle felpe che lei gli rubava sempre.
Poi tornó in auto, posó la sua roba nel bagagliaio ed entró.
Era pronto a sparire.
O quasi.
Fece una sola sosta.
Il concerto era già iniziato. Luci, grida, coriandoli.
Si incappucció, e si fece strada tra la folla, passando in mezzo a chiunque e scavalcando con l'agilità di un ninja.
E raggiunse la prima fila. Proprio sotto di lei.
Verosika.
Sul palco.
Felice, entusiasta, viva e bella da far male.
Lei rideva, cantava, incendiava il palco con la sua energia.
Poi lui abbassó lo sguardo.
E vide le sue scarpe.
Non tacchi.
Scarpe da ginnastica, bianche, leggermente consumate.
Un piccolo dettaglio insignificante. Ma che per lui era tutto.
Verosika aveva finalmente imparato a stare comoda. A non farsi più del male da sola.
Sorrise.
"Brava ragazza."
Poi si voltó e sparì.
Guidava nella notte, sorseggiando una delle bottiglie di rum che aveva rubato da casa di Verosika.
Loona sonnecchiava nel sedile del passeggero.
Accese la radio, perché il silenzio lo stava uccidendo.
Non l'avesse mai fatto.
Stavamo trasmettendo la musica dal vivo ... di Verosika.
"Questa canzone la dedico alla persona che mi ha insegnato a vivere."
E le note partirono.
Era quella canzone.
Quella che li aveva uniti.
Quella che urlava di loro due.
E la voce di Verosika era una stupenda cornice per quelle parole.
Parole che peró, in quel momento, gli fecero solo del male.
Non accostó, si lasció crollare alla guida.
Con la vista sfocata dall'alcool e dalle lacrime non versate.
L'alcool gli concesse di indossare il suo sorriso migliore, quando si presentó davanti ad una porta.
Bussó insistentemente , fin quando una figura gli aprì la porta.
"Che caz- BLITZO?! Che diavolo ci fai qui?"
Blitz allargó le braccia e rise, ubriaco.
"MOXXIE! TI SONO MANCATO?"
"Oh cristo... MILLIE! VIENI QUI! CREDO DI AVERE DI NUOVO LE ALLUCINAZIONI"
Millie corse alla porta e sbiancó a quella visione.
"BLITZO?!"
"Oh, che accoglienza." biascicó Blitz , spingendoli per infilarsi in casa loro , barcollante.
"Che diavolo ci fai qui , Blitzo?" chiese Millie, chiudendo la porta.
Blitzo si sdraió sul loro divano come se fosse casa sua.
"Intanto, la O è muta, quindi smettila di chiamarmi così."
"Cosa? E da quando?"
"DA ORA." sbottó lui.
"SI MA CHE CI FAI QUI?" si intromise Moxxie.
"Mhmmm.." biascicó Blitz con la testa che pulsava.
"Possiamo parlarne in un altro momento? Per stanotte mi serve solo un posto dove stare, sapete da quante cazzo di ore sto guidando?"
Millie e Mox si guardarono incerti.
Non lo vedevano da molto tempo, e ritrovarselo in casa in quelle condizioni, non implicava nulla di buono.
Tuttavia, erano felici di vederlo.
"E va bene, basta che stai lontano dal nostro letto." disse Millie, con un mezzo sorriso.
"Sissignora. A meno che non mi vogliate , prometto di non infilarmi tra di voi."
"Oh, cristo." sospiró Moxxie, andandogli a prendere dei cuscini.
Lo sguardo di Blitzo si posó sullo schermo della TV accesa, e vide un volto.
"Mh, chi è quello?" chiese, indicando un tizio.
"Chi?"
"Quello là, tutto vestito da fichettino."
"Ah quello, è il figlio del sindaco."
"Mh... Mi sembra di averlo già visto da qualche parte.."
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.... non so come mi sento, ho il ciclo, sono più emotiva del normale e scrivere questo capitolo mi ha destabilizzato.
Adesso andró a mangiarmi non uno, non due, ma tre ghiaccioli alla menta per soffocare la mia tristezza-
Ok cazzate a parte.. provo ad essere seria e a fare un angolo autrice finale come si deve.
ALLORA, ho amato questa storia. L'HO A M A T A.
Non shippo Verosika e Blitz, non li ho mai shippati, eppure mi è venuto fuori questo prequel bellissimo grazie ad un commento di _lananadilevi_ in cui accennava all'idea di farla...
non ti ringrazieró mai abbastanza per avermi fatto scrivere questa storia perché mi sono divertita un mondo.
Perchè questa cosa che le mie storie AU si collegano tutte tra di loro mi fa impazzire, amo la lore, amo aggiungerla e spiegarla- e niente, vi voglio bene e ripropongo che la mia presenza così forte su questo social, è solo grazie al supporto che mi date e per cui non vi ringrazierò mai abbastanza ❤️🩹❤️🩹❤️🩹 mi fate veramente bene al cuore e vi voglio bene. Ad ognuno di voi, anche a voi , lettori silenziosi😔✨
e come disse la saggia Pastryx98
#selastoriaèbellamettilastella⭐️
E ovviamente, ci si vede al più presto con il mio prossimo progetto che è già pieno di bozze ed idee, ma che aspetterò un pó per postare, giusto il tempo di scrivere 7/8 capitoli✨
vi lascio qui lo spoiler della copertina (fornita dalle doti artistiche di _lananadilevi_ ) e.. a presto pupi😔❤️🩹
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