3.

Ma mentre la strada scorreva nel finestrino... scorse una figura familiare.

Blitzo.

"FERMO! Fammi scendere qui."
Gridó al tassista, il quale sobbalzó dall'improvvisa voce alle sue spalle.

"Signorina, è sicura? Non è una bella zona questa.."

"Non me ne frega niente. Fermati subito."

Il tassista sospiró, ma la accontentó, accostando per farla scendere.

Verosika si fiondó fuori dal taxi e si precipitó verso il vicolo in cui aveva visto quella figura infilarsi. Il tacco le slittò sull'asfalto bagnato, ma non si fermò.

Aveva bisogno di vederlo. Di confermare che non fosse stato solo uno scherzo del suo cervello.

Il vicolo era stretto e buio, puzzava di spazzatura e piscio. Ma non le importava.

Ma niente. Di Blitzo non c'era nemmeno l'ombra.

''Merda...'' sibilò tra se e se, stringendosi la giacca al petto mentre si convinceva che forse aveva solo visto male.

Una voce alle sue spalle la fece sobbalzare e voltare di scatto.

''Ehi, che fai tutta sola, bella bambola?''

Un tizio con la faccia da ratto maniaco e un sorriso marcio si stava lentamente avvicinando a lei

Verosika alzò subito il tono. ''Vattene.''

Lui rise. ''Dai, ti faccio solo un pò di compagnia...''

E quando allungò una mano per toccarla, Verosika indietreggiò di scatto. Stava per urlare, o per tirargli un calcio anche se aveva quei tacchi maledetti. Ma non ne ebbe il tempo.

Un tonfo. Secco e deciso.

E il tizio cadde a terra, perdendo i sensi.

Dietro di lui.... Blitzo.

Con una sbarra di ferro arrugginita e leggermente sporca ,di sangue probabilmente, era lì a fissarla con un sguardo piuttosto infastidito.

''Sul serio? Di nuovo? Hai così tanta voglia di morire?''

Lei lo fissò con gli occhi sgranati e il cuore in gola. Aveva mille cose da dire, mille insulti da tirare o qualche ringraziamento da sputare. Ma riuscì solo a sussurrare: ''Tu...''

Blitzo si avvicinò lentamente, spostando con un calcio il tipo per terra.

''Che cazzo ci fai di nuovo in giro da sola? Hai tendenze suicide o sei solo stupida?''

Verosika strinse gli occhi. ''Che carino. Salvi la gente e poi la insulti.''

Lui sbuffò una risata e fece spallucce. Poi la guardò. ''Non hai risposto.''

''Volevo solo... trovarti e.. ringraziarti. Per l'altra volta e .. anche per adesso, suppongo.''

Blitzo la fissò per un attimo, inclinando appena la testa come se stesse cercando di studiarla.

Poi sbuffò e distolse lo sguardo.

''Beh, ora l'hai fatto. Brava. Voto otto.''

Lei alzò gli occhi al cielo.

''Ma che problema hai?''

''Pupa, più di quanti vuoi saperne.''

E si girò per andarsene, ma poi si voltò di nuovo verso di lei.

''Hai un posto dove andare o devo salvarti il culo anche stasera?''

Verosika esitò. Orgoglio e bisogno si combattevano in una guerra all'ultimo sangue dentro di lei. Poi sbuffò. ''Posso cavarmela.''

''Sicura?''

''Si.''

''Va bene.'' Blitzo fece spallucce e si voltò di nuovo, iniziando ad allontanarsi lentamente.

Lei lo guardò per qualche istante. Strinse i pugni e lo richiamò a voce alta.

Blitzo si fermò di colpo, ma non si girò. ''Che c'e adesso?''

''Te l'ho detto, voglio ringraziarti.''

Fece un paio di passi incerti verso di lui. ''E ho un'idea su come farlo per bene.''

Blitzo si voltò lentamente con un sopracciglio sollevato. ''Mi stai proponendo un pompino? Perchè guarda, sono lusingato ma... no grazie.''

Lei lo fulminò con lo sguardo. ''Che schifo, no. Intendevo un lavoro, idiota.''

''Un lavoro?''

Quella parola sembrava averlo confuso ancor più dell'idea di un pompino.

''Per te? Tu vuoi assumermi? E per cosa esattamente? Spogliarellista personale?''

''Come guardia del corpo, cretino.'' Gli si avvicinò ancora un pò, mantenendo il tono determinato. ''Hai talento nel pestare la gente, no? E io ultimamente ho bisogno di qualcuno che tenga a bada certa feccia.''

Blitzo la guardò con sospetto. ''E tu assumi un tizio qualunque che hai visto due volte in dei vicoli che puzzano di merda? Beh, complimenti per l'istinto di sopravvivenza.''

''Se non fosse per questo tizio qualunque probabilmente sarei ancora per terra, sotto quei due bastardi dell'altra notte. O peggio.''

Per un attimo i loro sguardi rimasero incrociati senza che nessuno dei due parlasse. Poi lei sospirò e riprese parola.

''Senti, mi serve qualcuno che mi.. protegga. E tu sembri meno peggio della media. Ovviamente ti pagherò e anche molto bene. Puoi rifiutare, ovvio, ma fammi almeno l'onore di pensarci sù.''

Blitzo distolse lo sguardo e sospirò profondamente, come se ci stesse pensando su.

''Di quanti soldi parliamo esattamente?''

''500 a giornata.''

Blitzo storse il naso. ''Facciamo 1000.''

Verosika strinse gli occhi. ''650.''

''1500.''

''800.''

Blitzo fece un ghigno. ''2000.''

Verosika sbuffò. ''E che cazzo. Vada per 1000.''

''E' un piacere fare affari con te.'' Esultò Blitzo allargando le braccia con un sorriso.

''Non farmene pentire. Devi fare bene il tuo lavoro. Posso licenziarti quando voglio.''

''Oh, vacci piano. Mi hai appena assunto e già ti lamenti del mio rendimento?''

''Era un avvertimento.'' Fece un sorrisetto furbo. ''Adesso accompagnami a trovare un taxi.''

''Ho un'auto, posso accompagnarti io. Seguimi.''

Verosika fece un cenno di approvazione intanto che iniziava a camminargli dietro. ''Vedo che stai già entrando nella parte.''

Blitzo rise. ''Spero che farti anche da autista conti come lavoro extra.''

''Fottiti, ti sto già pagando molto più di quanto dovrei fare.'' Replicò lei con un tono tra l'offeso e il giocoso.

Blitzo si voltò per guardarla con la coda dell'occhio e rallentò il passo, affinchè Verosika potesse superarlo e camminare davanti a lui, in modo da averla sott'occhio mentre raggiungevano la sua auto.

Verosika non aveva idea del perchè gli avesse offerto quel lavoro, nemmeno le serviva davvero una guardia del corpo. Eppure quei sogni... il fatto che l'avesse salvata di nuovo e il suo volto stranamente rassicurante le avevano fatto prendere quella decisione impulsiva. Forse, nel suo subconscio, aveva solo bisogno che qualcuno la facesse sentire protetta, o di qualcuno che avesse cura di lei, e Blitzo, pur non conoscendola, aveva avuto cura di lei e l'aveva protetta per ben due volte. E questo le dava una sensazione quasi ...inebriante.

Non parlarono molto durante il tragitto a parte per qualche chiacchera riguardo a cosa avrebbe dovuto fare per lei e allo scambio dei numeri di telefono.

Giunsero davanti la villa di Verosika e si salutarono, certi che si sarebbero rivisti a breve.

Verosika entrò in casa e intanto che si toglieva la giacca, osservò il contatto di Blitzo memorizzato sul suo telefono e la sua immagine del profilo. In un gesto quasi automatico sorrise mentre si mordeva il labbro inferiore. Non era un gesto di malizia, ne uno di attrazione .. forse. Ma lei nemmeno si accorse di averlo fatto. Perlomeno, non in quel momento.





Intanto altrove...

Le luci della stanza erano di un blu/viola tenue e l'aria era impregnata del profumo dolciastro di Valentino. I loro vestiti erano sparsi tra il pavimento e le sedie, e i loro corpi erano posati sulle setose lenzuola del letto.

''Sei stato un idiota oggi.'' disse Vox senza nemmeno voltarsi a guardarlo.

''Perchè tu invece sei sempre perfetto, vero?'' Sbuffò Valentino accendendosi una sigaretta con un gesto quasi teatrale.

Vox lo guardò di traverso con un mezzo sorriso sulle labbra. ''Certo. Ma sopratutto strategico.''

''E che strategia c'è nel difendere sempre quella sgualdrina?!'' ringhió l'altro, alzandosi a sedere.

Vox si avvicinò, poggiandogli le dita sulle labbra con una finta tenerezza. ''Non è difesa, amore. E' investimento. I gioielli vanno lucidati, non maltrattati.''

Valentino aprì bocca per rispondere, ma Vox lo baciò lentamente, come per troncare lì quella conversazione in cui aveva vinto a priori.

Poi si staccò e lo guardò con un sorriso enigmatico. ''Tu la rovini e io la faccio brillare. Sei così fortunato ad avermi, lo sai vero? Se non ci fossi io a renderti rispettabile , saresti ancora malvisto grazie alle tue stesse mani..''

Valentino storse gli occhi e riprese a fumare con un'eleganza unica nel suo genere.

''Lo prendo come un si.'' Vox sorrise, inclinando la testa. ''Sei davvero fortunato.'' ripetette poi, più per vaneggiare se stesso che per farlo capire a valentino.

Valentino sbuffò. ''Si, ma non devi farmi passare per un idiota isterico in pubblico correggendomi.''

''Oh , ma io non ti correggo, non oserei mai. Tu mica sbagli... Io ti sono solo di supporto.''
E si avvicinò di nuovo, poggiandogli una mano sul viso. ''E tu dovresti seguire i miei consigli. Vuoi continuare a essere visto come un dio, vero?''

Valentino sorrise, ma di malizia per la sua vicinanza, non per le sue parole.

E senza rispondere lo baciò famelico, ma Vox lo respinse, allontanandosi.

Valentino lo guardò, frustrato e confuso, mentre Vox accennava un 'no' con la testa.

''Hai avuto abbastanza Vox per oggi.'' Sorrise, ma era più un ghigno.

Valentino sbuffò e provò a tirarlo verso di sè per baciarlo, ma Vox si oppose, scacciando via le sue mani con un gesto brusco e, per un attimo, un'espressione di rabbia si formò sul suo volto, ma fu impercettibile. Lui non si arrabbiava. No, lui restava sempre calmo e composto davanti a qualsiasi situazione.

Si allontanò e sospirò mentre si lasciava cadere sul suo lato del letto. ''Devi meritartelo Val. E per quanto mi riguarda, oggi non te lo meriti. Adesso dormi.'' E chiuse gli occhi, dandogli le spalle.

Valentino sbuffò e borbottò un: ''Vaffanculo.'' E poi si sdraiò anche lui, provando a chiudere gli occhi e a non rimuginare troppo sulle manipolazioni fin troppo persuasive del suo amato.

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eccoci, finalmente la trama prende sempre più forma 👀

palese le scene val e vox sono tipo le scene elsa e vassago nella stolitz, cioè scene filler che danno qualche sputo di sottotrama😔✨ spero di non renderle noiose ma sono necessarie per definire bene i personaggi, perché ricordate... TUTTO HA UN SENSO 🫵🏻😏

passo e chiudo, alla prossima stelline✨🎀
ps: smash vox che tiene a cuccia valentino (lo diró ogni capitolo (è la mia nuova fissa) (aspettatevi abbastanza sue scene spicy) )

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